Dialogo interreligioso. «Un obbligo e un privilegio»

di Agenzia NEV del 9-7-2008

Proseguono gli incontri promossi dalle istituzioni europee


Roma (NEV), 9 luglio 2008 - Si è svolta a Bruxelles, il 3 luglio, la terza sessione di Seminari di dialogo cristiano islamico promossi dalle istituzioni europee ed organizzati dalla Conferenza delle chiese europee (KEK), dalle Conferenze episcopali della Comunità europea (COMECE) e dalla Fondazione Adenauer. L’incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti delle comunità cristiane e islamiche dei paesi dell’Unione, si è svolto in una sede del Parlamento europeo ed ha visto la partecipazione di alcuni politici e funzionari europei.
Un’analisi sulla situazione generale dell’islam in Europa, è stata fornita da Sara Silvestri, docente a Cambridge e alla City University di Londra, la quale ha sottolineato come per interi secoli l’islam abbia contribuito alla cultura e alla ricerca scientifica dell’Europa. La presenza di importanti comunità musulmane nei paesi europei non è quindi una assoluta novità; d’altra parte, ancora più che in passato, l’islam europeo si mostra alquanto differenziato al suo interno, al punto che la categoria dei “musulmani” è tutt’altro che monolitica.
Il dialogo tra le due comunità di fede - ha ancora osservato Silvestri - cresce in un contesto di secolarizzazione e di perdita dei valori spirituali; d’altra parte il dialogo interculturale promosso dalle istituzioni europee deve tendere a valorizzare l’impegno delle comunità di fede nella costruzione del bene comune.
Il punto di vista islamico è stato espresso dallo Sheikh serbo Abdullah Nu’man che ha rilevato come una serie di norme erroneamente attribuite al Corano, in realtà siano retaggio delle culture tradizionali e non costituiscano affatto elementi fondamentali della fede. Sheikh Nu’man ha quindi denunciato come inconsistente e priva di realismo la paura dell’invasione islamica e dell’imposizione nel contesto europeo della shari’a, la legge islamica. Appare invece molto reale - ha affermato con preoccupazione - l’ondata islamofobica che attraversa l’Europa, un pretesto razzista per discriminare l’islam e i musulmani.
Il vescovo ortodosso Emmanuel, metropolita di Francia e rappresentante del patriarcato ecumenico presso l’Unione europea, ha quindi suggerito che le sfide connesse al dialogo interreligioso vengano riconosciute come aspetti fondamentali della politica multiculturale dell’UE. L’Europa soffre ancora di una paura istintiva nei confronti dell’islam che produce pregiudizi e rapporti distorti con questa comunità di fede. Al contrario l’islam è una delle radici dell’Europa e, per legittimarne il radicamento nel continente, non c’è alcun bisogno di “europeizzarlo”. Al contrario, è cruciale il ruolo dei media: sarebbe importante che anche all’islam fosse garantito l’accesso ai canali della comunicazione di massa, senza pregiudizi e distorsioni; un altro passo importante sarebbe l’insegnamento della storia e dei principi dell’islam nel sistema scolastico. Soltanto valorizzando gli elementi comuni tra le religioni piuttosto che enfatizzando le differenze - ha concluso il metropolita Emmanuel - cristiani e musulmani potranno identificare priorità comuni e offrire una visione all’Europa.
L’europarlamentare danese Margrete Auken, intervenuta a conclusione della sessione, ha affermato che per le istituzioni continentali il dialogo con le religioni è al tempo stesso “un obbligo e un privilegio”.
La quarta ed ultima sessione di questi dialoghi, che si svolgono nell’Anno europeo del dialogo interculturale, si svolgerà l’11 settembre.



Giovedì, 10 luglio 2008