Campagna “Difendiamo chi difende i diritti umani delle donne in Iran”

di M.G. Di Rienzo

Ringraziamo Maria G. Di Rienzo[per contatti: sheela59@libero.it]per questo suo intervento

Le attiviste per i diritti umani delle donne stanno facendo esperienza di una nuova fase di oppressione governativa, che va dagli interrogatori da parte di agenti del controspionaggio alla galera. Tutte vengono accusate di azioni contrarie alla “sicurezza nazionale” per le loro attività, completamente legali, che promuovono i diritti umani delle donne e obiettano alla loro discriminazione.
Zeinab Peyghambarzadeh, studentessa di sociologia e membro dell’organizzazione degli studenti universitari “Daftar Tahkim Vahdat” è l’ultima vittima in ordine di tempo. E’ stata portata alla prigione di Evin il 7 maggio u.s., perché la sua famiglia non è in grado di pagare la pesante cauzione richiesta per lasciarla in libertà. Durante le ultime settimane, dozzine di attiviste per i diritti umani sono comparse nei tribunali o portate in uffici del controspionaggio o della polizia per gli interrogatori.
Gli arresti sono cominciati l’anno scorso, il 12 giugno, durante una manifestazione pacifica che protestava contro le leggi che discriminano le donne in Iran. Più di settanta donne vennero arrestate. Durante una seduta della corte che ne giudicava tre, il 4 marzo 2007 numerose sostenitrici delle accusate hanno manifestato davanti al tribunale. Il raduno, assolutamente pacifico, è stato disperso con estrema violenza, e 33 altre donne sono state arrestate. A tutte queste donne viene contestato di minacciare la “sicurezza nazionale”, e tutte verranno processate. Fra esse ci sono due intellettuali femministe, Noushin Ahmadi Khorasani e Parvin Ardalan, ovvero le principali ispiratrici della campagna “Un milione di firme”, che invoca uguaglianza di genere e mutamento delle leggi discriminatorie. In prigione con la sentenza definitiva ci sono già le organizzatrici della campagna Fariba Davoudi Mohajer, Sousan Tahmasbi e Shahla Entesari. Nel frattempo, gli uffici di tre ong legate all’iniziativa sono stati perquisiti e poi chiusi dalle forze dell’ordine. I loro conti bancari sono stati congelati e le loro attività si sono praticamente chiuse.
Per la campagna “Fermiamo per sempre le lapidazioni”, Shadi Sadr, Asien Amini e Mahboubeh Abbasgholizadeh, già fra le arrestate del 4 marzo, hanno avuto i loro uffici chiusi dalle autorità e presto saranno processate.
Una petizione internazionale che chiede la cessazione della persecuzioni contro le attiviste iraniane, indirizzata al presidente Mahmoud Ahmadinejad, è visibile al sito:
http://www.meydaan.org/English/petition.aspx?cid=52&pid=12
Per sapere di più sulla campagna “Un milione di firme” potete andare al sito:
http://we-change.org/english
e per quella riguardante le lapidazioni: http://www.stopstoning.org/
E’ anche possibile contattare direttamente Shadi Sadr (shadisadr@gmail.com) o Soheila Vahdati (soheilavahdati@gmail.com).

M.G. Di Rienzo



Sabato, 26 maggio 2007