La moratoria sui processi di privatizzazione dell’acqua è proprio una vittoria?

di Salvatore Carnevale

Sarà pur vero che la moratoria sui processi di privatizzazione del servizio idrico per 12 mesi si bloccherà sia gli affidamenti a società miste pubblico/privato, sia a società tutte private, ma anche a società completamente pubbliche, per intenderci in house (come dice Walter Mancini Prc), ma se passa la finanziaria e rimangono invariati l’art. 85 e 87 i comuni con partecipazioni azionarie in s.p.a. che gestiscono il Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) e non solo (rifiuti, gas etcc.), saranno costretti a cedere i titoli azionari. E’ in questo contesto che noi saremo costretti a vivere il PARADOSSO della proposta di legge d’iniziativa popolare (L.I.P.) per la ripubblicizzazione dell’acqua le cui 400.000 mila firme sono state consegnate in parlamento al Presidente della Camera, infatti se i partiti facessero passare i punti salienti della nostra proposta di legge dopo l’approvazione della finanziaria, con dentro l’art. 85 e 87 invariati, ad opera degli stessi partiti, i cittadini per ripubblicizzare sarebbero costretti a ricomprarsi i titoli azionari delle s.p.a. (nei migliori dei casi) che gestiscono il S.I.I.. In molti altri invece i titoli azionari sono già nelle mani delle multinazionali o in procinto di essere acquistati.

Vorrà dire che l’attuale miliardo (circa) di euro in titoli azionari in possesso delle 6 multinazionali raggiungerebbe una cifra stratosferica tale da non consentire più una ripubblicizzazione dell’acqua poichè il carico finanziario per i cittadini sarebbe altissimo, tranne in quei pochissimi comuni gestori delle fonti non ancora assaliti dalle multinazionali e che in un prossimo futuro potrebbero rischiare "l’embargo".

Una volta la politica era intesa come strumento per trovare soluzioni ai problemi sociali oggi invece mi sembra uno strumento mercantile dei beni comuni. Dalle nostre parti si chiama camorra legalizzata. Saluti

Salvatore Carnevale



Mercoledì, 07 novembre 2007