Uranio impoverito
Comunicato stampa di Lidia Menapace
Audizione del ministro Parisi. Di seguito un articolo del quotidiano La Repubblica
Laudizione del ministro Parisi ha fornito dati che contrastano con altri -molto più gravi- che la Commissione ha avuto dalla Direzione della Sanità militare e che sono attualmente allesame dei suoi consulenti. Lincontro col ministro è una prima tappa, che segnala una disposizione positiva da parte sua, e consente di avviare un percorso sulla base della esplicita dichiarazione di voler agire con la massima trasparenza. Sono convinta che questo sia il dato fondamentale, perchè la Commissione possa arrivare a concludere con successo i suoi lavori, e con risultati utili alle persone che hanno subito danni, o ai famigliari di quelli che sono deceduti, non contrapponendosi a priori, ma confrontandosi. Stabilire una procedura semplice e alla portata di tutti gli e le interessate per il risarcimento dei danni, le misure di riconoscimento della "causa di servizio" automatica ecc. è una prima meta. Applicare il principio di precauzione, in che forma, con quali controlli sulla sua applicazione, e studiare misure di prevenzione per il futuro gli altri obiettivi. Per raggiungerli, il numero delle vittime, sempre irreparabile sul terreno dei valori e dei sentimenti, è secondario e quanto minore fosse, tanto meglio sarebbe: infatti la validità dei ragionamenti e la forza delle richieste non muterebbe anche se ci fosse stata una sola vittima: invero se misure precauzionali efficaci applicate e controllate e prevenzione diffusa e stabile ci fosse stata, non ci sarebbero state affatto vittime. Se la Commissione potesse trovare forme non complicate burocraticamente da proporre al Parlamento e al Governo, al fine che gli e le aventi diritto vi possano far ricorso, per ottenere i risarcimenti ecc., e chi in futuro dovesse partecipare a missioni di pace anche in teatri di guerra sia certo di efficace prevenzione, da estendere anche alla popolazione civile che si trovi in vicinanza di situazioni di rischio e anche alle persone volontarie delle ong che operino in territori inquinati ecc. avrebbe raggiunto un grande risultato. Magari non sensazionale, ma civilissimo. Certamente non fare guerre sarebbe la soluzione definitiva e somma. Ma non è nei poteri della Commissione deciderlo, purtroppo: mostrare comunque quanto la guerra sia dannosa in ogni senso, inutile a qualsiasi fine e portatrice solo di danni personali ed economici, umani e ambientali che lascia dietro di sè per decenni (bombe inesplose della seconda guerra mondiale si trovano ancora!) e comunque perciò sia da evitare è però civile, costituzionale, etico. Lidia Menapace
Mercoledì, 10 ottobre 2007 |