Pena di morte
RISOLUZIONE LOFFIA

di Claudio Giusti

La Risoluzione proposta all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è loffia.

Non ci sono riferimenti alle precedenti Risoluzioni dell’AG. Fra le quali la 2857del 1971 e la 32/61del 1977

Non si fa riferimento al Secondo Protocollo e alle norme abolizioniste del Consiglio d’Europa, dell’Unione Europea e dell’Organizzazione degli Stati Americani.

Non si cita il fatto che la pena capitale non è prevista dai tribunali internazionali.

Ci si è dimenticati che rapporti periodici sulla pdm esistono dal 1962.

Si continua a ripetere il mantra della deterrenza non dimostrata, quando sappiamo benissimo che la pdm non è un deterrente e che ci sono fondati sospetti che essa abbia un effetto brutalizzante.



L’Emendamento Singapore e la Risoluzione per una Moratoria delle esecuzioni.

I radicali di Nessuno tocchi Caino non sono attendibili. I loro rapportini sono pieni di clamorosi errori su Usa e Cina. Si attribuiscono meriti non loro, mentre il mondo ha iniziato a abolire la pena di morte ben prima della loro comparsa. [http://web.amnesty.org/pages/deathpenalty-countries-eng]

Inoltre prendono lucciole per lanterne affermando che una Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite fermerà la pena di morte nel mondo.

La loro inesausta retorica afferma che in due occasioni si è arrivati a un passo da questo obbiettivo e dall’ottenere così la panacea per tutti i mali. Sempre secondo i radicali questo Nirvana non si è raggiunto solo a causa della vigliaccheria degli europei e delle altre organizzazioni abolizioniste.

Queste affermazioni sono destituite di qualsiasi fondamento.



I fatti come sono.

Effettivamente, sia nel 1994 che nel 1999, si andò molto vicini ad ottenere la famosa Risoluzione con cui si chiede a tutti gli stati del mondo di porre in atto una moratoria delle esecuzioni. I radicali però non si degnano di far sapere che tale Risoluzione conteneva un regalo avvelenato: l’emendamento Singapore.

Questo emendamento, che sarà ripresentato ad ogni occasione, avrebbe fatto fare un enorme passo indietro alla difesa dei diritti umani ed alla lotta alla pena di morte. In esso infatti si affermava che

“ogni stato ha il pieno diritto di scegliere il suo sistema politico, sociale ed economico senza interferenze esterne”

e che

“l’articolo 7/2 dello statuto delle Nazioni Unite vieta esplicitamente l’interferenza di queste nelle matterie che sono di giurisdizione interna”

[Amnesty International ACT53/005/1999 e ACT53/004/1999; BBC News November 18, 1999; William Schabas The Abolition of the Death Penalty in International Law, Cambridge U.P 1997 p 188].



In altre parole, se i paesi europei, con la complicità del Movimento Abolizionista, non avessero fatto una precipitosa marcia indietro, i diritti umani sarebbero tornati ad essere terreno di esclusiva competenza degli stati e fuori da ogni “ingerenza” internazionale.

Molto saggiamente le proposte di moratoria furono ritirate suscitando così le ire di Pannella e degli altri radicali che però non hanno mai rinunciato alla loro “carica banzai”.

In ogni caso una Risoluzione dell’ Assemblea Generale delle NU non servirà assolutamente a nulla e gli stati forcaioli continueranno a impiccare la gente.

Chi lotta per il rispetto dei diritti dell’Uomo, contro la tortura e la pena di morte non ha bisogno di simili vittorie.



Mercoledì, 21 novembre 2007