Relativamente alla femminilità psicologica, la storia presenta dimostrazioni fisiologiche dellinferiorità femminile, da parte di antichi e recenti studiosi. Nel 1938 Jung tiene una conferenza agli Eranos, con lintento di rivelare lo sfondo archetipico dellidea dellinferiorità femminile, con la relazione dal titolo “Aspetti psicologici dellarchetipo della madre” in cui si riscontra un collegamento tra larchetipo materno con la terra, loscurità, il lato abissale delluomo. Il problema viene risolto in parte dallassunzione del femminile con il dogma ecclesiastico dellAssunzione. La trasformazione della nostra visione del mondo presuppone la trasformazione della visione del femminile nellimmagine unitaria del mondo con la concezione unitaria del sé. Lidea dellinferiorità del femminile risulta paradigmatica nella comparsa di problematiche nelle aree psicologiche, sociali e metafisiche. Nella Genesi il maschio risulta precondizione della femmina e fondamento della sua possibilità. Nellembriologia, il logos subisce linfluenza dei mitemi della creazione con teorie influenzate dalle fantasie di coniunctio, di unione e congiunzione. Eschilo nelle Eumenidi presenta Apollo come il “generatore” che getta il seme e nellinterpretazione di Bachofen viene affermato il patriarcato sul matriarcato, come posizione archetipica basata sulla fantasia attribuita ad Apollo. La fantasia apollinea presenta linferiorità femminile della tradizione occidentale, in cui la coscienza maschile si distingue dalla visione adamitica del culto androgino delluomo mistico. Le teorie della procreazione consistono in mitemi della creazione con problemi di ordine ontologico. I cristiani si chiedono se Habet mulier animam, se la femmina possiede il seme. Aristotele attesta linferiorità femminile, sostenendo che la femmina non possiede il seme, ma solo la materia catamen, il mestruo, per cui il principio generatore attivo non è la madre, ma il padre. Diogene di Apollonia determina la donna con inferiore anima ed intelletto. Tommaso dAquino sostiene che la femmina è “ignobilior e vilior” per limpotentia generandi. I padri della chiesa manifestano misoginia nei confronti della donna. Più tardi Galeno attribuirà alla donna la parità biologica e riproduttiva, ma sempre con una relazione misogina, perché gli organi riproduttivi stanno allinterno, nella zona del perineo, per cui la femmina risulta essere incompleta. Dunque il maschio si presenta come prototipo compiuto e realizzato, mentre la femmina è un essere in nuce perché i suoi organi riproduttivi non sono esterni, ma racchiusi nel perineo. Dunque ho esaminato alcuni esempi di fantasie dellinferiorità femminile attraverso i mutamenti storici nella concezione maschile. Quando viene asserita una nominale superiorità femminile come con Galeno e Freud, si verifica solo unenantiodromia, una ripetizione unilaterale, perché subentra la necessità della coniunctio per la procreazione, per la trasformazione del mestruo in semi. Dunque nella storia del pensiero si attestano due errori quali la fantasia di precondizione di Adamo rispetto ad Eva e la fantasia apollinea rispetto a cui la femmina non procrea. La fantasia apollinea è una struttura archetipica delle teorie del corpo, per cui si attesta la superiorità della coscienza maschile e linferiorità di ogni opposto ad essa congiunto. Al 1603 risale la prima opera inglese sullisteria di Jorden, il primo spartiacque tra superstizione e possessione rispetto alla superstizione moderna dellisteria. Homberger sostiene che dove viene diagnosticata listeria la misoginia non è lontana. Nei secoli listeria viene identificata con la mancanza di fede. Infatti nel Malleus Maleficarum, documento ecclesiastico utilizzato per lo sterminio delle “streghe”, il termine femmina viene scomposto etimologicamente con fe (fede) e minus (meno) per cui la donna avrebbe meno fede rispetto alluomo. Dunque ci si chiede quale archetipo sta dietro listeria e quale weltanschauung si manifesta. Dioniso, il dio delle donne, nel suo epiteto risulta androgino, maschile e femminile insieme, uniti dallinizio nella coniunctio come dato nellunione degli opposti, secondo la tradizione neoplatonica. La coscienza monoteistica comporta la hybris nellaccettazione di un solo dio. Secondo Jung lio come sé presenta molti esempi archetipici, per cui spesso lio è un singolo sé rappresentato da immagini di unità, quali il mandala, i cristalli, le sfere. Quindi secondo Jung il sé e gli archetipi costituiscono lantico modello dei molti nelluno e delluno nei molti, nella molteplicità differenziata dei daimones e delle creature mitiche del mondo archetipico, come pluralità del sé. Questa dichiarazione di politeismo psicologico costituisce il preambolo per levocazione di Dioniso, che è il dio folle della pazzia. Il dionisiaco porta allinterno della psicologia delle possibilità terapeutiche, in quanto il mitico consiste nello speculum dello psicologico, presentando significati soggettivi soggiacenti negli eventi psichici. Il mito e la psicologia sono in rapporto nella metapsicologia, in quanto gli eventi dionisiaci sono espressioni mitiche che hanno un senso nellermeneutica psicologica. Limmagine bisessuale nella coniunctio alchemica di Jung rappresenta la struttura bisessuale di Dioniso e mette così fine alla misoginia. NellIsteria il demoniaco, il dionisiaco, viene e va e non possiamo manipolarlo e questi movimenti nellio sconfinano nel circolo maniaco depressivo e nella folie circulaire, per cui secondo Freud le reazioni isteriche coincidono con una bisessualità prodromica, mentre per Jung il fine dellanalisi coincide con laccettazione della femminilità, per cui linferiorità femminile non è una misoginia biologica, ma psicologica. Nella teoria atomistica di Democrito, gli atomi sono concepiti come idee archetipiche e immagini primordiali, quali prodotti originali del fattore psichico nel parallelismo universale dei motivi mitologici delle immagini primordiali o archetipi, secondo cui lanima è dotata di una componente femminile e ctonia. Lanima, in senso psicologico, sempre secondo Jung, è presente nelle sizigie egiziane e dei popoli antichi, come immagini universali e divine come coppie di maschile e femminile, di coniunctio e genitoriali, secondo una mitologia primitiva e secondo la filosofia cinese classica con la coppia cosmogonia dello yin (femminile) e dello yang (maschile). Il rapporto con i genitori risulta la vera origine delle idee religiose e ateistiche inconsce, infatti nella storia dei popoli gli archetipi sono in forma di miti. La proiezione è un processo inconscio e automatico di un contenuto del soggetto non cosciente che si trasferisce sulloggetto, tanto da sembrare appartenente alloggetto stesso. Le imago parentali proiettate, cioè sottoposte al processo di proiezione, diventano casi di traslazione.
Gli aspetti psicologici dellarchetipo della madre.
Larchetipo è un sinonimo di idea in senso platonico. Nel Corpus Hermeticum il dio è disegnato come la luce archetipica, tò archétupon fos, larchetipo della luce, quale immagine primordiale. Nella controversia sugli universali, il nominalismo sconfigge il realismo in un capovolgimento accompagnato dallapparizione dellempirismo, per cui lidea non è a priori, ma risulta elemento secondario e derivato. Limmagine originaria, lidea, diventa un flatus vocis. I pensieri primordiali hanno un significato universale secondo letnopsicologia nella scuola di Durkheim, da Bastian, a Hubert a Mauss, per cui in ogni psiche coesistono forme, mitologemi, disposizioni, idee, in senso platonico che preformano e influenzano i pensieri, i sentimenti, le azioni. Nei simboli della trasformazione secondo Jung sono descritte le proprietà dellarchetipo nei poli estremi della “madre amorosa” e della “madre terrificante”, per cui larchetipo della madre è il fondamento di un complesso materno che, sia nelle nevrosi e nelle psicosi, presenta disturbi affettivi, per cui gli effetti dellarchetipo della madre sul figlio maschio sono lomosessualità, il dongiovannismo e limpotenza, mentre il complesso materno sulla figlia femmina presenta ipertrofia femminile o atrofia e nello sviluppo femminile si nota il riaffiorare di istinti femminili o materni. Leros si può presentare solo in dimensione materna. Oppure quando si riscontra un esagerato sviluppo delleros si manifesta una inconscia relazione incestuosa con il padre, per cui il soggetto femminile vive intense relazioni romantiche, ma sensazionali con uomini sposati, dove lobiettivo primario della donna è distruggere il matrimonio, la coniunctio archetipica, anche se poi linteresse svanisce per mancanza di istinto materno.
I misteri della donna.
I miti e i rituali delle antiche religioni rappresentano proiezioni di realtà psicologiche e di fantasie di gruppo. Con lanalisi dei sogni e delle fantasie dellindividuo, si scoprono atteggiamenti psicologici, sotto la facciata e laspetto consci, in rapporto con il problema personale. I sogni e le fantasie delluomo moderno somigliano ai miti primitivi e antichi. Jung in Psycology of Unconscious cerca di comprendere i problemi personali dellindividuo con le immagini collettive dei sogni, che dipendono, negli individui, da un irrisolto adattamento collettivo. Uninterpretazione psicologica del principio femminile è raffigurata nei miti, nella storia e nei sogni, dove risale larchetipo femminile nei riti, nei costumi dellantichità, da cui psicologicamente si ricava una visione ampia del mondo psichico della donna. Occorre una propria visione del mondo al femminile, una weltanschauung, un adattamento fondamentale al mondo, ai rapporti sociali ed economici, alle formulazioni interiori filosofiche o religiose. Se la donna non risulta in contatto con il principio femminile nelle leggi della relazione, non padroneggia il regno femminile dei rapporti umani. Il rifiuto del principio femminile è causa di acute sofferenze sul piano personale, di vita, nellincapacità di stabilire rapporti soddisfacenti. Attualmente si manifesta la necessità di un nuovo rapporto con il principio femminile per controbilanciare lunilateralità del prevalente mondo maschile nella civiltà occidentale. Secondo le credenze dei popoli antichi, la luna ha una forza fertilizzante di efficacia universale ed è il principio fecondatore della donna presso i nigeriani, i buriati e i maori. Infatti questi popoli sostengono che la donna ha il ciclo mestruale quando appare la luna. I popoli primitivi ritenevano che la donna ha la stessa natura della luna, per la tendenza ad ingrossarsi (effetto mimetico) e perché il ciclo mensile presenta la stessa durata di quello lunare. Il principio femminile deve psicologicamente essere considerato con una concezione diversa rispetto a quella del movimento femminista o della mascolinizzazione della donna moderna. Il principio femminile controlla la vita fisica e lessere psicologico interno nelluomo e soprattutto nella donna. Il principio femminile, leros e il maschile, il logos, funzionano sia nelluomo che nella donna. Nella nostra civiltà patriarcale si manifesta il predominio dellelemento maschile sul principio femminile, per cui si ha una superiorità del maschile sul femminile e questo dogma è scosso dalla rivoluzione delle donne nella vita sociale. I costumi sociali in tutto il mondo considerano la donna un tabù nel periodo mestruale. Si pensa allimpurità della donna, allinfezione o alla contaminazione nel contatto. Lo sviluppo del tabù mestruale è una necessità per le popolazioni primitive, nel procedere dellevoluzione culturale, perché senza la salvaguardia del tabù risulta impossibile sviluppare un valore sessuale e liberarsi dal dominio dellistinto animale per combattere il reale pericolo psicologico, dovuto ai fattori emotivi delleros. Nella luna luomo scorge il simbolo della natura della donna nellesperienza di una vita ciclica e in quanto erratica, mutevole, volubile, non degna di fiducia. Frazer con la parola greca Parthenos (vergine), riferita ad Artemide, indica la donna non sposata nellidentificazione con le donne non sposate, ma non caste, quali le dee asiatiche della fertilità, venerate con riti di licenziosità in santuari popolari. La Vergine Maria viene venerata come vergine, ma, secondo la tradizione popolare, partorì figli carnali, dopo la nascita verginale del primogenito. Dunque la verginità è una qualità, uno stato soggettivo, un atteggiamento psicologico che si distingue dal fatto esterno e fisiologico. Il termine vergine presenta dunque un significato diverso da quello attuale, quando è riferito alle dee antiche, per indicare una donna con molte esperienze sessuali e con un significato contrapposto a quello di donna sposata. Le dee lunari dellAsia, dellEuropa e del Nuovo Mondo presentano la caratteristica della vergine, una in se stessa, nellimmacolata concezione e i cui figli muoiono e risorgono e sono dispensatrici di fertilità. In conclusione, listintività femminile non risulta sempre distruttiva se finalizzata e indirizzata e orientata allamore umano e allo sviluppo culturale: è una forza di grande valore. Nel poema di Eliot “La terra desolata”, individui e società manifestano disprezzati fattori emotivi accumulati nellinconscio, per cui il conscio si presenta arido. Quindi la sterilità della vita può essere curata dalleros, ossia dalle emozioni rimosse e dalla rimozione dei valori umani, che costituiscono le parti psichiche più cariche di energia, in seguito al processo di rimozione. Di conseguenza, risulta necessaria una differenziazione di questi regni della psiche trascurati, per far fronte allirruzione dellinconscio, attraverso la forza dellindividualità, tramite il principio dellindividuazione, del “vai a te stesso”.
Laura Tussi
Domenica, 26 ottobre 2008
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