In un discorso allAssemblea parlamentare del Consiglio dEuropa, a Strasburgo, il 2 ottobre scorso, il patriarca Alessio II, leader della Chiesa ortodossa russa, ha lanciato un ammonimento contro il relativismo morale e ha esortato a istituire un dialogo tra rappresentanti religiosi e laici. «Se non facciamo caso della morale, in definitiva non facciamo caso della libertà», ha dichiarato il patriarca. «La distruzione delle norme morali e la promozione di un relativismo nei costumi possono minare la percezione del mondo delluomo europeo», ha detto Alessio II. Ha aggiunto che esse possono «portare i popoli del continente a una linea di demarcazione al di là della quale vi è la perdita da parte dei popoli europei della loro identità spirituale e culturale e di conseguenza del loro posto indipendente nella storia». Il responsabile della Chiesa russa non ha dato alcun esempio delle questioni morali alle quali alludeva. «Ed è proprio per evitare possibili scontri tra le differenti concezioni del mondo che un dialogo interculturale serio è necessario, con una partecipazione molto attiva dei rappresentanti delle religioni tradizionali e del mondo laico», ha precisato il patriarca di Mosca. Il Consiglio dEuropa è stato fondato nel 1949 e comprende 47 paesi europei, fra i quali i 27 paesi dellUnione europea. Deputati dei parlamenti nazionali dei paesi membri costituiscono lAssemblea parlamentare del Consiglio, nota per la sua promozione dei diritti della persona su scala europea. Nel suo discorso, Alessio II ha dichiarato che la concezione europea dei diritti umani forma «un tandem» con la moralità cristiana e che è stata influenzata dallinsegnamento cristiano sulla dignità delluomo, la sua libertà e la sua vita morale. «Eppure oggi vi è nella civiltà europea una frattura funesta nel legame tra i diritti umani e la morale. Questo appare nella comparsa di una nuova generazione di diritti in contraddizione con la morale, nonché nella giustificazione di atti amorali per mezzo dei diritti umani», ha affermato il patriarca. Anche se lo Stato non deve immischiarsi nella vita privata della gente, «nel campo pubblico, la società e lo Stato devono sostenere e incoraggiare una moralità accettabile per la maggioranza dei cittadini», ha detto. Il patriarca ha inoltre ammonito che il progresso tecnico in campi quali la bioetica e lidentificazione elettronica pone in modo nuovo la questione dei diritti della persona. «Luomo deve restare un uomo e non una merce, un elemento non controllabile delle reti elettroniche, un oggetto di sperimentazioni, un organismo a metà artificiale», ha affermato Alessio II. Nello scorso settembre, nel corso della Terza Assemblea ecumenica europea a Sibiu, il metropolita Kirill, capo del dipartimento delle relazioni estere del Patriarcato di Mosca, aveva pronunciato un discorso molto simile. Aveva parlato di questioni quali il valore della vita e il diritto alla morte, il valore della famiglia e la validità dei rapporti omosessuali, la protezione dei diritti del bambino e la distruzione volontaria di embrioni umani a fini medicali. Nel suo intervento, il me- tropolita aveva dichiarato che le principali chiese dEuropa devono unire le loro forze e trovare alleati nelle altre religioni onde assicurarsi che la società mantenga i valori etici tradizionali. Aveva però ammonito che i cristiani che non condividono più le norme morali finora accettate dalla Chiesa stavano minando questo compito. «Una lotta per ununica moralità pubblica e a favore dei valori cristiani nellEuropa di oggi è impossibile senza azioni comuni, in primo luogo fra i cristiani delle principali confessioni, qualunque siano le differenze dottrinali», aveva affermato. Dopo il suo intervento in assemblea plenaria, il metropolita Kirill aveva dichiarato ai giornalisti che le divisioni che colpiscono il cristianesimo a proposito di questioni etiche stanno mettendo in pericolo il movimento ecumenico per lunità della Chiesa. «Una crisi del movimento ecumenico si sta profilando allorizzonte», aveva ammonito. «Dobbiamo avere una base morale solida per proseguire il pellegrinaggio ecumenico», aveva aggiunto. (eni)
Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 143 - numero 39 - 12 ottobre 2007. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo
Mercoledì, 17 ottobre 2007
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