DONNE DA SUICIDARE: contro coscienza

di Doriana Goracci

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Il capo del Risveglio locale, alleanza di tribu’ che si battono contro il terrorismo, non è morto stamattina come avrebbe voluto la donna suicida che voleva ucciderlo.

E’ accaduto a Baquba in Iraq , vicino a un checkpoint, ne sono morti altri con nomi non importanti, almeno 10. Di nuovo c’è che è stata una donna ad aver compiuto la strage, anche se non è una notizia: Palestina Afganistan Irak Cecenia, hanno già visto donne suicide. Di femmine come uomini malriusciti , come le definì San Tommaso d’Aquino, " breccia del demonio" come Tertulliano, di donne sante e guerriere e martiri, è lastricata la strada delle religioni. Il masochismo femminile esplode, si fa esplodere per il dolore.

Già ad aprile del 2003, due donne con dell’esplosivo addosso si lanciarono contro un posto di blocco americano vicino alla diga di Haditha, a nord-ovest della capitale, causando la morte di tre soldati, oltre che la propria. L’attentato fu reso noto dall’agenzia ufficiale irachena, l’Ina, che lo presentò come un enorme successo. Al Jazira mostro’ un video preregistrato, nel quale le due aspiranti suicide annunciavano che si sarebbero immolate per l’Iraq e per Saddam Hussein, erano giovani, avevano il capo coperto con una kefiah bianca e rossa, reggevano un kalashnikov nella mano sinistra e un Corano nella destra.

Alle due martiri il leader baathista conferì due delle piu’ alte decorazioni militari: la medaglia di Umm Al Marik , la ’Madre di tutte le battaglie’, e quella di Al Rafidayn. Alle famiglie fu promessa una ricompensa di 50 milioni di dinari.

Erano già entrati in azione i manganelli elettrici in mano ai "guardiani della morale" perché certi giovani "sono lascivi, ascoltano musica ad alto volume, le ragazze non si coprono, si mescolano con i maschi"…

Credo che la prima suicida fu una ragazza di 17 anni del sud del Libano di nome Sanaa, appartenente al "partito di Dio": si fece esplodere a bordo della sua Peugeot bianca, uccidendo due soldati israeliani. Lasciò un video nel quale diceva: "Non sono morta, cammino con voi. Canto, ballo, realizzo il mio sogno. Non piangete per me, siate felici e sorridete. Ora ho le radici nella terra del Sud e la irrigo con il mio sangue e il mio amore".

Seguirono altri tentativi sventati, poi a gennaio del 2002 si uccise la prima donna palestinese, Wafa di 28 anni con questa storia: orfana di padre, allevata dal fratello, sposata, sterile, ripudiata. Le apparve una via d’uscita onorevole il suicidio. La seguirono altre sei. In un’intervista televisiva si apprese poi che le famiglie delle donne suicide ricevevano un sussidio di 200 dollari al mese, la metà di quelle dei martiri maschi.Più di tre anni fa la madre della prima martire disse: "Ogni giorno è un giorno di lacrime. Mi assicurano che mia figlia è in paradiso, ma questo solo Dio lo sa e ancora non è venuto a dirmelo".

Tornando all’Iraq, era il 6 dicembre del 2005 quando due donne poliziotto provocarono all’Accademia di polizia a Baghdad 36 morti come affermò il ministro dell’Interno iracheno Bayane Baqer Soulagh anche se la notizia che gli attentatori suicidi fossero due donne era stata in precedenza smentita dal comando Usa. Solo due giorni prima il settimanale americano Newsweek dedicava la copertina alla questione delle donne kamikaze islamiche con il titolo "Donne e Terrore" , paventando raffiche di attentati in Europa e Stati Uniti ad opera di donne. Il 9 novembre una donna dall’aspetto occidentale, munita di un passaporto dell’Unione europea, convertita all’islam più radicale, un ultimo marito marocchino, il nome cambiato in Myriam si era fatta saltare per aria in un attacco contro la polizia irachena nei pressi di Baquba e suo marito fu abbattuto subito dopo dai militari americani.

In un comunicato del 2005 le Donne di RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan) in occasione del 10 dicembre dichirarono tra tante altre cose che "Il numero crescente di donne suicide è il miglior esempio della violazione dei diritti umani in Afganistan. Secondo i dati Unicef, il 65% delle 50000 vedove a Kabul pensa che il suicidio sia l’unica opzione possibile"…"L’istituzione di organi indipendenti come la Commissione per i Diritti Umani e il Ministero per gli Affari Femminili sono soltanto una operazione di facciata per gettare polvere negli occhi del nostro popolo e della comunità mondiale, per nascondere questa catastrofe dei diritti umani".

Dio patria famiglia: in nome di questa santa triade si fanno guerre. Le donne continuano ad uccidersi ed uccidere per amore, di quel genere "santo" che non ci libera mai, che incatena alla morte, anche giorno dopo giorno.

Intanto quì in Italia si parla di "migliorare" una legge, la 194, una legge delle donne. Una donna, Franca Rame, si dimette dal Senato perchè stanca di votare contro coscienza. Resistere per esistere, niente di politicamente corretto, tra bene e male, tra Eva e Maria, scelgo Eva come sorella, quella che offre una mela ad Adamo, una possibilità di sapere.

Doriana Goracci



Mercoledì, 02 gennaio 2008