Pena di morte
Una Chiesa che cambia per cambiare il mondo

di diacono Giuseppe Cavallaro      

Iniziativa di un diacono cattolico per l’eliminazione della pena di morte dal Catechismo della Chiesa Cattolica


Nella sua visita pastorale a Vienna, il papa riferendosi al problema dell’aborto, ha affermato che : “La credibilità del nostro discorso dipende anche da quel che la Chiesa stessa fa per venire in aiuto alle donne in difficoltà“.

Quindi, la soluzione al problema dell’aborto dipende anche dal contributo che la Chiesa è in grado di offrire alle donne e alle famiglie in difficoltà.

E poiché è alle coscienze umane che, primariamente, la Chiesa indirizza  il suo contributo, ne deriva che la lotta all’aborto, come pure, all’eutanasia, al diritto al suicidio e alla pena di morte, dipende dalla loro formazione ad una concezione della  vita umana di valore assoluto e non relativo.

La vita umana deve essere difesa incondizionatamente perché incondizionato era, è e resta il comando di Dio : “Non uccidere”, non è certo un caso se Egli ha conferito al quinto comandamento una natura negativa, la quale obbliga, indistintamente, tutti i credenti in Cristo, dal papa all’ultimo dei fedeli, all’osservanza letterale, senza alcuna eccezione di sorta.

Ma per riuscire a fissare nelle coscienze umane questo concetto fondamentale, occorre che la Chiesa, per prima, rinunci alla liceità morale del principio penale capitale, per il quale essa, appunto, conferisce alla vita umana un valore relativo e non assoluto ( N. C. art. n° 2267).

Essa non può limitarsi a dire che la vita umana è sacra e inviolabile, deve convincere che veramente la considera tale, dal suo concepimento alla morte naturale:  la morte naturale, infatti, non sopraggiunge con il ricorso alla pena di morte, ma solo naturalmente, ossia, per malattia e vecchiaia.

La lotta all’aborto, all’eutanasia, alla pena capitale e al diritto al suicidio, postula, quindi, un rinnovamento delle coscienze, che diventa però possibile, solo se convalidato dalla testimonianza di una Chiesa che si schiera “incondizionatamente” a difesa della vita umana : come faceva la Chiesa dei primi secoli.

Se la Chiesa, con la sua enorme influenza, attribuisce alla vita umana un valore relativo, in rapporto alla pena di morte, va da se, che le coscienze umane si sentano autorizzate ad attribuire alla vita umana un valore relativo, in rapporto all’aborto, all’eutanasia, alla pena capitale e al libero suicidio .

Il diritto alla vita ha, inoltre, ricordato il papa a Vienna è: “Il diritto umano fondamentale, il presupposto per tutti gli altri diritti “, per cui essendo il diritto alla vita, direttamente proporzionale alla salvaguardia di tutti gli altri diritti umani, ne deriva che, quanto più si radica nelle coscienze un rispetto assoluto per la vita umana, tanto più si radica nelle coscienze un rispetto per tutti gli altri fondamentali diritti umani.

 

Domenica 7 Ottobre c. a. alle ore 18,30 presso la Cappella di Villa Bruno, via Cavalli di Bronzo 20, S. Giorgio a Cremano ( Na ), in occasione della sua solennità pregheremo, con il S. Rosario, la beata Vergine Maria, affinché ci ottenga, da papa Benedetto XVI, la rivisitazione della Dottrina Cattolica, relativa alla pena di morte, il cui principio considerato lecito dal Nuovo Catechismo (n° 2267) è incompatibile con lo Spirito del Vangelo.    

 

29 Settembre 2007
                              diacono Giuseppe Cavallaro 

e-mail : gius-cavallaro@libero.it

www.chiesacattolicaproprincipiopenalecapitale.com



Lunedì, 01 ottobre 2007