Negli ultimi tempi abbiamo assistito, in Italia, a numerosi e gravi attacchi alla libertà delle donne e allindifferenza verso la violenza quotidiana che le donne subiscono in famiglia e nella società. Anche nel campo dei diritti civili non vediamo miglioramenti, nonostante tutte le chiacchere sulle “quote rosa” in verità non si afferma una vera politica paritaria e generalmente le donne sono assenti nei luoghi decisionali.
Lattacco alla legge 194 è lennesimo esempio, per questo abbiamo partecipato a vari incontri insieme a tante donne per la difesa di questa legge che riguarda le norme per la tutela sociale della maternità e linterruzione volontaria di gravidanza. Le donne immigrate ricorrono allaborto più delle donne italiane. Infatti i dati nazionali parlano di una media del 26% di donne straniere sul totale delle donne che ricorrono allinterruzione di gravidanza. Nella nostra provincia, per esempio, il 45% degli aborti nellultimo anno è stato fatto da donne straniere. Quali sono le cause di queste cifre, non particolarmente alte in numeri reali, ma cosi significative nel confronto con le donne italiane? Si sa per esempio che una buona parte delle interruzioni volontarie delle gravidanze avvengono entro i primi due anni di permanenza in Italia, cioè in una situazione che viene definita “spaesamento” culturale, affettivo, sociale. Spesso le donne non trovano i metodi anticoncezionali che usavano nel paese di origine, senza contare che nella civile Italia non esistono anticoncezionali gratuiti ed una scatola di pillole costa ben 14 €. Inoltre molti medici non danno le opportune informazioni e rifiutano di prescrivere la pillola del “giorno dopo”. Ma cè anche una scarsa conoscenza del proprio corpo, lincapacità per molte di riconoscere il periodo fertile e luso improprio di contraccettivi (il 44% delle straniere che hanno abortito è rimasta incinta nonostante ne facesse uso). Molte inchieste inoltre dicono che il 70% motiva la interruzione di gravidanza con “ragioni economiche” perchè ha uno o più figli; per le “badanti” per esempio, significa non disporre di una casa propria, di una vita propria, per loro fare un figlio equivale a perdere il lavoro e anche il tetto. Tuttavia i dati più allarmanti sono quelli che riguardano gli aborti clandestini: alcune immigrate abortiscono in casa o fuori dai servizi per vergogna, scarsa conoscenza della legge ma soprattutto per paura provocata non solo dalla mancanza del permesso di soggiorno ma anche da organizzazioni criminali che sfruttano il corpo delle donne e le costringono anche ad aborti clandestini mettendo a rischio la loro salute e qualche volta persino la vita. Anche nel campo della prevenzione la situazione delle donne immigrate è molto grave non solo riguardo i contraccettivi e linterruzione volontaria di gravidanza, ma anche il parto, pap test, menopausa, prevenzione del tumore al seno, allutero… E da quindici anni che lAssociazione Cittadini del Mondo si muove a favore delle cittadine e dei cittadini immigrati, tutelando e difendendo diritti che vengono spesso dimenticati. Anche in questo caso ci sentiamo impegnate/i per migliorare non solo la situazione della nostra salute ma anche le condizioni generali della nostra vita.
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Sabato, 08 marzo 2008
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