Si scrive Acqua, si legge democrazia....anche a Genova

di Antonio Lupo- Comitato Acqua Pubblica della Provincia Genova

Intervento svolto nell’Incontro Pubblico "Genova come Parigi" tenutosi il 7 novembre a Genova.
Hanno partecipato all’incontro Anne Le Strat, Don Gallo, Corrado Oddi, Marco Bersani e Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria Nazionale di Legambiente, Patrizia Quarta della Direzione Nazionale di Cittadinanza Attiva, Antonio Lupo- Comitato Acqua Pubblica Provincia di Genova

La quantità e la qualità dell’acqua determinano la quantità e qualità della vita

Nel mondo l’ acqua diventa sempre più scarsa , anche per il riscaldamento globale, e si scatenano le guerre dell’acqua, l’oro blu del XIX secolo.

Come ex Medico ospedaliero di lungo corso sono rimasto stupefatto nel leggere che nel 1910 la vita media in Italia era di circa 25 anni ( da Gian Antonio Stella “l’Orda”)

Se oggi in Italia si vive in media 78 anni dipende principalmente da aver fatto gli acquedotti e i servizi igienici. Dove questi mancano la vita media è attorno ai 40 anni

Bisogna conoscere la propria storia e non dare per scontati i successi del passato, non essere sicuri che continueremo ad avere questa disponibilità, anche per l’acqua.

Ce lo ricorda il genovese Ivano Fossati nella sua ultima canzone  “la guerra dell’Acqua” quando dice : “ la guerra dell’acqua è già incominciata, in qualche modo e in qualche parte, e poi tocca a noi...”

La legge Galli 36/1994, ha istituito il Servizio Idrico Integrato, una cosa molto

buona ,  riunificando acquedotti, fognature, e depurazioni.

Era una una legge post Tangentopoli, dopo le grandi ruberie, e ha stabilito che il  SII (Servizio Idrico Integrato) doveva venire finanziato solo con le tariffe, compreso la   manutenzione e i nuovi investimenti. 

Questo sistema non ha retto alla prova dei fatti, si sono bloccati gli investimenti, soprattutto nelle fognature e depurazioni.

La legge Galli ha spinto verso la  privatizzazione, ma non tutti gli Enti locali l’hanno fatto, molti di loro hanno ancora una gestione in house, ad esempio la città di Milano

Il Comune di Genova si è buttato per primo in Italia sulla via dell’ACQUA-MERCE,  e già nel 1996 ha quotato in borsa AMGA SPA, esponendola così al mercato.

Nella Provincia di Genova, come in tutta Italia, l’applicazione della Galli ha richiesto molti anni, con l’istituzione dell’AATO, un’Assemblea dei rappresentanti dei 67 Comuni della provincia, e l’affidamento della Gestione ad AMGA, società che diventava garante anche della gestione delle altre società operanti nel territorio, salvaguardate e  che godevano di convenzioni più lunghe.

Un bel pasticcio già in partenza

Come vanno ora le cose? Cosa dicono i cittadini? Anche altri ne parleranno.

Io mi limito a parlare dei nervi più scoperti: le tariffe e i depuratori, ricordando solo il problema dell’inquinamento da Piombo dell’acqua che esce dai rubinetti delle case vecchie e l’iperconsumo di acque in bottiglia, di dubbia qualità

 

1-Le tariffe

sono aumentate del 14,5%, creando forti malumori nei cittadini, anche per l’incomprensione delle modalità di riscossione, i continui acconti e conguagli.

Nella maggior parte dei casi le bollette sono condominiali, non arrivano al singolo cittadino, che così non si responsabilizza nel controllo e neppure tende a un minor consumo.

D’altronde con la legge Galli,  se diminuiscono i consumi e gli sprechi (ora la media dei consumi è di oltre 250 litri al giorno per abitante), i Gestori o vanno in bancarotta o devono aumentare le tariffe! Orribile, ma vero

 

2-I depuratori della provincia di Genova

Anche dall’ultima Relazione 2008 dell’ARPAL , i depuratori ne  escono male.

Alcuni di quelli del Tigullio ( Rapallo, S.Margherita L. e Sestri L.) ad oggi è come se non ci fossero : nel complesso i depuratori del Tigullio ( dati ARPAL) fanno passare il 70% senza depurarlo, dato che diventa dell’80% in estate, per l’apporto dei turisti!

Gli altri (Genova città) hanno spesso qualche problema e sono tutti molto vecchi, anni 70, a breve da rifare ( revamping in termini tecnici).

Una recente sentenza della Corte Costituzionale dice  che se i depuratori sono temporaneamente inattivi i cittadini non devono pagare la quota di depurazione.

E se sono sempre inattivi perchè  depurano poco o niente?

 

Il mare e il Turismo

L’Assessore Perfigli ha detto : il mare non sarà inquinato ma è troppo spesso sporco. E’ indubbio, si può continuare a giocare con le Bandiere blu, ma se i depuratori funzionano male e la sporcizia galleggia, bisogna mettere mano contestualmente e subito a tutto il sistema aperto. Fare un nuovo depuratore ogni 10 anni non ha senso!

Il mio oculista mi ha raccontato che molti turisi, dopo 3 giorni di bagni, arrivano da lui con gli occhi gonfi....  e il turismo continua a calare

PROGRAMMA ATTUATIVO REGIONE LIGURIA (PAR) FAS 2007-2013

In esso si legge che per fare i nuovi depuratori necessari in Liguria  ci vogliono      100 milioni euro. Forse ne arriveranno 35 milione dai FAS (Fondi Aiuto allo Sviluppo), ma questo solo  se si rispetterà il patto di Stabilità, cosa assai difficile.

 Alla Provincia di Genova dei contributi FAS ne arriverebbero 12 milioni di Euro, che sono il costo di mezzo depuratore ( un depuratore costa 25-30 milioni di euro).

La tabella allegata al PAR indica che sono 3 i nuovi depuratori da costruire.

Nel PAR c’è scritto che gli altri 70 milioni ( 50 milioni per la provincia di Genova) devono arrivare da un aumento delle tariffe entro il 2013.

Teniamo presenti che le entrate annuali dalle tariffe sono di 20-22 milioni di Euro

E allora che si riuscirà a fare? Probabilmente nulla, se i cittadini non si muovono e incalzano i loro sindaci inerti e muti

Nel 2015 scade anche la deroga concessa   dall’Europa, per poter emettere in mare, cioè inquinare, oltre i limiti consentiti. Dopo il 2015  dopo fioccheranno le multe UE.

Di fronte a questo “bel orizzonte” non è noto il  piano industriale della prossima aggregazione Iride Enia,  non si parla di acqua, fogne, depuratori e tariffe

Si sa solo che anche l’acqua, il business minore per Iride,  solo il 6% dei suoi ricavi, si allontanerà dai cittadini, la sede legale della nuova aggregazione va Reggio Emilia.

Prima di  votare e approvare l’aggregazione si parlerà approfonditamente e si chiarirà tutto questo nel Consiglio Comunale di Genova?

Ne parleranno i consigli comunali del Tigullio, dove opera Idrotigullio-Gruppo Iride?

 I media vorrano e potranno parlare finalmente di queste cose? 

Lo speriamo

A Parigi si ha il coraggio di ripubblicizzare l’acqua, anche se le cose non vanno male, visto che hanno trovato un salmone di 7 metri che nuotava nella Senna

E a Genova? Dobbiamo consegnare l’acqua Bene Comune a un calderone finanziario, in cui il business principale è chiaramente l’Energia, i rigassificatori e le nuove Centrali Nucleari, da costruire e proteggere con i militari?

 

Il Pasticciaccio legislativo è in aggravamento continuo

La legge Galli voleva introdurre efficienza e competività nel SII, ma intanto ha garantito  il 7% fisso di utile ai gestori

Nel contempo la Galli ha permesso che i Comuni presenti negli AATO, che sono organi con funzione di pianificazione, controllo e adeguamento tariffario, potessero avere azioni, anche la maggioranza, nelle società SPA di gestione, a cui veniva affidato il SII, ricavandone utili e dividendi, una situazione di conflitto di interessi.

Non sono giudizi miei, così  è scritto nella Relazione del Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche (COVIRI) al Parlamento, sullo stato dei servizi idrici Anno 2007, pubblicata nel  Maggio 2008.

A pagina 29 difatti si legge:

“4.2.5 I  Comuni: partecipanti delle Autorità d’ambito e azionisti delle società di gestione

Per il modo in cui si è data attuazione alla legge 36/94 e anche per effetto delle leggi

successivamente intervenute in materia di affidamenti e forme di gestione del SII, i

Comuni si trovano spesso nella situazione di avere un duplice ruolo: quello di

“regolatori”, in quanto componenti e partecipi delle Autorità d’ambito; quello di

“azionisti” delle società che gestiscono il servizio, ricavando da queste partecipazioni

proventi per i propri bilanci.

Tale situazione configura “un conflitto di interessi” fra le due posizioni e i due ruoli.

D’altra parte – come si è ricordato – l’attenzione e l’interesse dei Comuni si sono rivolti principalmente verso le aziende, complice una condizione finanziaria in cui i proventi derivanti dagli utili delle società partecipate costituiscono, sempre più, una quota consistente delle risorse necessarie a far quadrare i bilanci.             

Tutto questo ha portato ad effetti rilevanti per l’organizzazione del SII.

 L’effetto di questo doppio ruolo dei Comuni e del modo in cui lo hanno interpretato, è stato che le “scelte di governo” del SII sono spesso state dettate o subordinate agli assetti e agli interessi della gestione, piuttosto che a quelli dei cittadini, delle comunità locali e dell’ambiente.”

Secondo me fotografa  bene quello che è avvenuto e avviene a Genova !

Nella provincia di Genova il conflitto di interesse riguarda principalmente il Comune di Genova ( ma anche quelli di Chiavari e Lavagna, che possiedono azioni di Idrotigullio SPA)

Una recentissima legge della Regione Liguria ha ridefinito  l’AATO, unificando la gestione di acqua e rifiuti, creando un Consorzio di cui fanno parte  Comuni e Provincia, che deve eleggere  un Consiglio di Amministrazione ( a costo 0!).

Si spera che il Gestore, fino a poco tempo fa un po’ troppo autonomo, venga meglio

controllato.

 A fine 2008 scade l’affidamento dell’AATO della provincia di Genova a Iride

Cosa si intende fare? Perchè non se ne parla?

Per l’Europa non andava bene l’affidamento diretto alle società miste come Iride SPA (dove i privati hanno il 48,5% delle azioni), ci voleva una  gara pubblica per l’azionista privato, ma così non è stato fatto.

Anche in Mediterranea SPA, la società del gruppo Iride che gestisce l’acqua a Genova città, sono presenti azionisti privati, del calibro di Veolia e Impregilo

Berlusconi  (con la gioia della Lanzillotta), con l’art. 23 bis  della legge 133/08, che riforma i servizi pubblici locali, vuole privatizzare anche l’acqua, entro fine 2010:

Un grande casino.

 

Intanto continuano le speculazioni, crollano i valori delle azioni di Iride, diminuiti del 45% negli ultimi 6 mesi,  si sono dati dividendi anche agli azionisti privati, con la benedizione di molti, e il silenzio di parecchi che si definiscono ancora di sinistra  

Noi desideriamo e crediamo sia possibile, anche per la UE, affidare il SII ad Aziende Speciali, senza fini di lucro, con obbligo di pareggio, che ricevano anche una parte di  finanziamento dallo Stato.

E’ il senso della proposta di legge del Movimento italiano dell’Acqua.

Chiediamo e lottiamo perchè negli Statuti dei Consigli Comunali si scriva che l’acqua  

 è  un bene e che il Servizio Idrico è un servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica

I sapientoni della finanza e i loro lacchè politici, contemporaneamente e sempre in nome del libero mercato, rinazionalizzano le banche e privatizzano i beni comuni!

In questa tremenda crisi mondiale, salviamo l’acqua pubblica, ripubblicizziamola.  

 No all’AGGREGAZIONE Iride Enia!



Martedì, 11 novembre 2008