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ISSN 2420-997X

www.ildialogo.org Siamo tutti musulmani,di Giovanni Sarubbi

Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Siamo tutti musulmani

Lettera ai musulmani per l'inizio del Ramadan


di Giovanni Sarubbi

Cari/e Fratelli/sorelle Musulmani,
buon Ramadan Karim.
Sono oramai 17 anni che in occasione dell’inizio del Ramadan vi scriviamo per porgervi i nostri auguri non formali e per tentare una riflessione sullo stato dei rapporti fra cristiani e musulmani in vista delle iniziative comuni nell’ambito della Giornata Ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre.
Anche quest’anno non vengo meno a questo compito che per me è contemporaneamente un onore ed un dovere preciso. Un onore perché la giornata del dialogo cristiano-islamico si è affermata in questi 17 anni come un punto di riferimento costante della vita sociale del nostro paese, molto al di la di ciò che siamo riusciti ad organizzare noi con le nostre limitate forze organizzative. Ma è al tempo stesso un dovere verso la pace e la necessità che ognuno faccia tutto ciò che è nelle proprie possibilità per rendere questa nostra società sempre più pacifica e fraterna, perché senza pace e fraternità non c’è più umanità.
Islamofobia
La società cosiddetta “occidentale” è percorsa da una sempre più feroce islamofobia. È un razzismo su base religiosa che non è nuovo nella storia dell’umanità e che, per come si realizza e per le parole d’ordine di cui si connota, è una variante di quell’antisemitismo che ha caratterizzato la prima metà del secolo scorso e che ha avuto conseguenze disastrose e mostruose per tutta l’umanità. L’islamofobia che oggi vi colpisce, noi lo diciamo da tempo, è una variante dell’antisemitismo. Gli stessi contenuti, le stesse rivendicazioni e parole d’ordine, gli stessi gruppi politici (nazisti e fascisti variamente mascherati) che hanno sostenuto l’antisemitismo nella prima metà del ‘900 caratterizzano l’islamofobia attuale. E anche oggi le norme restrittive della libertà religiosa che vorrebbero imporvi, e che già operano in alcune regioni del nord Italia e che il nuovo governo si appresta ad estendere a livello nazionale, vengono spacciate come norme a “difesa della democrazia”. Era così anche con gli ebrei. E quelli che fomentano l’ islamofobia sono anche quelli che continuano a fomentare il mai morto antisemitismo che però oggi si cerca di addebitare agli arabi e ai musulmani in genere, tentando di falsificare la storia perché, diciamolo con chiarezza, l’antisemitismo è una “malattia” tipicamente cristiana, che nasce agli albori del cristianesimo, fin dal terzo secolo D.C., quando l’originario movimento dei seguaci di Gesù di Nazareth si trasformò in religione dell’Impero Romano che doveva differenziarsi dalle altre religioni esistenti e che rivendicava il proprio potere. E anzi bisogna dire che l’antisemitismo è un nervo ancora scoperto delle chiese cristiane che tendono a negare le proprie responsabilità nelle stragi che sono state compiute nel corso dei secoli.
Le donne
Ma l’islamofobia ha un carattere particolare su cui occorre riflettere. L’islamofobia si scarica principalmente sulle donne musulmane che sono le vittime principali degli episodi di razzismo islamofobico. Le donne islamiche vengono sistematicamente offese e aggredite per il loro modo di vestirsi che “minerebbe”, secondo gli aggressori, la “libertà delle donne occidentali”. Alle donne musulmane viene negato l’accesso a lavori che comportano un rapporto con il pubblico perché “portano il velo”. Si è letteralmente inventato una fobia per il velo usato dalle donne musulmane che è irrazionale e che denota gravi problemi psichiatrici per quei maschi occidentali, e per le poche donne che li sostengono, che della battaglia contro il velo hanno fatto la loro ragione di vita. Sono quegli stessi maschi, capi di partiti fascistoidi, che, non a caso, sostengono la legalizzazione della prostituzione.
Vogliono le donne prigioniere di un modello culturale che le ha trasformate in un oggetto sessuale, altro che libertà, utile sia a fini pubblicitari, perché è stato dimostrato che la sessualità è un potente stimolo per gli acquisti, sia per soddisfare le voglie del maschio.
Le donne musulmane, che non si piegano a questo modello culturale che viene sostenuto dalle TV FOGNATURE, rappresentano quindi un pericolo per un modello di società dove le donne sono schiave e questo spiega perché l’islamofobia si concentra particolarmente contro le donne.
Chi da italiano, attacca le donne musulmane per il loro modo di vestire, vuole in realtà opprimerle, le vuole schiave di un modello culturale contro cui si sono scagliate nel secolo scorso le femministe. Modello culturale che vede le donne o come prostitute o come macchine per fare figli obbedienti al padre padrone. Modello culturale che produce i continui femminicidi e le sempre crescenti molestie sessuali a cui sono sottoposte milioni di donne italiane.
Donne cristiane e donne musulmane possono dunque insieme opporsi ad un modello di società che non le libera ma le schiavizza.
Come riprendere il dialogo
L’islamofobia crescente ha reso difficile il percorso di dialogo interreligioso che da 17 anni cerchiamo di realizzare e che ha coinvolto finora alcune migliaia di realtà associative a livello nazionale. Le comunità musulmane sono attaccate nel loro diritto ad esistere attraverso una campagna forsennata di chiusura dei loro luoghi di culto con le motivazioni più aberranti. Si cerca in ogni modo di far passare l’equazione che islam sia uguale a terrorismo.
Le comunità cristiane che cercano il dialogo sono anch’esse accerchiate. Alcune comunità, dove si pratica l’accoglienza dei nostri fratelli migranti, vengono aggredite e minacciate nella loro vita quotidiana da forze apertamente fasciste e naziste che si ergono addirittura a “custodi della retta dottrina cattolica”, come succede a Vicofaro (Pistoia). E ciò non produce la reazione che sarebbe necessaria da parte delle stesse istituzioni ecclesiastiche.
È anche questo un fenomeno non nuovo nella storia dell’umanità. È successo durante il periodo fascista e nazista del secolo scorso quando quelle forze politiche hanno legato a se, con concordati, le religioni cristiane nelle loro componenti cattolica e protestante. Ma quelle forze non si sono limitate a realizzare concordati con le religioni “cristiane”, hanno creato esse stesse delle correnti religiose impregnate della loro ideologia all’interno delle chiese cristiane, protestante e cattolica, come è successo in particolare in Germania dove hanno conquistato la maggioranza dei fedeli e dei responsabili ecclesiastici. Solo pochi pastori e preti si opposero e finirono uccisi.
Anche in questo periodo storico è in atto lo stesso fenomeno. C’è chi è giunto, nel corso dell’ultima campagna elettorale, a giurare sul Vangelo e sul rosario, paragonando la propria politica al “vangelo”[vedi link]. E contro tale “vangelo”, diventato addirittura un libro, non c’è una levata di scudi generale di tutte le chiese cristiane che assistono impotenti e silenti all’avanzare di ideologie e dottrine che di cristiano nulla hanno.
Poche sono le voci che nell’ambito delle chiese cristiane si schierano contro tali politiche scellerate spacciate addirittura per “vangelo”. Lo stesso Papa Francesco è attaccato tutti i giorni dai giornali della destra per la sua azione a favore del dialogo e dell’accoglienza e contro la guerra.
Questa la realtà di cui dobbiamo prendere atto e a cui occorre opporsi.
Abbiamo dunque il dovere di riprendere il dialogo fra le religioni. E per tale motivo qualche mese fa, lo scorso 28 febbraio, abbiamo lanciato un appello dal titolo “Il futuro è nel dialogo! Appello per una rinnovata stagione di dialogo fra le religioni” (vedi link), dove abbiamo ribadito le ragioni di fondo che da 17 anni ci spingono sulla via del dialogo e della pace. E abbiamo ribadito il nesso inscindibile tra dialogo e pace perché l’islamofobia crescente è figlia della guerra mondiale a pezzi in corso dall’11 settembre del 2001. Bisogna fermare la guerra perché la guerra è follia.
Molte e qualificate sono state le adesioni di cristiani e musulmani all’appello, ma nulla si è mosso in termini di iniziative e di crescita di una coscienza di massa che si opponga al razzismo crescente e alla guerra. Stiamo anzi per assistere alla nascita di un governo che, per la prima volta nella storia della Repubblica, mette in un programma di governo l’intenzione di porre serie limitazioni alla pratica del Culto Islamico in Italia, di per se garantito dalla Costituzione.
«Il solo fatto che tale pratica sia oggetto a se stante di un programma di governo – ha scritto in un comunicato la Costituente Islamica - costituisce un grave vulnus dello stesso art. 3 della Carta fondamentale che stabilisce essere “tutti i cittadini uguali di fronte alla legge”» . C’è qualcuno che ricorda che un fatto simile è stato fatto dal fascismo nel 1938 con le leggi razziali contro gli ebrei? Occorre appellarsi al Capo dello Stato massimo garante della Costituzione.
C’è chi, occorre dirlo apertamente, ha frenato o ha posto veti allo sviluppo della nostra iniziativa sia in ambito cristiano sia in ambito musulmano. C’è chi, come durante il periodo nazista, è terrorizzato di fronte al “vangelo leghista” che avanza nella società, nelle chiese cristiane, cattolica o protestante che sia, nello stesso ambito musulmano, e non riesce ad articolare una narrazione diversa da quella leghista sulla guerra, sulle migrazioni e sull’islam e sul clima di paura, che è stato creato ad arte nella società, che si trasformerà in un aumento drammatico del numero di armi che circoleranno nel nostro paese, con aumento esponenziale di omicidi e stragi, come succede in quelle nazioni dove la vendita delle armi è libera.
C’è chi, come scrive il libro dell’Apocalisse, crede di essere vivo ma in realtà è morto (Ap 3,1) o, peggio ancora, non è “né freddo né caldo” (Ap 3,15).
Quali auguri per il vostro Ramadan?
Cari fratelli e care sorelle, quali auguri dunque per il vostro Ramadan?
Scrivo queste cose perché sento il dovere morale di dirle e,come sempre, le scrivo senza alcuna pretesa di avere la verità in tasca. Più e più volte ho cercato il confronto e l’ho stimolato in ogni modo possibile dichiarandomi disponibile ad ogni tipo di incontro o di iniziativa.
Certo corro il rischio di essere come “una voce che grida nel deserto” ma ciò non mi preoccupa perché mi sento in buona compagnia.
Credo innanzitutto siano necessari auguri basati sulla sincerità, sul dire le cose che non vanno in modo chiaro, anche a costo di passare per pazzo, perché la situazione è grave ed è necessario che ognuno si assuma la responsabilità dei propri comportamenti di fronte all’umanità.
Le nostre rispettive religioni sono oggi pieni di mercanti. Diciamocelo chiaramente e senza infingimenti. Le nostre religioni sono preda di affaristi di ogni tipo, di “funzionari di Dio” che vendono a caro prezzo le loro “verità”. Lo spirito profetico è diventata merce rarissima. Prima di scrivere e dire una qualsiasi cosa ci si pensa dieci volte, si guarda ai propri interessi piuttosto che al bene comune dell’umanità.
Credo sia necessario ripercorrere insieme l’esperienza comune alle tre religioni monoteistiche che i cristiani conoscono come “cacciata dei mercanti dal tempio”. «È una esperienza che prima di Gesù ha vissuto lo stesso Mosè quando, scendendo dal monte Sinai dove aveva ricevuto i 10 comandamenti, trovò il popolo ebreo intento ad adorare il vitello d’oro che lui distrusse. Stessa esperienza è stata vissuta successivamente anche dal profeta dell’Islam Muhammad quando, una volta conquistata la città, distrusse tutti gli oltre trecento idoli che erano stati accatastati nella Ka’ba alla Mecca e il cui culto opprimeva il popolo»[vedi link]. Dobbiamo liberare le religioni dal potere e dall’oppressione che da esso deriva.
Nel Ramadan la forza
Il vostro Ramadan è la vostra forza. Per quante persecuzioni possono fare contro di voi, la vostra forza è questo mese di digiuno che vi riconcilia con i fratelli e sorelle delle vostre comunità, con la natura nella quale viviamo, con voi stessi impegnandovi a sopportare le difficoltà e il dolore e a trovare la strada di Dio che è liberazione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Chi vi attacca e vi perseguita non conosce questa vostra forza e non sa che le sue mire egemoniche sono destinate alla sconfitta, come è sempre successo nella storia quando sorge un dittatore o una classe di dittatori che vogliono imporre il proprio dominio.
Il mondo cristiano non ha oggi la stessa vostra forza. È un mondo diviso, lacerato, interessato a riti sacri o alla gestione del proprio otto per mille. È un mondo in gran parte responsabile dei mali che affliggono l’umanità e non si può non condividere l’affermazione di fratel Enzo Bianchi, già priore di Bose, che in un twitt ha scritto: “Quando leggo che noi cristiani siamo due miliardi anziché gioire sono sconvolto: con tanti cristiani il mondo non dovrebbe essere migliore?”
L’augurio allora è che questo Ramadan possa essere un momento per sconfiggere l’accerchiamento a cui gli amanti del dialogo fra cristiani e musulmani sono soggetti. Auguro che possano moltiplicarsi gli incontri e che tanti cristiani possano riscoprire anche essi l’importanza del digiuno, per purificare il corpo e lo spirito e acquisire la forza necessaria ad opporsi a tutto il male che forze potenti e malefiche ci stanno scaricando addosso. Auguro che tutte le moschee si aprano alla società e che iniziative concrete di solidarietà verso i più bisognosi si possano realizzare congiuntamente.
E, infine, di fronte agli attacchi alla libertà di culto dei musulmani in Italia, credo sia giunto il momento che tutti, qualsiasi sia la propria religione o non religione, sentano il dovere di dire a voce alta e forte: “Siamo tutti musulmani”. Qualsiasi arbitrio verrà fatto nei confronti dei musulmani è un arbitrio fatto nei confronti degli appartenenti a qualsiasi altra religione e a tutti i cittadini.
Buon Ramadan
Giovanni Sarubbi



Domenica 20 Maggio,2018 Ore: 19:04
 
 
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