Dal poliziotto di quartiere al bersagliere di quartiere

di Claudio Giusti

6 agosto 2008
6 agosto 1890
A New York la prima esecuzione con la sedia elettrica (William Kemmler)

“Non vorrete mica che arresti i miei elettori, vero?”
Sceriffo H. J. Lee, Jefferson Parish LA
Cinque anni fa non c’erano bambini da schedare, fannulloni da stanare e bersaglieri da sguainare? Cinque anni fa gli Amici di Previti erano troppo occupati a taroccare le statistiche sul crimine per accorgersi di queste storie, mentre ora hanno altre priorità.
Durante la campagna elettorale del 2001 il poliziotto di quartiere era stato il cavallo di battaglia dei Berluscones. Questa entità leggendaria (in cui nessuno si è mai imbattuto) doveva risolvere ogni problema di sicurezza del Bel Paese.
In quei giorni il Berlusconi condiva la sua campagna con le consuete falsità affermando che, con i governi di centro sinistra, gli omicidi erano triplicati e replicando, a chi gli faceva notare che era accaduto l’esatto contrario e si erano ridotti a un terzo, che la gente era scoraggiata e non denunciava i crimini.
Persino i padani sanno che una parte rilevante dei reati non è denunciata (negli Usa almeno la metà dei reati gravi è sconosciuta alla polizia), ma che le autorità sono a conoscenza della quasi totalità degli omicidi e che solo una parte molto piccola di questi è rubricata come sparizione, incidente, morte naturale o suicidio. Ma questi sono discorsi da grandi e non interessano l’italiano medio che invece adora farsi terrorizzare da qualche morbosa trasmissione televisiva.
Così, al grido di legge e ordine, Mister All Iberian vinse le elezioni, ebbe una solida maggioranza parlamentare, formò un governo di soli 99 membri e fece sparire le statistiche sul crimine.
Il suo intento era lodevole: non voleva ci preoccupassimo scoprendo che sotto di lui i reati erano, come del resto i debiti, cresciuti, passando da 2,1 a 2,8 milioni, e che persino gli omicidi, dopo un crollo decennale, erano saltati all’insù di un buon 15 per cento.

Perché spaventarci con la realtà quando ci piace tanto essere truffati da un po’ di statistiche taroccate? Fu quindi a fin di bene che il Berlusconi ci elargì una serie di rassicuranti medie pluriennali, dalle quali risultava che tutto andava bene.
Oggi gli Amici di Previti hanno scoperto il bersagliere di quartiere e la ragione di questa mirabolante novità sta nel fatto che i loro consumatori-elettori non vogliono poliziotti fra i piedi.
Soprattutto non vogliono il poliziotto di quartiere, perché questo non ha il compito di reprimere il crimine, non va in giro manganellando zingari e negri, non se ne sta acquattato dietro un cassonetto con il dito sul grilletto, pronto a sgominare bande di stupratori albanesi.
Il suo compito è invece quello di reprimere il disordine, di fare le multe alle auto in doppia fila, impedire il lavoro nero e gli abusivismi edilizi.
Il poliziotto di quartiere reprime le infrazioni e i piccoli reati che gli italiani considerano normale commettere e non si limita alla caccia ai feroci lavavetri e agli spietati graffittari, ma cerca anche gli affitti in nero. Insomma, al contrario delle “ronde padane” mette il naso nei nostri affarucci.
Per questo è stato sostituito dal bersagliere di quartiere, il cui compito è quello di mostrare le penne.
Dott. Claudio Giusti
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Claudio Giusti ha avuto il privilegio e l’onore di partecipare al primo congresso della sezione italiana di Amnesty International e in seguito è stato uno dei fondatori della World Coalition Against The Death Penalty. Fa parte del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla Legalità e i Diritti.



Mercoledì, 20 agosto 2008