Con Andrai e tornerai Umberto Castagna esce dalla lunga consuetudine con gli archivi, che ne ha fatto un esperto agiografo. Ancora oggi la sua penna è richiesta. Ma, per la prima volta - superando con molto coraggio ogni antica reticenza - scrive della sua esperienza personale, e si addentra nelle ansie della crisi esistenziale e nella ricostruzione del lungo travaglio che lo ha portato alla rinunzia di una vita francescana e di un ministero che non ha mai smesso di amare. Ne è nato questo libro, che non è una denunzia: è una testimonianza, e basta. E un racconto di quanto avvenne, di quanti dirupi e sentieri accidentati percorse in quegli anni col cuore in gola a ritroso nella sua vita (ecco il perché del titolo) per capire, per non commettere altri errori, per fare pace con se stesso. Con laiuto di una spietata analisi del profondo, ha sviscerato inesorabilmente la propria storia, alla ricerca delle radici della vocazione alla vita religiosa e dei motivi autentici che lo avevano portato tra le mura di un convento. La scoperta di un cumulo di macerie - la distruzione della sua casa e la tragica morte del padre - gli appare allora finalmente il fondamento fallace della sua vocazione e quindi la fonte riconoscibile dellangoscia e del disordine della vita. Ma uscirne é così doloroso da condurlo sulle soglie del suicidio. " Guarisci presto, Umberto. Torna da me ", gli scrive Nella, la donna apparsa nella sua vita, mentre lanalisi lo rivela a se stesso e lui si chiede: " Guarire da una vocazione? Si può? È lecito? Io ho amato questa vita che mi stava distruggendo...". Altri religiosi e sacerdoti, costretti da motivi diversi ad abbandonare la scelta fatta in gioventù, letto il libro, hanno riconosciuto nella lucida narrazione del suo amaro percorso quello fatto anche da loro, percorso ignorato, o esposto al sarcasmo di un giudizio ingeneroso e superficiale. Certamente, Andrai e tornerai contiene problematiche che possono essere sollevate, ma lo scopo per il quale è stato scritto non è quello di provocarle. E un racconto schietto e senza sottintesi, quasi un romanzo. E la penna consumata di Umberto Castagna ne rende la lettura affascinante e coinvolgente.
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Martedì, 11 dicembre 2007
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