INTERCETTATE

di Doriana Goracci

Sembra una sconcertante metafora, dato lo stato fallimentare del nostro sistema fiscale, ma succede che la Commissione tributaria della Lombardia, con una sentenza, credo senza precedenti, ha deciso che anche le prostitute devono pagare le tasse, dal momento che una di loro aveva presentato una dichiarazione dei redditi non veritiera. Noi donne dovremmo quindi concludere che arrivano davvero a guardare dentro le nostre mutande :preti e padroni. Siamo spropositatamente intercettate, come lo sono le persone o le cose che non giungono a destinazione: come l’informazione.

Giungono a destinazione solo certe notizie, certe terribili notizie di donne finite tra i rifiuti, magari a pezzi o mangiate dai cani, finiscono a buon fine le news di bambine, oggetti di torture sessuali, giunge a buon fine, sulle infami poltrone dei salotti televisivi, l’urlatrice che ha turlupinato le donne, la pazza che ha ucciso il figlio, l’opinionista politica, la classe della psicologia pagata a suon di promozione libraria e collaborazionista. Si , avete letto bene, collaborazionismo come in guerra. Tutto il nostro vivere si configura in uno scenario bellico:le coreografie da avanspettacolo, il non pensare al futuro, il godimento triviale, la fame sordida del superfluo, la paura e ancora la paura della perdita delle cose prima che delle persone, l’informazione che trasuda propaganda, il porta a porta con il potere più ruffiano, il dire e il non dire, il far fallire qualunque speranza, l’osanna nell’alto dei cieli della delega e della parata, la notizia drogata . Dai a me che ci penso io. E se non me la dai, te la prendo.

E noi, imbambolate intercettate, non arriviamo mai alla meta, fino in fondo. Non solo non arriviamo alla poltrona ma a volte neanche a casa. Alle volte c’è la menata vera, alle volte quella del tipo:" no basta con questa storia della violenza alle donne, siamo tutti nei guai..." Alla fine ci siamo tradite da sole,delle autokapò, in quanto nessuno ci è nemico, ci capiscono tutti di questi tempi e non sanno da dove cominciare, preti padri padroni. I compagni sono affaticati e a disagio, la cosa rossa li ha lasciati di merda e non sanno più dove trovare quella che faceva le fotocopie e poi diceva" va bene, stasera vengo a casa tua e ti faccio una carbonara, come quella della mia mamma". Pare non sia cambiato niente, a volte quella ragazza te lo dice ancora che ta la da la carbonara e anche qualcos’altro. Siamo nel 2007 e le donne dovrebbero farsi giustizia da sole, a partire da loro, non prendersi più niente gratuitamente, neanche la violenza. Le Mujeres de Negro il 25 novembre a Madrid saranno in piazza, in nero e in silenzio. E’ il giorno internazionale del no alla violenza contro la donna e loro sostengono: " Diciamo che il militarismo e il patriarcato si alimentano reciprocamente, rafforzando i valori che si assegnano al maschile e concedendogli il primato sul femminile e che dobbiamo cominciare a cercare soluzioni perché il nostro corpo cessi di essere questo campo di battaglia".

Sabato 24 novembre, data la nostra disperazione, tenteremo anche noi, donne italiane, di manifestare. Ci accolgono, ci fanno passeggiare a Roma, chissà cosa gli dovremo ancora dare, quali immagini pacifiche e non violente, giocose e colorate dovremo offrire, per essere non intercettate e giungere alla meta...eppure il bottino se lo sono scambiato mi pare. O NO?

Doriana Goracci



Venerdì, 23 novembre 2007