LA STREGA

di Maria G. Di Rienzo

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59@libero.it) per questo intervento.]

Su Fawza Falih pende una condanna a morte per stregoneria. Oggi, in Arabia Saudita. Arrestata nel 2006 sulla base delle testimonianze dei vicini (uno dei quali sarebbe diventato impotente a causa delle arti malefiche di Fawza), la donna e’ stata costretta a firmare con l’impronta delle dita una confessione estorta a minacce, che non e’ neppure in grado di leggere, perche’ e’ analfabeta. Si e’ difesa in tribunale, raccontando il modo in cui e’ stata costretta a "confessare", ma senza successo. Secondo i giudici del tribunale di Quraiyat, la morte di Fawza sarebbe di "pubblico interesse" e "intesa a proteggere il credo, le anime e le proprieta’ di questo paese". Molto spirituale questo intessere insieme fede, anime e beni immobili, rivelatore direi. Il pene inservibile dell’uomo stregato e’ da annoverare fra questi ultimi? Solo per curiosita’. D’altronde l’Arabia Saudita non ha un Codice penale (ha una legge sulla procedura giuridica emanata nel 2002 che garantisce a malapena il diritto di difesa), quindi le sentenze dipendono spesso dal capriccio del giudice, che puo’ allontanare gli avvocati difensori dall’aula a sua discrezione e non ha l’obbligo di cercare l’evidenza dei reati. Dio lo ispira, naturalmente, e tanto basta. Liberateci dalle vostre superstizioni, uomini di (poca) fede. Voi giocate con le astrazioni, noi perdiamo la vita. Liberate Fawza, che se pure cantasse incantesimi da mane a sera non vi ha fatto alcun male. Riconoscete il sacro nei suoi occhi, nelle sue mani, nel suo respiro. E inchinatevi ad esso. Nulla di lei vi appartiene.

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Fonti: Arab News, Associated Press, International Herald Tribune.



Luned́, 18 febbraio 2008