Controcorrente
Il potere dei giovani

di Gloria Capuano

A me pare del tutto inutilizzato, e questa sensazione tenterò prima di tutto di spiegarla a me stessa. L’idea si è definitivamente materializzata oggi alla vista della grande riunione del PD al Circo Massimo.
I giovani sono sempre tanto felici quando hanno l’opportunità di stare assieme e darei per scontato che non pochi di loro erano lì perché gli amici andavano lì. Poi se ci si aggiunge un eventuale concerto con qualche cantante che sfrutta il prorompente aire giovanile con malaugurati messaggi sul tipo “voglio una vita spericolata”o al contrario sul tipo “ mettete i fiori nei vostri fucili” il gioco è fatto.
Ma che cosa ne so io dei giovani? Ometto il distinguo tra giovanissimi e giovani per questioni di spazio e sommariamente parlo dei giovani dall’adolescenza fino ai trenta anni, con le relative connessioni. Dei giovani ne so quanto mi viene della Tv, telegiornale in primo piano. Secondo questa fonte pare che i giovani siano i frequentatori delle discoteche, siano quelli dello sballo, quelli dei mortali incidenti automobilistici del sabato sera, quelli del bullismo, quelli delle fogge griffate, del consumo di sigarette, quelli che bevono a più non posso, il tutto con più o meno frequenti intervalli gremiti di altri giovani in compunto e commosso ascolto del Pontefice di turno. Poi sempre dalla Tv mi sovvengo degli shaid, “martiri di Allah”, strani martiri che martirizzano a loro volta più innocenti possibili, dei giovani della mafia e della camorra, di quelli dello stupro di gruppo o dell’estrema destra o dell’estrema sinistra. E poi ancora dei giovani in divisa, armati o per difendere i cittadini o come soldati in guerra, e ci fermiamo qui, non perché il quadro risulti esaurito ma per non allargarmi troppo. Anche se innanzi agli occhi ho le vecchie immagini delle folle giovanili in esaltata adorazione di un Hitler di uno Stalin o di altri capipopolo di solito dotati di una carica nervosa eccezionale e di determinazione paranoica. In altre parole dotati di un carisma ad alta tensione. E ometto di accennare ai giovani alla mercé delle madrasse o al seguito dei tanti imam e mullah o, da noi, imboniti da cattivi maestri.
Ma allora chi sono i giovani, i destinati a qualsiasi manipolazione degli adulti?
“Le scuole e le Università”. In questi giorni se ne fa un gran parlare, eppure da tanto clamore a noi che osserviamo non ci giunge un messaggio chiaro da parte dei giovani, la loro voce non va oltre il taglio dei fondi e la riduzione del numero delle università e relativi studenti e professori. Il tutto in disinvolta commistione tra scuole e università. E io che speravo di sentire come espressione autentica che essi chiedessero quali fossero le garanzie sulla preparazione degli insegnanti, quali sulla apoliticità degli stessi, quali sulla sanità del loro stile di vita. Perché sarebbe l’unica vera innovazione anche se la prima forse non difficile da valutare, la seconda un po’ meno facile, la terza quasi impraticabile se non a guasti reificati. Tutto ciò stride con la propensione giovanile a manifestare ora pro ora contro, e solo eccezionalmente per autentica originale loro convinzione (penso ai giovani eroi di piazza Tienanmen). Allora c’è da chiedersi se siano da prendere sul serio certe adunate più o meno oceaniche o non siano piuttosto da considerare sperpero di energie al servizio di ben altri obbiettivi. E quindi c’è da chiedersi infine perché dai giovani si alzi sempre o quasi la voce della protesta e della pretesa quando nelle loro mani è possibile scorgere un grande potere innovativo idoneo a cambiare il mondo, del tutto inutilizzato. Ne cito uno tra tanti altri e mi chiedo: quale ripercussione avrebbe nell’economia mondiale e nell’etica dei comportamenti se tutti i giovani del mondo smettessero d’incanto di cadere nella lusinga d’ogni tipo di droga? E’ pura fantasia supporre che un distruttivo giro d’affari forse più o meno eguale a quello delle armi e della prostituzione e dello sfruttamento crollerebbe? E’ pura fantasia supporre che tante coltivazioni tornerebbero a produrre utile cibo anzi che strumenti di morte fisica e/o mentale? Certo non ignoriamo che in certe infelici pieghe del mondo si mastica di tutto o si sniffa perfino la colla per placare o dimenticare la fame, ma qui parliamo dei luoghi che fanno da traino al resto del mondo e allora perché non supporre che i giovani, naturalmente provvisti di un capace serbatoio d’intatta intelligenza, possano adoperarla per architettare una originale scala di valori anzi che attendersi tutto dal troppo fatto e disfatto delle precedenti generazioni? Sarebbe una rivoluzione a costo zero, senza necessità della politica, che restituirebbe ai …rivoluzionari denaro e dignità, oltre che salvarli da una eventuale deriva criminogena.
Se poi qualcuno mi dimostra che tale rivoluzione riguardanti scelte costumi tipo di consumismo e fuga anche protestataria dalla realtà non produrrebbe alcuno effetto di portata mondiale, allora vorrà dire che l’emergenza droga non sarebbe che una delle tante bolle mediatiche. E allora siamo agli abituali problemi, quali i numeri reali? Quanti, molti o pochi, dei bei volti giovanili del recente raduno ( o di altri) non sarebbero dunque che maschere di un pietoso macabro e distruttivo destino?
Come non risalire alle responsabilità dell’informazione?
Non si può non sentirsi disorientati e tristemente contrariati.

Gloria Capuano
26 ottobre 2008-10-27



Martedì, 28 ottobre 2008