ISLAM: SUNNISMO, SCIISMO, PAESI ARABI, E IRAN. Perché i persiani sono diversi da tutti...
LA PERSIA DI ZOROASTRO (E DEI MAGI), L’IRAN E IL MONDO ARABO. Una nota di Mauro Mauri

(...) Iraniani e arabi sono diversi anche nel misurare lo scorrer del tempo: furono proprio gli antichi persiani a imparare a farlo, osservando il firmamento, ideando così il calendario persiano, tuttora in uso (...)


a cura di Federico La Sala

  Perché i persiani sono diversi da tutti

  “Arabi sarete voi”

 di Mauro Mauri (il Fatto Quotidiano, 07.01.2010)

In occidente c’è l’errata tendenza ad associare l’Iran ai Paesi arabi. Invece sono due realtà distinte, profondamente diverse tra loro che in comune hanno ben poco, forse nulla, nemmeno la coniugazione dell’elemento che in teoria li accomuna - l’Islam - interpretato e vissuto in modo fortemente diverso nonostante principi e valori islamici siano fondanti per entrambe le realtà.

Da una parte il sunnismo dall’altra lo sciismo, da una parte la tradizione religiosa, da tramandare ai figli, accettando quasi acriticamente quanto ereditato, dall’altra la discussione, da porre al centro della vita sociale e il rinnovamento, previo interpretare il Sacro Corano alla luce della realtà odierna. Ovviamente anche le interpretazioni del Libro dei Libri spesso sono opposte, soprattutto se a far ciò sono esponenti riformatori del clero sciita. A prescindere da schieramento politico e senso religioso, dall’essere un fedele che cinque volte al giorno si genuflette verso la Mecca o invece mosso dall’anticlericalismo, ogni iraniano s’imbestialisce se viene accostato a un arabo.

Ciò, oltre che per la maggioranza religiosa, vale anche per atei, agnostici o appartenenti a fedi minoritarie come ebrei, bahai, cristiani e zoroastriani: in Iran la persianità è l’indiscusso valore comune. L’origine dell’avversione per il mondo arabo, che spesso rasenta l’odio, è antica, quasi atavica, e solo in parte dovuta alla recente guerra con l’Iraq.

In sostanza viene rinfacciato agli arabi di aver a suo tempo introdotto e imposto l’Islam nell’antica Persia a discapito dello Zoroastrismo, religione di Stato. Ma a dir questo si porterebbe essere accusati dal regime di apostasia, reato punibile con la pena capitale.

Per la verità l’Islam duodecimano - dei dodici imam - ha assorbito numerosi elementi dal credo autoctono dell’altopiano iranico, in primis le modalità con cui si onorano i defunti: il Gran Ayatollah Montazeri precisò che “nella tradizione sciita sono presenti etica zoroastriana e filosofia greca”. In merito ad Iraq e Saddam: quando l’America lo portò sul patibolo, il mondo arabo e l’intera galassia sunnita del pianeta piansero la morte di chi era considerato un vero eroe. A festeggiare fu un insolito trio: America, Israele e Iran, tutto il popolo, senza distinzioni, Ahmadinejad incluso, imbarazzatissimo dal trovarsi per l’occasione su posizioni identiche a quelle dei due Satana; il giorno dopo, per differenziarsi, lanciò puntuali minacce a Israele.

Parallelamente nel mondo sunnita c’è una diffusa ma sotterranea simpatia per Bin Laden, spesso reputato un correligionario che “forse eccede, ma qualche ragione ce l’ha”, mentre per l’Iran è la più pericolosa espressione del vero e unico nemico: il wahabismo (il movimento radicale saudita, ndr). Gli attacchi alle Twin Towers di New York sono stati vissuti con animo diverso: da una parte si esultava per l’impresa dello Sceicco del terrore, ma a Teheran i giovani deponevano candeline commemorando i morti in modo analogo a quello dei coetanei occidentali. Anche a livello politico la situazione è opposta: la stragrande maggioranza delle nazioni arabe è gestita da semidittature di matrice laica che placano popoli in cui freme l’integralismo e vorrebbero l’applicazione della sharia, la legge islamica. Invece in Iran c’è un regime teocratico che soffoca i sogni di democrazia e libertà della gioventù. A proposito di giovani: se per le strade dei paesi arabi scarseggiano le figure femminili, in coffee shop e gelaterie iraniane le ragazze sono sempre più numerose rispetto ai ragazzi.

Chiaramente anche la questione israelo-palestinese è vissuta in modo diverso: di centrale importanza per l’Umma (la comunità, ndr) arabo-sunnita, con la nazione ebraica che globalmente ne catalizza l’odio, interessa ben poche persone in Iran, dove gli intenti distruttivi di Ahmadinejad sono condivisi solo dalla cerchia del regime.

Tra la gente comune non si riscontra odio verso Israele, nazione con cui l’Iran dello Scià era in eccellenti rapporti, mentre la generale avversione nei riguardi degli arabi porta a definirli con disprezzo tambal (lazzaroni) nonché soosmar khor (mangia cavallette). Vien loro imputato di essere arroganti, fanatici nonché - osservazione puramente persiana - di interessarsi solo a due cose: soddisfare quello che c’è una spanna sopra l’ombelico - lo stomaco - e quello che c’è una spanna sotto.

Iraniani e arabi sono diversi anche nel misurare lo scorrer del tempo: furono proprio gli antichi persiani a imparare a farlo, osservando il firmamento, ideando così il calendario persiano, tuttora in uso, che è solare, da cui proviene il gregoriano, ovvero il nostro, in so- stanza identico. Invece nel mondo arabo si utilizza il calendario islamico, che è lunare. Sole e luna: forse è questa la distanza tra Iran e mondo arabo.



Giovedì 07 Gennaio,2010 Ore: 12:52