Palermo, 14 dicembre 2007 - Sarà presentato giovedì 20 dicembre, alle 16,30, presso la saletta di Confindustria Sicilia, in
via Alessandro Volta 44 a Palermo, il libro "La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia", scritto dal
giornalista del Sole 24Ore Nino Amadore, edito da La Zisa e in librearia in questi giorni. Oltre allautore,
parteciperanno allincontro Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, Ettore Artioli, vicepresidente di
Confindustria con delega per il Mezzogiorno, Gaetano Paci, magistrato della direzione distrettuale antimafia di Palermo,
Giovanni Fiandaca, ordinario di diritto penale dellUniversità di Palermo, ed Elio Cardinale, preside della facoltà di
Medicina e chirurgia delluniversità di Palermo.
Il LIBRO - Gli imprenditori siciliani hanno integrato il codice etico con indicazioni precise di non collaborazione con le
cosche, di obbligo di denuncia per le richieste del racket. Una strada che dovrebbe essere seguita anche dagli Ordini
professionali vista la mole di soggetti coinvolti in inchieste di mafia e spesso condannati. Commercialisti, avvocati,
ragionieri, architetti, ingegneri, medici e così via coinvolti in inchieste di mafia, condannati e spesso rimasti al loro
posto a presiedere i loro ben avviati studi professionali. Sono loro i rappresentanti della Società civile cui si è rivolto
anche il presidente della Repubblica recentemente, con un appello alla solidarietà antimafia, che però non hanno fiatato. I
rapporti dei liberi professionisti con la mafia, quell’intreccio diabolico che ormai va sotto il nome di “zona grigia”.
Insomma le collusioni, penalmente rilevanti o meno, sono l’oggetto di indagine del libro “La zona grigia, professionisti al
servizio della mafia” scritto dal giornalista del Sole 24Ore Nino Amadore ed edito dalla casa editrice palermitana La Zisa
(www.lazisa.it). Il tentativo dell’autore è quello di cogliere i contorni delle collusioni, di capire quali e quanti
professionisti sono stati censurati dai rispettivi Ordini professionali per conclamati rapporti con Cosa nostra. E si
scopre che i medici, nel solco di una tradizione che porta al capomafia corleonese Michele Navarra, hanno più di tutti
fornito i quadri dirigenti a Cosa nostra: basti pensare al boss Giuseppe Guttadauro, medico divenuto capo del mandamento
mafioso di Brancaccio, quello dei fratelli Graviano mandanti dell’omicidio di don Pino Puglisi. Ma non mancano poi le
storie di avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti. Insomma quel mondo che ha dato e spesso dà sostegno alle varie
mafie nel nostro Paese. Quel mondo che, attraverso il supporto tecnico, assicura ai boss spesso ignoranti solide vie per
riciclare il denaro proveniente da estorsioni, traffico di droga e altre attività criminali. Temi ancora di recente
sollevati nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e ribaditi più volte dal capo della Direzione nazionale
antimafia Pietro Grasso. Ma i numeri, per capire la qualità delle collusioni, non ci sono. Non li ha la Direzione nazionale
antimafia , non li ha la commissione parlamentare Antimafia. Li ha forniti e li fornisce lo stesso Amadore: in Sicilia in
dieci anni sono stati almeno 400 i professionisti finiti nei guai per aver avuto contatti con la mafia.
“Il mio – spiega l’autore – è un tentativo: quello di disegnare i confini di questa zona grigia, di quantificare il
fenomeno, di individuare le responsabilità”. Responsabilità che, in tema di lotta alla mafia, ci sono e sono evidenti: sono
quelle degli Ordini professionali i quali finora, a differenza di quanto fatto dagli imprenditori, si sono interrogati poco
sulla necessità di prendere una posizione netta contro il crimine organizzato. “Gli Ordini – continua Amadore – hanno un
ruolo importante nella nostra società. Ecco perché io credo che una condanna chiara senza equivoci della mafia, che abbia
magari un riscontro nei codici deontologici , potrebbe avere un effetto rivoluzionario. E impedire, per esempio, che un
commercialista sospettato di aver riciclato il denaro di una cosca possa dire: mica posso chiedere la fedina penale ai miei
clienti”.
__________________
Davide Romano Ufficio stampa La Zisa via Marchese Di Villabianca, 120 - 90143 Palermo (Italia) cell. +39 3284728708 - e-mail: presidente@lazisa.it - stampa@lazisa.it web: www.lazisa.it
Venerdì, 14 dicembre 2007
|