Un incontro speciale di martedi scorso

di Alberto Mori

Il 29 Maggio 2007 si è svolto a Milano il consueto incontro del gruppo internazionale giovani presso il centro missionario scalabriniano.

È l’ultima tappa di un itinerario che ci ha condotto sulle strade della diversità e comunione in dialogo per la pace.

Uno sforzo graduale d’incontro con la Parola che ci ha aperto di più l’intelligenza delle scritture e di come l’uomo è spinto sempre di più verso la relazione con l’altro.

Al centro di quest’esistenza l’eucarestia, spirito di sacrificio che si dona per amore e che dovrebbe diventare logica di vita di ciascuno di noi.

C’immergiamo in un clima fortemente spirituale invocando lo Spirito Santo, forza che trasfigura la nostra vita in una dimensione d’amore assoluta.

Con il cuore in mano inneggiamo a Dio con due salmi: il primo il salmo 103 partecipano a questa lode a Dio tutti gli esseri creati che aspettano tutto dal Padre, ricevendo in primis il respiro, la vita da LUI; solo il Padre è capace di rinnovare la faccia della terra e di far sussultare ogni cosa solo con il suo sguardo.

Per ciò che il Padre ha fatto e continua a fare per il bene dell’umanità ringraziamo Dio con il salmo 66, invitando tutti i popoli a lodarlo.

Il centro della serata è la rilettura della Pentecoste, evento in cui Gesù mantiene la promessa che aveva fatto ai discepoli prima della passione: mandare il Consolatore, il Paraclito ovvero lo Spirito Santo per rimodellare tutti i cuori dei credenti nell’amore trascendente del Padre.

Il brano degli atti degli apostoli (2,1-12) con la discesa di lingue di fuoco sugli apostoli che diventano capaci di parlare tutte le lingue del mondo, ci fa toccare la potenza dello Spirito Santo e la sua azione rigeneratrice nella storia umana.

Lo Spirito, una delle tre Persone della Trinità, è uno spirito d’amore depositato da Dio in noi che fa diventare ciascuno chiamato ad essere secondo la sua vocazione.

Ricorda la nostra origine e la nostra meta, c’insegna a conoscere la storia dell’altro facendoci passare da un economia di chiusura in noi stessi ad un’economia della convivialità delle differenze.

Ciò che rende un uomo veramente uomo è andare verso l’altro ed è ciò che c’indirizza a far ciò è lo Spirito Santo che invochiamo nella preghiera finale.

Lo Spirito Santo ci fa essere famiglia nella diversità delle nostre persone, in cammino per una via aperta che incrocia i nostri passi migranti, con la festa della Pentecoste che ci avvolge e trasfigura il giorno, utilizzando la nostra umana fatica, le nostre stesse “Torri di Babele” che capovolte, possono diventare vasi scavati per accogliere lo Spirito Santo




Mercoledì, 06 giugno 2007