Recensione
Una lettura molto stimolante

di Giovanni Sarubbi

“Le donne di Marx”, di Mario Pancera edizioni Rubettino


Faccio parte di quella folta schiera di persone che ha letto le opere di Marx ed Engels senza interessarsi in modo approfondito alla loro storia personale, alle loro gioie o ai loro dolori. Questo credo succeda quando si ha a che fare con persone che hanno dato un contributo consistente all’aumento della conoscenza umana, qualsiasi sia il campo in cui hanno esercitato la loro azione, o hanno svolto un ruolo determinante in campo religioso o sociale. E Marx ed Engels, qualsiasi cosa si possa pensare della loro filosofia, hanno dato un contributo formidabile alla filosofia e alla storia dell’umanità degli ultimi 150 anni.
Leggere così questo piccolo libro di Mario Pancera “Le donne di Marx”, edizioni Rubettino, è stata per me una vera scoperta. Io, come tanti, sapevo che Marx era stato aiutato economicamente da Engels, ma non avevo idea della profonda miseria e degli infiniti lutti e dolori che hanno caratterizzato la sua vita e quella della sua famiglia. Lutti e dolori vissuti prevalentemente al femminile ma tutti sopportati e vissuti con grandissima dignità, nel rispetto e nella condivisione assoluta per le idee di Karl Marx e per le sue battaglie ideali e politiche.
Scrive Pancera che il suo libro “si pone uno scopo: di avvicinare i lettori alle biografie (sono numerose e alcune di notevole valore) dei personaggi di casa Marx e dintorni, ma anche alla loro attività, ai testi che ci hanno lasciato e che in buona parte, nel bene e nel male, hanno contribuito a dare una svolta al mondo, traghettandolo dal secolo dei lumi a quello del nucleo e della navigazione nell’universo”. Ed è uno scopo credo del tutto raggiunto. Alla fine del libro la voglia di continuare a conoscere la storia dei Marx aumenta, così come aumenta la voglia di approfondire la storia in generale, cosa questa altamente meritoria.
La parole, si sa, sono ambigue e col passare del tempo cambiano significato. Fra cinquemila anni, se l’umanità così come noi la conosciamo, esisterà ancora, non capirà nulla o quasi nulla dei nostri testi e delle nostre lingue. C’è quindi bisogno di un continuo lavoro di esegesi dei testi, per capire il loro significato per chi li ha scritti e per chi li ha letti e trasformati in proprie azione, come succede per gli scritti religiosi o per quelli filosofico-politico come quelli di Marx. Conoscere la storia personale di chi ha scritto i testi è dunque fondamentale per la esegesi. Non ha caso per testi come la Bibbia si parla di “esegesi storico-critica” dove diventa fondamentale conoscere il contesto storico nel quale quei testi sono nati ed il significato vero che quelle parole avevano per i loro autori. Ed il racconto delle storie personali degli autori, la dove queste sono note, diventa fondamentale per comprendere i loro testi e per attualizzarli, per trasformarli in “sapienza” per la vita quotidiana di ognuno. Sotto tale aspetto il libro di Pancera è molto importante e compie un’opera meritoria di stimolo alla conoscenza e alla comprensione della nostra storia.
Ma il libro di Pancera è anche importante perché è incentrato sulle molte donne di casa Marx. Le società patriarcali, come è ancora oggi ed in larga parte anche la nostra società, hanno relegato le donne nel ruolo esclusivo di riproduzione della specie e hanno tolto loro qualsiasi dignità umana. Scoprire le figure femminili di casa Marx, la loro grande spiritualità, il loro grande spirito di sacrificio è una bellissima cosa, restituisce dignità alle donne, mette in luce che un’altra visione della donna è possibile, che esse possono svolgere nella società ruoli di direzione materiale e spirituale.
E oggi che siamo subissati da immagini femminili tutte sesso e cervello vuoto, scoprire ad esempio la figura di Jennychen Marx “donna attiva, sensibile e infaticabile, amante della poesia e del teatro,ferma sostenitrice della rivoluzione teorizzata dal padre”, riconcilia con la vita.
Alla fine del libro, dopo aver letto le immani sofferenze che la famiglia Marx ha subito (miseria, lutti continui, malattie, persecuzioni poliziesche), è inevitabile rimanere con l’amaro in bocca pensando a ciò che sono diventati oggi i partiti comunisti che le idee di Marx ed Engels hanno contribuito a realizzare. Amarezza che è diventata, mi si passi l’espressione, ancora più amara dopo aver assistito in queste ultime settimane ai congressi dei due partiti che in Italia si chiamano ancora comunisti. In ciò che resta oggi in Italia del Partito Comunista c’è tantissimo arrivismo, idee largamente lontane dalla filosofia e dalla spiritualità di Marx ed Engels, nessuno spirito di sacrificio o abnegazione per la causa degli ultimi della terra ma edonismo ed egocentrismo. Viene da chiedersi: caro Marx, cara Jenny, cara Jennychen, cara Laura, cara Eleanor, cara Lenchen, ne è valsa la pena soffrire così come avete sofferto voi? Leggendo il libro credo che loro continuerebbero a rispondere di si, un si deciso, un si che nasce dalle loro convinzioni profonde, un si che non si nasconde dietro l’opportunismo e la malafede dei molti che hanno attraversato e continuano ad attraversare la strada di chi si è schierato dalla parte degli ultimi e che ci ha lasciato l’idea di un mondo altro, un mondo nuovo, una nuova umanità che spetta a tutti noi costruire.
Grazie Mario.


Giovanni Sarubbi



Mercoledì, 30 luglio 2008