Cultura - Recensioni
La bisessualità psicologica

di LAURA TUSSI

Recensione al libro edito da Magi “Il Maschile e il Femminile cent’anni dopo” di Natan Schwartz-Salant e Murray Stein.


Il maschile e il femminili attualmente costituiscono concetti e emblemi che permeano le relazioni umane e i rapporti tra generi.
L’archetipo è il prodotto delle esperienze primordiali dell’umanità relative agli aspetti fondamentali della vita. Non è possibile entrare in rapporto diretto con l’archetipo, ma si possono percepire i suoi effetti, come immagini simboliche, in ogni genere di manifestazione psichica: sogni , sintomi nevrotici, visioni, arte, fantasia, prodotti dell’immaginazione libera, oltre che nei miti, nelle fiabe e nella religione.
"Anima" è un concetto filosofico che, da tempi immemorabili, parla dell’uomo all’uomo. E’ la musa ispiratrice di poeti, letterati e artisti in genere, che a Lei si richiamano più o meno consapevolmente.
Anima viene definita in diversi modi da C.G.Jung: principalmente per indicare l’aspetto controsessuale, meno conscio, della psiche maschile, che deriva dalla sedimentazione di tutte le esperienze dell’uomo con la donna.
Anima ed Animus sono personificazioni di una natura femminile nell’inconscio dell’uomo e di una natura maschile nell’inconscio della donna.
Tale bisessualità psicologica corrisponde, in termini biologici, a quel minor numero di geni che sembra formare un carattere del sesso opposto e che, per la sua minore potenza, resta solitamente inconscio.
Per citare Jung "il femminile fa parte dell’uomo come sua femminilità inconscia", mentre per la donna "anch’essa ha un’immagine innata dell’uomo".
Queste immagini costituiscono un insieme ereditario inconscio d’origine molto remota, innestate nel sistema organico; sono degli "archetipi", sintesi di tutte le esperienze ancestrali e di tutte le impressioni. L’archetipo dell’Anima non rimanda a nessun concetto religioso di stampo dogmatico. Essa rimanda a quanto di più vivo, spontaneo, aprioristico c’è nella psiche, nei suoi umori, reazioni, impulsi.
"E’ qualcosa che vive di per sè, che ci fa vivere; una vita dietro la coscienza, alla quale non può essere completamente integrata e dalla quale, piuttosto emerge." L’immagine dell’Anima, sostiene Jung, è proiettata dagli uomini sulle donne (mentre in queste ultime è l’immagine corrispondente, l’Animus, ad essere proiettata sugli uomini). L’Anima permette l’accesso al mondo del trascendente, del metafisico e degli dei.
"Tutto quel che l’Anima tocca diventa numinoso, cioè assoluto, pericoloso, soggetto a tabù, magico”.
In quanto vuole la vita, l’Anima vuole il bene e il male e crede nel bello e nel buono. E’ occorsa una lunga differenziazione cristiana per chiarire che il bene non è sempre bello e che il bello non è sempre buono. L’Anima è conservatrice e si attiene in modo esasperante all’umanità antica. Perciò appare spesso e volentieri in veste storica, dimostrando predilezione per la Grecia e l’Egitto".
Il confronto con l’Anima richiede molto più coraggio che il confronto con l’Ombra proprio perché qui si entra nel terreno proibito degli dei: si entra cioè in quei fatti psichici che fino ad ora non è molto furono, e ancora spesso sono, proiettati all’esterno.
Per il figlio è la madre personale il luogo della proiezione dell’Anima quale patrimonio di risorse spirituali e morali. Per l’uomo antico era la dea o la strega. Per l’uomo medioevale l’Anima era proiettata nella Regina del cielo e nella Madre Chiesa.
Il primo momento dell’incontro con l’Anima è generalmente segnato dal suo lato elfico irrazionale ove saggezza e follia sono una cosa sola.


Laura Tussi



Mercoledì, 12 dicembre 2007