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Max Josef Metzger aveva le idee chiare. Anche se sempre con modalità non violente, egli lottò fin dal primo istante contro il nazismo promuovendo il vero antidoto contro di esso, cioè la cultura della pace e dellunità tra i popoli. Per questo venne più volte incarcerato, fino alla condanna a morte eseguita il 17 aprile 1944 con decapitazione mediante ghigliottina. La gran parte delle lettere pubblicate nel libro "La mia vita per la pace" (a cura di Lubomir Zak, San Paolo 2008) furono scritte nel braccio della morte, in attesa dellesecuzione capitale. Metzger aveva le mani sempre, ininterrottamente, legate. Tale situazione, che portava normalmente i detenuti alla disperazione e alla pazzia, a lui non fece mai perdere la lucidità, la gioia di vivere, la cura per gli altri. Le lettere scritte con le mani legate sono un documento straordinario della forza immortale della verità: vi si trovano passi di lungimirante penetrazione sociopolitica, di forte spessore ecumenico, di grande profondità mistica e spirituale. Le riflessioni sulla morte sono tra le pagine più alte della spiritualità del Novecento. Il volume riporta in appendice i documenti della burocrazia nazista sul processo e sullesecuzione capitale e si apre con una prefazione del cardinale Walter Kasper.
------------------------- Max Josef Metzger (1887-1944) morì come martire "per la pace del mondo e lunità della Chiesa". Ordinato sacerdote nel 1911, fu cappellano dellesercito tedesco durante la Prima Guerra mondiale. Tornò dal fronte con la convinzione che il più grande servizio che la Chiesa era chiamata a compiere era quello al servizio dellunità tra gli uomini, di cui lunità tra i cristiani doveva essere il primo indispensabile passo. Scrisse a Pio XII una lettera profetica in questa direzione, prefigurando la necessità della convocazione di un concilio ecumenico. Nel 2006 sono iniziate le pratiche per la causa di beatificazione. ------------------
Mercoledì, 23 aprile 2008
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