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www.ildialogo.org Nara Cixiri,di Mimmìa Fresu

Nara Cixiri

di Mimmìa Fresu

Nara Cixiri*. Fù con questo grido che nel lontano 28 aprile del 1794, i cagliaritani, stanchi delle ingiustizie, soprusi e vessazioni, subite da parte della corte dei Savoia, si ribellarono e da quell'episodio, il giorno viene ricordato come : “Sa die de sa Sardigna” (il giorno della Sardegna). Tumulti di piazza, gente che correva fuori da ogni angolo di strada alla ricerca dei piemontesi, che, una volta catturati, venivano caricati su imbarcazioni e allontanati dal suolo sardo. “Nara Cixiri” divenne una formula fonetica attraverso la quale era facile individuare “lo straniero”. Una espressione in lingua sarda pressoché inimitabile per i forestieri. Artefice di questa reminiscenza è stata la proposta leghista di inserire fra i requisiti del soggiorno per gli immigrati anche il dialetto del nord Italia. I proponenti dicono che ciò agevola la comunicazione nei luoghi di lavoro e facilita l'integrazione. Confessiamo di aver, fino ad oggi, travisato questa bonomia, questo sentimento di fratellanza. Scioccamente, avevamo pensato che si trattasse di un ulteriore ostacolo all'immigrazione. Che il richiesto requisito della lingua italiana non fosse più sufficiente ad impedirne l'insediamento (questi immigrati, l'italiano, lo imparano troppo in fretta). Sarà anche il caso di rivedere in chiave umanitaria la richiesta, per gli extracomunitari, delle impronte digitali, l'equiparazione degli irregolari ai comuni criminali e il numero chiuso degli alunni stranieri nelle scuole. Abbiamo colpevolmente travisato il commendevole spirito pedagogico della costrizione al digiuno degli scolari figli d'immigrati, morosi sulla retta per la mensa. Oppure serviti a pane e acqua, in un evidente slancio di pietà cristiana. Miseri noi. L'avevamo interpretato come una gogna. Scambiato per una vigliaccheria, ancor più odiosa perché consumata sui bambini, usati, così c'era sembrato, per una nuova campagna d'indesiderabilità. Altro che l'inglese e lo spagnolo, considerate lingue veicolari per eccellenza: Veneto e Lumbard, per aprire le porte se non proprio all'integrazione, sicuramente alla comprensione immediata del fuera dai cugliun negher. L'esperienza cagliaritana, Nara Cixiri, di qualche secolo addietro, potrebbe ancora tornare utile lungo la piana del Po. Specialmente per quei labbroni violacei delle donne e uomini dalla pelle scura, potrebbe risultare impossibile chiuderli a culo di gallina, alla richiesta: “Nara Cassuela”.     
Mimmìa Fresu
*Pronuncia Ceci.


Domenica 11 Aprile,2010 Ore: 08:41
 
 
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