Privatizzazione acqua, si fa avanti Veolia

di Patrizia Capua

Per la Repubblica Napoli, 08-04-2008


Politica e società civile si mobilitano contro la privatizzazione di Eni Acquacampania che distribuisce l´acqua nei comuni delle province di Napoli e Caserta. E intanto l´Eni che ha messo in vendita la sua quota del 50,5 per cento, ha già trovato il primo pretendente: è Veolia, la multinazionale francese che opera nel settore e in Italia è attiva in Calabria e in parte del Lazio. Interessato è anche Vianini (Gruppo Caltagirone), altro socio e proprietario del 23,71 per cento, stessa quota di Veolia nella compagine azionaria. L´assessore comunale Giulio Riccio, con delega alle Politiche sociali, ha lanciato una raccolta di firme con lo slogan "Giù le mani dall´acqua". Alex Zanotelli, padre comboniano che si batte per la difesa dell´acqua "bene comune", ha scritto una lettera circolare a tutti i movimenti.

Sottolinea i «pericoli di questa azione contro un fondamentale diritto umano. L´acqua - dice - deve essere gestita dai Comuni a totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l´utente, senza essere società per azioni. Non deve essere mercificata. Su questo ci giochiamo il futuro della democrazia e del pianeta». Zanotelli propone che «se l´Eni vuole vendere le quote di partecipazione, siano Regione, Provincia e Comuni a comprarle perché l´adduzione dell´acqua resti in mani pubbliche». Ricorda che Veolia è la stessa che si candida alla gestione dei rifiuti in Campania.

Eni è proprietaria di Acquacampania tramite la sua controllata Italgas. È l´ultimo residuo nella cassaforte Eni dell´acqua che non fa più parte del suo core business e perciò ha già venduto l´acquedotto di Genova e di Torino. La decisione di disfarsi anche dell´ultimo pezzo è stata sancita dal consiglio di amministrazione nel 2003. Come in ogni società di diritto privato, i primi interlocutori sono gli altri azionisti, in questo caso Veolia, con Siba spa, e Vianini (Gruppo Caltagirone) che insieme hanno l´altro 49,5 per cento. Con tutto l´interesse a mantenere la proprietà. Nel 2004 si è fatta avanti Veolia, poi anche Vianini. Tra le piccole quote c´è pure Impregilo.

Da allora l´Eni ha mantenuto la sua scelta strategica. Dalla sede romana di piazzale Enrico Mattei, un portavoce fa sapere che la società intende avere però come interlocutore anche la Regione Campania. «È uno degli attori di questa vicenda, dall´ente dipendono tutte le autorizzazioni necessarie per agire». Frenano anche: «In questo momento abbiamo altre priorità e non ci sono pressioni particolari che ci fanno correre. La vendita non è il tema all´ordine del giorno, si farà appena ci saranno le condizioni».

Salvatore Carnevale, attivo nel movimento anti privatizzazione, afferma: «È necessario capire cosa vogliono e come intendono muoversi i partiti e le istituzioni con l´Eni. Anche l´operazione della Campaniaacque spa, società che dovrebbe essere costituita dalla Regione, è un soggetto di diritto privato. Si vuole parlare con la società civile? Vogliamo discutere se è possibile adottare altre modalità di gestione? Perché si omette sempre la possibilità di una conduzione pubblica della risorsa idrica a Napoli? A Roccapiemonte, nel Salernitano - racconta Carnevale - la Gori doveva prendere possesso della rete idrica e i dirigenti della società da tutta la popolazione sono stati invitati ad andare via. È significativo». Intanto l´assessore alle Risorse strategiche del Comune, Enrico Cardillo, sottolinea che «non è stato programmato né realizzato alcun aumento delle tariffe idriche per la città di Napoli.

Né al momento risulta alcun atto del Cipe in corso che possa far presupporre un adeguamento delle tariffe. Quindi è destituita di qualsiasi fondamento ogni ipotesi che, devo ritenere strumentalmente, viene agitata in queste ore». La nota viene commentata dal suo collega Riccio: «Cardillo ha pronunciato parole di chiarezza, che sottolineano quello che già sapevamo: non è previsto alcun aumento delle tariffe idriche per Napoli». Riccio aggiunge: «Così vengono zittite tutte le voci a riguardo. Ipotesi alimentate dal desiderio di generare confusione, alzando un polverone. Polemiche suscitate ad arte da chi ha interesse nel processo di privatizzazione dell´acqua».



Venerdì, 11 aprile 2008