Giornata Mondiale contro la pena di morte
Per un futuro senza barbarie

di Michele Meomartino

Cronaca delle iniziative tenute a Pescara


La sesta edizione della Giornata Mondiale “ Non c’è giustizia senza vita. Insieme per la moratoria universale Onu contro la pena di morte” si è svolta anche a Pescara, una delle 500 città del mondo, come da programma.
L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Pescara - Assessorato alle Politiche Comunitarie, dai gruppi locali della Comunità di S. Egidio e di Amnesty International, e dalla Rete Nonviolenta Abruzzo ( nodo Pescara - Chieti della Rete Lilliput ).
Prima del 30 Novembre, durante la conferenza stampa del 28 Novembre, c’è stata la presenza di un testimonial davvero d’eccezione, come l’attore Alessandro Gassman, a Pescara, per portare in scena “ La parola ai giurati ” di Reginald Rose, uno spettacolo proprio sulla pena di morte in collaborazione con il Teatro Stabile d’Abruzzo.
Quindi, la città ha vissuto con le due importanti manifestazioni una settimana all’insegna della sensibilizzazione sulla pena di morte.
La manifestazione del 30 è stata ricca ed articolata. Iniziata in mattinata con la proiezione del film “ Last Light “ di Kiefer Sutherland al Cinema Teatro Massimo e la partecipazione di oltre 600 studenti delle Scuole Medie, è proseguita nel pomeriggio, alle ore 17.00 , con l’illuminazione di un momento simbolo della città, la celebre “Nave” dello scultore Pietro Cascella, un enorme scultura in marmo di Carrara ubicata sul lungo mare nord; poi con la performance del “Deposito dei segni”, con gli attori Cam Lecce e Jorg Grunert, e si è conclusa al Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna con le testimonianze.
Nell’ Auditorium del museo si è svolto un work shop coordinato dal regista William Zola e ha avuto come prologo ed epilogo due momenti di lettura tratti da brani della letteratura sulla pena di morte a cura di Claudio Di Scanno. Le voci recitanti sono state degli attori: Giulia Basel, Susanna Costaglione, Massimo Vellaccio e Massimo Balloni. I due momenti sono stati di grande intensità emotiva seguiti da un attentissimo pubblico. Poi è stata la volta delle relazioni - testimonianze.
La prima è stata di Antonio Salvati, docente e membro della Comunità di S. Egidio. Salvati è autore del libro “ Patiboli di carta ”, oltre ad essere promotore della “Campagna per l’abolizione della pena capitale” (al cui sostegno saranno devoluti i diritti d’autore della vendita del libro), ha raccolto un’ampia e scelta antologia di testi letterari «eretti contro la barbarie».
La seconda è stata della pastora Greetje Van der Veer della Chiesa Metodista locale che ha fatto un lungo excursus storico sulle responsabilità dei cristiani che, forti di alcune frasi del pensiero paolino, hanno trovato in esso la legittimazione strumentale della pena capitale contraddicendo platealmente il 5° comandamento.
Infine, ultima relatrice e ospite d’onore è stata la libanese Antoinette Chahine, arrestata nel 1994 a Beirut e per 4 anni detenuta nel braccio della morte.
La sua testimonianza è stata densa e vibrante e a tratti commovente. Aveva 20 anni quando fu arrestata perché suo fratello faceva parte delle forze libanesi. Nel 1997, dopo essere stata torturata e interrogata più volte, è stata condannata a morte. Ma solo nel 1999, sotto la spinta di Amnesty International, ci fu la revisione del processo e riconosciuta innocente per essere assolta.
Al termine di queste giornate che cosa possiamo ancora aggiungere se non quello di auspicarci un futuro dove queste barbarie vengano definitivamente messe al bando da tutte le nazioni ?
La recente approvazione della risoluzione per la moratoria Universale della pena di morte con 99 voti favorevoli, 52 contrari e 33 astenuti da parte della Terza Commissione dell’Assemblea Generale dell’ ONU ci lascia ben sperare.
Il voto della Terza Commissione costituisce un passo decisivo verso l’ adozione definitiva della risoluzione da parte della plenaria dell’ Assemblea Generale, che dovrebbe avvenire nel mese di Dicembre.
E questo anche per merito dell’Italia che conferma di essere in prima linea nel mondo in materia di diritti umani. Almeno su questo punto possiamo essere fieri della nostra italianità.


Michele Meomartino
( coordinatore della Rete Nonviolenta Abruzzo )








Domenica, 02 dicembre 2007