Controcorrente
Ci avrei giurato.

…sul razzismo e dintorni


di Gloria Capuano

LA mia premessa sarà monotona ma la sento doverosa. Non sono depositaria della verità, di cui peraltro nego in molte evenienze l’esistenza, posso sbagliare, così del resto possono essere in errore gli altri, quelli che non la pensano come me. La differenza è nell’ostentare, questi altri, una grande inappellabile sicurezza, e mi domando se non stia in essa la loro forza o la loro debolezza.
Confesso di non essere molto aggiornata quanto a razzismo, perché al telegiornale non appena si accenni a episodi di violenza cambio canale (ma è un’inane fuga senza scampo). Il telegiornale dovrebbe essere rinominato “Resoconto di cronaca nera” perché per la più parte è di cronaca nera che si occupa, oltre l’altrettanto nera guerra e il nerissimo terrorismo. Già, dimenticavo, come variante oltre al calcio, le sfilate di alta moda delle solite cachettiche modelle; ma qui siamo costretti a sopportare per via del bilancio nazionale e non ci deve disturbare che il costo di ognuno di quegli abiti basterebbe a sfamare turbe di affamati.
L’operazione “razzismo” è stata brillantemente avviata. Mentre io continuo imperterrita a negarla. Le mie ragioni sono le seguenti:
Una è la risposta datami diversi anni fa da una sorridente ragazza alla mia domanda sul perché si accompagnasse a giovani dall’aspetto assai poco raccomandabile e se non avesse paura della loro violenza. Evidentemente si sentiva sicura grazie alla sua appartenenza al gruppo (fino a quando qualcuno del gruppo o l’intero gruppo non la stuprerà) e la risposta fu, sempre sorridendo, “ma la violenza oggi è di moda.”
Un’altra sono i sassi dal cavalcavia. Gioco criminale e crudele. Ebbene non credo proprio che facessero piombare i grossi sassi dopo aver appurato una razza a noi estranea degli sventurati automobilisti.
Un’altra ancora è storica. Qui sarò assolutamente impari alla dimostrazione perché non ho sulle punte delle dita le citazioni giuste senza consultare i dovuti testi.. Vorrei accanto un esperto che snocciolasse gli infiniti episodi storici responsabili di quel certo tipo di violenza detta razzismo.
Però avendo molto letto molto ascoltato e ancora di più riflettuto, qualche accenno penso di poterlo fare. E cito Fatema Mernissi, scrittrice marocchina musulmana, atipica perché molto proiettata verso la democrazia, la quale ha con molta efficacia spiegato che tutte le volte che “la politica” falliva i suoi compiti primari nei confronti del popolo, creava, e diffondeva come causa del fallimento, un “capro espiatorio”; di solito la donna e l’alcool. Da lì la misoginia, la stretta ai costumi e ai diritti della donna, con relativo esercizio di violenza pubblica e privata su di lei, prendeva la stura.
Lo scopo di dirottare l’attenzione di massa dall’inefficienza politica era ottenuto.
Se uno storico ci potrebbe intrattenere a lungo su i capri espiatori attraverso i tempi, dalla caccia alle streghe all’antisemitismo, io mi limito a menzionare un assai triste accadimento di questi giorni in India, ai cristiani perseguitati per addebiti non commessi, ottimi come capri espiatori.
Infine il bullismo, gli estremismi giovanili ( che vedo come fenomeno ormonale), e il linguaggio della violenza sulle cose (scuole allagate, cassonetti bruciati, strutture varie quali panchine, tettoie alle fermate di autobus, scritte dileggianti estremiste e “razziste” sui muri - per me entrambe espressioni di scimmiottati luoghi comuni - bottiglie e vetri infranti, senza che sfiori loro l’idea che saranno i loro padri a pagare per questi non trascurabili danni). Razzismo italiano anche contro Italiani?
E’ da aggiungere poi la violenza negli stadi; non mi risulta che vengano aggrediti solo i tifosi di colore diverso della pelle.( Per quanto il campanilismo potrebbe sembrare un lontano parente del razzismo).

Nel nostro caso mi pare sia stato l’insuccesso di una parte politica a eruttare un facile capro espiatorio nell’immigrato di colore, e la maggioranza, per non apparire connivente si è associata, tranne eccezioni.. I nostri ragazzi e ragazzetti e ragazzotti sanno ora con chi se la possono prendere, avallati dallo stato d’allarme che “in Italia c’è oggi una deriva razzista”.
Uno dei tanti modi per apparire protagonisti, lustro da loro molto ambito.
Poi se è un immigrato a rubare massacrare e a stuprare cittadini italiani nessuno si sogna di chiamarli razzisti nei confronti degli Italiani, ma solo criminali.

Il capro espiatorio - come sopra già accennato - ufficializzato nell’ammissione di Razzismo in Italia, per mimetizzare il fallimento di una politica, in questo caso della sinistra, è stato però razionalizzato da motivi che alla lunga hanno indotto una certa insofferenza anche nel cittadino più equilibrato e antirazzista. Come? Sostenendo e divulgando a spada tratta uno scriteriato concetto dell’accoglienza senza stabilire limiti invalicabili mediante una severa analisi della disponibilità all’integrazione e non calcolando la capacità reale d’assorbimento dell’Italia. Un esempio è l’insistenza nel segnalare l’opportunità di offrire la casa all’immigrato. Ne saremmo tutti felici ma che cosa ne facciamo dei troppi giovani connazionali che si dannano l’anima per non riuscire non dico a comperarsi un alloggio (vedi la tragedia mutui) ma neppure ad affittarlo? Tutto questo ha creato i presupposti dell’attuale problema, ma ripeto, non il razzismo ma il capro espiatorio.
Tornando all’idoneità d’integrazione, se l’immigrato è osservante di ben scanditi precetti o se è in sua facoltà fruire di certi “privilegi” che nella nostra civiltà sono oltraggio ai diritti umani e civili, non era e non è integrabile. Non essendo integrabile è stato incauto accoglierlo, temo purtroppo per puro strumentalismo politico, rivelatosi sostanzialmente autolesionista.
Se a queste considerazioni sovrapponiamo demagogia, facile buonismo, strombazzamento dei diritti e non dei doveri e del rispetto dei luoghi ospitanti e delle relative regole, ecco che il “capro espiatorio” si veste ancora di più di reali motivazioni. Se poi aggiungiamo ancora la nostra etica di assoluto rispetto delle differenze quanto a usi costumi leggi e religioni (senza reciprocità) -omettendo di calcolare quante di queste differenze mettono a rischio le nostre civili conquiste democratiche - la misura è stracolma.
Tuttavia gli Italiani continuano a non essere razzisti salvo apparentemente i bulli nostrani sempre in cerca di pretesti per esercitare la supremazia della violenza, niente di meglio per loro l’avergli offerto un assai sperimentato capro espiatorio.

Allora, visto che non siamo in condizione di difendere le nostre regole faticosamente conquistate, essendo più attenti e acquiescenti a quelle degli altri, non c’è che da chiedersi se siamo anche noi in procinto di calpestare la Costituzione tanto menzionata ed esaltata.
Me lo chiedo, perché questo sta accadendo in Inghilterra dove nientemeno ci si è arresi ad introdurre la Sharia nei casi formalmente affini a quelli previsti dall’istituto dell’arbitrato. In tal modo dalla civile Inghilterra si ha la conferma della disparità tra uomo e donna quanto ai diritti umani e civili motivata dal presupposto dell’inferiorità della donna secondo l’Islam dominante.
E come non attendersi fatti reattivi anche violenti? A meno che trattandosi di donne, le più indifese socialmente, ai nostri bulli - non so ai bulli inglesi - potrebbe non importare assolutamente niente.
Ma le popolazioni non sono fatte solo di bulli, faranno marcia indietro in Inghilterra?
Dipenderà dall’avere più forza l’opinione pubblica inglese o quella dei tre milioni di musulmani forse in parte o tutti con cittadinanza inglese?
Se non è per loro troppo tardi.

Da noi c’è poi un ulteriore rischio, quello di un’alleanza tra un certo tipo di immigrato con l’endemico cronico cancro della camorra e affini, o al contrario una rivalità in affari. Ne abbiamo avuto di recente un eloquente segno.
Chissà che una maggiore prudenza preventiva non avrebbe potuto evitare tutto questo.

In conclusione non mi pare fruttuoso mi sembra anzi controproducente insistere sull’allarme razzismo. Sarebbe forse utile ridimensionarlo e relegarlo piuttosto nell’idea di una serie di equivoci probabilmente inevitabili in un contesto così difficile in una Italia dai confini indifendibili.
E come poter mai trascurare di citare con gratitudine e rispetto gli Italiani della Guardia Costiera e di altre strutture militari sanitarie e civili che si prodigano al massimo nel salvataggio di tanti disperati, sfruttati dai loro connazionali, e della loro cura e assistenza.
Le cause del presunto razzismo sono subentrate dopo, nell’impossibilità d’assorbimento oltre un certo limite d’immigrati, nell’inidoneità all’integrazione di molti di loro, e nell’aver dovuto lasciare per una malintesa sproporzionata accoglienza gli altri allo sbaraglio.
Ma l’insofferenza di tanti Italiani, non razzisti, mi pare assimilabile a quella contro la prostituzione esibita con tanto cattivo gusto nella pubblica strada.
Ma questo è un altro argomento nel quale, come nel razzismo, si confonde l’apparenza con la sostanza. Conto di spiegarmi prossimamente.

7 ottobre 2008



Martedì, 07 ottobre 2008