Un bel mercoledì

(trad. Maria G. Di Rienzo)

Ringraziamo Maria G. Di Rienzo[per contatti: sheela59@libero.it]per averci messo a disposizione queste sue traduzioni.


Notizia n. 1

Le donne afgane chiamano alla pace, di Pam O’Toole per BBC NEWS, 12.12.2007, trad. Maria G. Di Rienzo
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Moltissime dicono di non poterne più della violenza. Hanno tenuto incontri di preghiera in tutto il paese per chiamare alla pace e condividere le proprie esperienze. Le organizzatrici stimano che oltre 1.000 donne abbiano partecipato a questi incontri nelle sei principali province afgane. L’evento, chiamato Preghiera nazionale delle donne per la pace, si è tenuto nelle province del sud di Kandahar e Helmand e altrove. Tali iniziative sono assai inusuali in un Afghanistan lacerato dalla guerra. Il paese resta profondamente conservatore e patriarcale, soprattutto al sud. Quando fu permesso a diverse centinaia di donne di pregare in pubblico, a Kandahar, all’inizio di quest’anno, si disse che si trattava del primo evento del genere in assoluto. Ora, mentre la violenza si diffonde nel paese, donne di altre cinque province si sono aggiunte a quelle di Kandahar, per far sentire le loro voci, che chiedono pace. Rangina Hamid, una delle organizzatrici, dice che ciò mostra l’unità delle donne afgane: “Non penso sia mai accaduto prima nella storia dell’Afghanistan. In primo luogo, il fatto che sei differenti province lavorino insieme senza null’altro scopo che la pace. Da tutte si è levato lo stesso alto grido: le donne sono nauseate e stanche degli omicidi già avvenuti e di quelli che avverranno.”

Le organizzatrici spiegano anche che alcune donne afgane erano chiaramente preoccupate dell’essere coinvolte in tali eventi. La madre di Kandahar che per prima ha gettato il seme degli incontri ha chiesto che il suo nome non venga pubblicizzato, perché la sua famiglia non approverebbe. Rangina Hamidi racconta che quelle che hanno partecipato all’evento a Kandahar erano particolarmente sollevate dal fatto che l’incontro pubblico non fosse stato investito da minacce o aggressioni: “Invero, stavano rischiando le loro vite. Non sapevamo come la cosa sarebbe stata vista. E per essere oneste, non abbiamo informato le forze di sicurezza affinché ci proteggessero. Volevamo che il tutto fosse il più naturale possibile. In questo modo, quando le donne agiscono da se stesse, si sentono fiere di ciò che fanno, e fiere delle loro sorelle.”

Le organizzatrici aggiungono che gli incontri di mercoledì 12 dicembre segnano l’inizio di un movimento: lo scopo, ora, è di diffondere eventi simili in tutte le 34 province afgane.



Notizia n. 2

Niente paura, di Dalia Nammari per The Associated Press, 13.12.2007, trad. Maria G. Di Rienzo



Ramallah, West Bank. I pedoni palestinesi sono rimasti sorpresi all’inusuale vista di poliziotte che dirigevano il traffico a Ramallah, mercoledì 12 dicembre. Si tratta del primo gruppo di donne che si avventurano in un mestiere tradizionalmente riservato agli uomini nella West Bank. Le ufficiali di polizia indossano pantaloni blu scuro e camicie celesti, e molte indossano anche un fazzoletto dello stesso colore dei pantaloni. Alcuni poliziotti prendevano in giro con disprezzo le colleghe al loro primo giorno di lavoro. Queste donne sono la prima classe di poliziotte palestinesi ad aver completato gli studi sponsorizzati dall’Unione Europea, e fanno parte di uno sforzo diretto a migliorare le mal equipaggiate forze dell’ordine palestinesi. Non dirigono solo il traffico; i loro compiti includono il monitorare le strade, le perquisizioni di edifici e i controlli di sicurezza diretti alle donne nelle prigioni e nelle università. Ruoli in cui le donne abbiano autorità sono cose che fanno aggrottare la fronte alla società conservatrice palestinese, ma molti passanti uomini hanno detto di essere rimasti impressionati dalle ufficiali di polizia. “E’ meraviglioso vedere legge ed ordine venire dalle donne palestinesi.”, ha detto Fuad Murar, 59enne.

Ashjan Abu Srour, poliziotta 23enne, è una di quelle che indossa il fazzoletto. Mi parla mentre aiuta un’anziana coppia a servirsi del marciapiede. “Ero spaventata, all’inizio, perché la nostra società impone un certo stile di vita alle donne, ma ora, dopo aver passato solo poche ore in strada, paura non ne ho più.” Seconde le stime più recente dell’UE il numero delle donne nelle forze dell’ordine palestinesi era di solo 500 a fronte di 18.000 uomini, ed esse erano per lo più confinate, sino ad ora, a compiti clericali o amministrativi.



Venerdì, 14 dicembre 2007