Cultura

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«Alla riscoperta delle nostre radici»

Il santuario di S. Antonio di Grottole.. un luogo da salvare
email: amicipoesia@hotmail.com

Dell'Associazione "Amici della Poesia", Via Campobasso, 8 - 75014 Grassano (Matera).

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Come è nata la mobilitazione per salvare il Santuario (La storia della nostra avventura)...

Era una Domenica come tante altre quando un piccolo gruppo di "amici" decise di andare a visitare l'altopiano di "Sant'Antun" di Grottole, un luogo su cui i nostri nonni e i nostri genitori ci avevano raccontato mille storie e leggende... Dalla piazza di Grassano riuscivamo pure a vedere la tozza sagoma dell'altipiano all'orizzonte... sembrava così vicino ma mai nessuno di noi, ora per un motivo ora per un'altro, aveva visitato quel colle...
Ci avviammo con due macchine in un assolato pomeriggio e, dopo un quarto d'ora, già ci inerpicavamo sulla strada sterrata che portava al Santuario... L'aria si faceva sempre più fresca, un odore di menta selvatica ci avvolgeva, mentre a ogni curva un orizzonte sterminato si apriva al nostro sguardo...

Giunti sull'altopiano  fummo subito colpiti dalla mole di un grande rudere posto quasi sulla strada. Ci fermammo...
Era il resto di una torre o di una fortificazione... Tra l'erba affioravano resti di mura, di case, di camminamenti..   Solo dopo avremmo saputo che quello era quanto restava di Altojanni, o Altogianni, un'insediamento fortificato di cui oltre il nome poco o nulla si sa. 

Riprendemmo la corsa verso il Santuario di S. Antonio Abate che si trova all'estremità dell'altopiano... L'odore di menta era diventato assai forte, il caldo afoso invece sembrava sparito e un vento leggero accarezzava le nostre guance. Grosse croci di legno a distanza regolare fiancheggiavano la strada sterrata... Mentre alcuni nibbi incuriositi ci volavano sulla testa...

Ma eccoci al santuario...  Unica emergenza architettonica su un altopiano brullo e senz'alberi.  Ci fermammo... Da vicino sembrava imponente... Come ci avevano raccomandato i nostri parenti facemmo i tre giri rituali e beneaugurati intorno alla struttura del Santuario... man mano che camminavamo vedevamo scorrere davanti a noi un antico pozzo-cisterna, un loggiato settecentesco, antichi portoni in pietra grezza medievali e muri attraversati da crepe larghe un braccio...

I segni della passata grandezza erano evidenti ma anche i segni lasciati dai vandali e dall'incuria.  Scritte oscene sulle pareti, resti di fuochi accesi agli angoli dell'antica struttura, stanze al piano di sopra colme di immondizia... Solo la chiesa era sbarrata...
Davanti a tanta bellezza offesa sentimmo salire dentro di noi la rabbia... Incominciammo a discutere animatamente su quanto vedevamo... Ma cosa potevamo  fare, eravamo solo dei giovani come tanti alle prese con i problemi di ogni giorno, il lavoro, l'amore, la fede, il futuro...   Cosa potevamo fare noi piccoli signor nessuno? Ci sentivamo impotenti...

Allora Antonietta, la più piccola e saggia del gruppo, disse delle parole che non dimenticherò mai: "perché non iniziamo a fare qualcosa, poi si vedrà!" .  Decidemmo che qualcosa potevamo pur fare...
Nei giorni successivi andammo a trovare il giovane parroco di Grottole, Don Vincenzo Di Lecce, che aveva in custodia il Santuario. Gli raccontammo ciò che avevamo visto, delle emozioni che avevamo provato, gli chiedemmo che cosa si poteva fare...
Allora D. Vincenzo sorridendoci ci disse che, anche se era giunto a Grottole da pochi mesi, era rimasto anche lui colpito da quel luogo, "purtroppo sono solo, ma datemi una mano e qualcosa insieme faremo".

Decidemmo di cominciare, dopo quindici giorni inaugurammo il sito sul Santuario coinvolgendo l'Associazione "Amici della Poesia", di cui facevamo parte, iniziammo ad organizzare le aperture, i vespri e le visite guidate al Santuario... 

Prendeva vita un'avventura che ancora non è finita...  

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Il SANTUARIO... un luogo da riscoprire (due notizie sul Santuario)

Ormai da troppi anni l'incuria e il silenzio dell'abbandono sono scesi sull'antico Santuario dedicato a S. Antonio abate, che si trova nell’agro del Comune di Grottole, in provincia di Matera (Basilicata). Ma nonostante ciò la religiosità che emana questo luogo e la devozione dei fedeli verso il Santo è ancora oggi intatta e capace di attirare persone di ogni età. Per questo da alcuni mesi ci stiamo battendo per salvare dal degrado quest’antico santuario .

La chiesa è ancora in buone condizioni, ma lo stesso non si può dire dei locali annessi al Santuario che mostrano profonde lesioni strutturali. Si tratta dell'antico "conventino" dove alloggiavano i "fratocchi", ovvero i custodi del santuario e i pellegrini di passaggio: profonde lesioni solcano le pareti, il tetto minaccia di venir giù da un momento all'altro e alcuni muri, in quest'ultimo anno, si sono inclinati paurosamente...

Da parte nostra, stanchi di promesse abbiamo deciso di reagire a questo immobilismo realizzando una serie di iniziative con cui stiamo cercando di raccontare la storia del Santuario, del suo degrado e della sua passata grandezza.

In questo modo vogliamo contribuire a riscoprire questo luogo e l'intenso spirito religioso che lo impregna, ma sopratutto chiedere aiuto a tutti "gli uomini di buona volontà" che vorranno lottare con noi per permettere la rinascita materiale e spirituale di questo Santuario... Ecco la nostra speranza... Ecco il nostro impegno...

 

La storia del santuario

Il santuario di S. Antonio abate si erge sul crinale di fosso Magno a pochi chilometri dai ruderi dell'abitato di Altogianni. Probabilmente è la più antica costruzione religiosa esistente nel territorio del comune di Grottole, dal quale dista 14 chilometri. La storiografia ottocentesca afferma che venne edificato dopo il 1371 per volere della regina Giovanna I e completato nel 1380.

Successivamente alla chiesa venne annesso anche un piccolo ospedale per la cura dei lebbrosi e dell’Herpes zoster, conosciuto anche col nome di "fuoco di S. Antonio". Una malattia curata nell’antichità dai Canonici dell’Ordine Antoniano di S. Antonio abate di Vienne, a cui venne affidata inizialmente la gestione del Santuario.

A partire dal XVIII sec. fino al 1860, il Santuario fu alle dipendenze dell'Ordine Costantiniano, anche se i suoi Rettori furono sempre di nomina regia su proposta della Curia ecclesiastica; dal 1860 il Santuario passò alle dipendenze della diocesi di Matera.

La struttura architettonica del Santuario è assai semplice. La chiesa ha una facciata a capanna ingentilita da una finestra circolare, ora murata, mentre sul portone d'entrata troviamo in una piccola nicchia una statua policroma del Santo.

L'interno della chiesa è diviso in due navate, in fondo alla navata centrale vi è l'altare maggiore, rivestito con lastre di marmo, che accoglie in una nicchia un’antica statua di Sant'Antonio Abate. A destra dell'altare maggiore si apre la porta di accesso alla piccola sacrestia, mentre ai lati del presbiterio vi sono due nicchie che custodiscono due statue raffiguranti i santi taumaturghi: S. Vito e S. Biagio.

Per secoli il santuario è stato meta di pellegrinaggio per quei fedeli che avevano infezioni della pelle o delle vie respiratorie. Salivano al Santuario attraverso sentieri lunghi e tortuosi, molti giungevano in chiesa camminando a piedi scalzi e con i capelli sciolti, in segno di penitenza, altri invece preferivano il dorso del mulo o dell'asino. Giunti al Santuario, secondo una vecchia consuetudine ancora oggi rispettata, compivano tre giri intorno alla chiesa prima di entrarvi. I tre giri erano dedicati alla Santissima Trinità, affinché purificasse l'anima dei pellegrini.

Il Santuario viene aperto tradizionalmente due volte l’anno, in occasione della festa liturgica di S. Antonio abate, che ricorre il 17 gennaio, e per la festa popolare che si svolge in onore del Santo il primo martedì successivo alla Pentecoste e che è preceduta da una notte di veglia.

Per ulteriori informazioni visitare il sito

http://spazioweb.inwind.it/grottole/santuario.htm


"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996