RECENSIONE
«BIANCO E NERA»

Un libro di di Federico Bollettin


a cura di Stefania Salomone

Un giovane prete, un uomo, a cui hanno insegnato che il suo dovere primario è parlare di Dio, portarlo a coloro che sembrano non conoscerlo, almeno sui libri.
Improvvisamente l’Africa irrompe nella sua vita, con la sua bellezza, le sue contraddizioni e come d’incanto il parlare di Dio perde ogni contorno; sono gli abitanti di quella terra che gli parlano del Dio che conoscono, che non vedono, ma che si esprime con forza attraverso i cuori e la vita della gente.
Le certezze vacillano, il suo Dio onnipotente sembra non rispondere, sembra non essere presente, si è dimenticato di lui.
Di notte, nel buio di una strada intrisa di “peccato”, ecco di nuovo la sua voce. Una voce di donna che non vuole rinunciare al bambino che porta in grembo, le sue difficoltà, la dignità e la decisione di portare avanti la gravidanza, una vita che non nasce da un rapporto d’amore, ma certo nascerà per l’amore.
E’ Dio stesso che decide di vivere nella storia di due persone che scelgono di amarsi: un prete, una giovane immigrata. Lui già padre senza esserne consapevole, prima e dopo la nascita della bambina. Un ministero da reinventare, una umanità da costruire verso un futuro pieno di colori, di sfumature, oltre il bianco e oltre il nero.
Questo è l’amore di Dio.


Alette
Queste pagine contengono un piccolo tesoro, da maneggiare con cura e attenzione.
Abbiamo deciso di condividerlo dopo anni che è rimasto nascosto nello scrigno della prudenza e della paura.

Queste pagine sono rivolte a coloro che credono nella ricchezza della diversità, dentro e fuori di sè, e soprattutto nella forza misteriosa dell’Amore. Capace di abbattere vecchi schemi, scalfire modelli cristallizzati, accorciare distanze culturali.

Una curva. Di notte. Un giovane prete italiano, Lorenzo, incontra l’Africa, sotto la luce dei lampioni di una città multietnica. L’Africa nera, donna e madre, di nome Kate.
Nascono domande. Cosa potrebbe imparare un uomo bianco da una donna nera?

In un periodo in cui sembra difficile fidarsi di qualcuno, anche di chi ci vive accanto e per il quale proviamo dei sentimenti, questa storia riapre una porta. Fiducia in se stessi, nell’altro, nella natura... É ancora possibile riacquistare coraggio e abbandonarsi disarmati tra le braccia della persona amata per lasciarsi accarezzare il volto?

Dopo aver fatto esperienza della morte, della delusione e della prigione, la Vita ci riserva occasioni di arricchimento, di evoluzione e di liberazione. La resurrezione inizia su questa terra, quando crediamo che i sogni possono diventare realtà.
Forse è necessario deporre le armi della paura e disporsi ad accogliere il diverso dentro e fuori di sé. Non ci sono ricette magiche, occorre provare.

Federico Bollettin, 1975, laureato in teologia, ha frequentato l’Intercultural Institute of Montreal, attualmente lavora come operaio metalmeccanico e collabora con alcune associazioni che promuovono il dialogo interculturale e l’incontro tra i popoli. Accompagna gruppi di persone in Africa alla scoperta della cultura tradizionale. Il suo indirizzo e-mail è: bollettin.federico@libero.it



Giovedì, 04 settembre 2008