MOOLAADE’: la ribellione protettiva

di Doriana Goracci

A Palazzo Gentili, sede della Provincia, oggi 23 novembre a Viterbo potevano entrare tutti, ma quelli veramente attesi erano gli studenti, anzi diciamo le studentesse.
La giornata anticipava il 25 novembre dedicato alla violenza contro le donne. C’erano molte giovanissime e anche alcuni ragazzi, accompagnati da parte del corpo insegnante, erano presenti Alessandro Mazzoli, presidente della provincia di Viterbo, Daniela Bizzarri consigliera alle pari opportunità e Lina Novelli, consigliera con delega. Hanno annunciato un premio per il miglior video tra le scuole sulla violenza alle donne per il prossimo 8 marzo, sono stati interventi concisi e molto sentiti, di quelli poco preparati , perchè vissuti sulla pelle, è stato poi introdotto il il bellissimo film -Moolaadé, di Sembene Ousmane , che la giornalista Alice Casalini definì nel 2006 "una favola violenta". Il film, credo girato in Senegal, inizia proprio come una favola: narra di una certa Collé Ardo, che sette anni prima si era rifiutata di sottoporre la figlia al rito dell’escissione e che proteggerà quattro piccole donne,ancora bambine da questo rito da cui erano fuggite, con il Moolaadé che è la protezione accordata a qualcuno in fuga. Il film è di Ousmane Sambene, un regista che iniziò ad esserlo tardi, a 40 anni, un signore che si rese conto che il cinema poteva più di un libro far prendere coscienza, per usare le sue parole, fare "azione politica" per il suo paese con un alto tasso di analfabetismo.Raccontacome in una favola la storia di tante donne, vittime in nome della tradizione e di una,quella diversa, quella che si ribella. E’ un film denuncia, girato con eccezionale maestria fotografica, un film che fa ridere e pensare, un film per le donne e sulle donne, un film che deve essere visto anche dagli uomini, gli altri protagonisti della vicenda. Mi sono dilungata su Moolaadè perchè l’i’idea di un concorso per le scuole con un video sulla violenza contro le donne mi è sembrata una gran bella idea in questa provincia viterbese. Spero che la visione spezzata e non ultimata, per andare incontro(?) ai tempi dei presenti, il fuggi-fuggi di molte studentesse dopo neanche un’ora, la vacua espressione della maggior parte dei presenti, non sia il sintomo di questa nostra malata società, analfabeta come quella africana, che non sa più leggere, non solo la carta stampata, ma neanche lo sguardo di chi chiede aiuto, senza andare tanto lontano...Scordavo di dire che è stato del tutto casuale il modo con cui sono venuta a sapere di questa mattinata intensa e ricca di spunti, tanto che rientrata a casa, per avere dei riferimenti, mi sono collegata su internet e non ho trovato su Tuscia Web, il più noto giornale online viterbese, un bel niente di questa iniziativa , mentre nel mezzo troneggiava una notizia, evidentemente per il direttore ben più importante:" Saranno davvero della Tuscia i protagonisti del film a luci rosse “Voglia di sesso a Viterbo”?“
Ripenso all’anziano regista africano che morì a 84 anni e disse : "Quello che mi interessa è esporre i problemi del popolo al quale appartengo. Non cerco di fare del cinema per i miei piccoli compagni, per un circolo ristretto di iniziati. Per me, il cinema è un mezzo di azione politica, ma tengo ad aggiungere che non voglio fare un cinema di dichiarazioni”.
Sono intervenuta al piccolo dibattito alla fine, ho ricordato, come faccio oggi, che domani si va a Roma, non per shopping, ma per affermare con forza che le donne sanno lottare, con dignità e forza. Che non si può morire di violenza, oltre tutte le malattie che questa società ci regala.
Domani è sabato , 24 novembre 2007, un suggerimento: spegnete la televisione e accendete il vostro sguardo.Suggerite la ribellione protettiva alle donne e agli uomini che avete intorno, forse, ancora possono cambiare e voi starete meglio.


Doriana Goracci
Capranica
23.11.2007



Domenica, 25 novembre 2007