Conferenza internazionale pace - Dallas
Le donne e George Bush

di Ann Wright (trad. M.G. Di Rienzo)

Ringraziamo Maria G. Di Rienzo[per contatti: sheela59@libero.it]per averci messo a disposizione questa sua traduzione.
Ann Wright ha servito per 29 anni nell’esercito statunitense ed è andata in pensione con il grado di Colonnello. Ha anche fatto parte per 16 anni del corpo diplomatico Usa, da cui ha dato le dimissioni nel maggio 2003 per protesta contro la guerra in Iraq) 16.7.2007


Sembra vi siano donne forti che non hanno timore di contrastare George Bush e la sua guerra in Iraq proprio nel suo stato natio, il Texas, ed in particolare nella città di Dallas.
Era l’agosto 2005 quando Cindy Sheehan cominciò i suoi 26 giorni nella fossa di Crawford, in Texas, come aveva annunciato a Dallas alla Conferenza nazionale dei Veterani per la Pace, nell’intento di sfidare la caratterizzazione della guerra in Iraq come “nobile” fatta Bush e di restare là sino a che il presidente non le avesse risposto. 26 giorni e 12.000 visitatori dopo, Bush non aveva ancora nulla da dire a Cindy.
Lo scorso fine settimana Cindy era a Crawford per consegnare al nuovo proprietario dell’appezzamento di Camp Casey, che lei aveva comprato un anno fa, i documenti relativi. Il 10 luglio, lei ed altre venti persone (inclusa me stessa il primo giorno) hanno dato inizio ad un pellegrinaggio che durerà 19 giorni e toccherà 16 città: un “Viaggio per l’Umanità”. Il viaggio andrà da Crawford a New York e toccherà Washington il 23. Qui Cindy intende chiedere a Nancy Pelosi di mettere l’impeachment di Bush e Cheney “sul tavolo”. Se Pelosi non intende rimuovere il proprio veto al procedimento dell’impeachment, Cindy si candiderà contro di lei per il seggio al Parlamento.
Mentre Cindy lasciava il Texas, un’altra donna forte ha detto il fatto suo a George Bush. L’undici luglio, nel suo saluto alla Conferenza internazionale di pace delle donne, che si teneva proprio a Dallas, la Nobel per la Pace irlandese Betty Williams ha detto ad oltre mille persone che l’amministrazione Bush è stata “sleale, ha agito in modo sbagliato e anticostituzionale” invadendo ed occupando l’Iraq. Williams ha aggiunto che: “Il mondo musulmano sta ora soffrendo in modo incredibile. Sino a che il Presidente degli Usa non verrà chiamato a rispondere per ciò che sta facendo e ciò che ha fatto, nessuno nel mondo musulmano lo perdonerà.” Fra gli applausi del pubblico, Williams ha chiesto l’impeachment per Bush e Cheney. La donna si è anche scusata per aver detto scherzando: “In questo momento sono così esasperata che potrei ucciderlo, George Bush. Ma non si può uccidere qualcuno in maniera nonviolenta. A volte i miei sentimenti prendono il sopravvento su di me, ma non potrei mai uccidere nessuno, anche se sono estremamente arrabbiata con l’amministrazione Bush e con ciò che essa ha fatto.” Secondo il quotidiano Dallas Morning News, la conferenza ha ricevuto 40 e-mail di minacce e insulti in risposta al suo intervento. Betty Williams vinse il Premio Nobel per la Pace nel 1976, per aver creato un gruppo che diede inizio ai colloqui di pace nell’Irlanda del Nord.
Il 13 luglio un’altra donna forte, la Premio Nobel americana Jody Williams si è aggiunta con i suoi commenti alle vincitrici del Nobel per la Pace che sono contro la guerra. Jody, che è stata arrestata durante le proteste negli Usa prima che la guerra contro l’Iraq avesse inizio, ha detto che è stanca e nauseata dal fatto che i neo-con persistono nell’equiparare la pace alla codardia. Ha fatto notare che i leader hanno sempre delle scelte su come rispondere alle situazioni. La pace si dà quando la scelta è nonviolenta. Jody ha aggiunto che la violenza è una scelta comune fra uomini che si sentono assai volenterosi nel mandare a morire in guerra i figli degli altri e crede che il responso militare agli eventi dell’11 settembre sia stata la scelta sbagliata: una forte azione di polizia internazionale contro quelle azioni criminali avrebbe prodotto risultati migliori nel portare i responsabili di fronte alla giustizia, ed avrebbe salvato migliaia di vite e risparmiato miliardi di dollari. Jody Williams ha anche detto che bisogna passare dal concetto di sicurezza legato allo stato ad un concetto di sicurezza che sia legato alle persone: la sicurezza centrata sullo stato preserva coloro che sono al potere, anziché coloro da cui sono stati eletti affinché li servissero.
Quando le hanno chiesto se Bush e Cheney debbano essere sottoposti all’impeachment, Jody ha risposto che se gli elettori credono che questo sia necessario devono fare tutta la pressione possibile sui loro deputati. Jody Williams e la Campagna internazionale per il bando delle mine vinsero il Premio Nobel per la Pace nel 1997: fu il loro lavoro a produrre un trattato internazionale contro l’uso delle mine antiuomo, un trattato che gli Usa si rifiutano ancora di firmare.
Vi erano altre donne forti alla Conferenza di Dallas, che in solidarietà con le donne irachene hanno redatto il documento “Richiesta di riparazione per le donne dell’Iraq”, in cui si rigettano le politiche che hanno portato gli Usa in guerra in Iraq e si rigetta la guerra stessa come metodo di risoluzione dei conflitti internazionali. Il documento recita: “Siamo profondamente addolorate per il caos e la distruzione che si sono abbattute sul vostro paese. Siamo donne, come voi. Come voi abbiamo figli e figlie. Nessuna di noi ha allevato i suoi bambini affinché uccidessero o venissero uccisi in guerra. Insieme, come donne, noi troveremo il mezzo per por fine al ciclo della guerra, nel paese e ovunque sulla Terra. La responsabilità è nostra. Il momento è ora.”
Questa risoluzione chiede alle donne di impegnarsi per l’immediato ritiro, a fasi, delle truppe Usa e della coalizione; per l’invio di una forza di peacekeeping; per la collaborazione diretta a fini umanitari delle donne americane ed iraniane al fine di ricostruire il paese e dare ad esso sollievo, sostenere i rifugiati e gli orfani, creare centri appositi per il servizio a costoro all’interno dell’Iraq ed ai suoi confini; per la concessione di asilo incondizionato da parte degli Usa per le donne irachene ed i loro figli, e per il sostegno finanziario che contribuisca a creare abitazioni sane, servizi di base, rifugi a protezione dei bambini iracheni.
Il documento non è sponsorizzato dalla Conferenza internazionale, ma è stato creato da donne che vi partecipavano e che credono all’importanza delle voci e delle azioni delle donne per portare pace in Iraq. Numerose organizzazioni, inclusa Codepink, forniranno informazioni sul progetto di assistenza umanitaria internazionale coordinato da queste donne.
Di nuovo donne forti hanno dato una scossa all’opinione pubblica su Bush, la guerra in Iraq, e l’impeachment. Sono tutte buone ragioni per tornare spesso a Dallas!



Martedì, 17 luglio 2007