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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org ALFREDO FIORINI DI TERRACINA FRATELLO E MEDICO MISSIONARIO IN MOZAMBICO STRONCATO NEL SUO SOGNO DI UMANA SOLIDARIETÀ RIVIVE NEL RACCONTO DI GIACOMO PALAGI, GIOVANNI MUNARI LO PRESENTA,A CURA DI CARLO CASTELLINI.

ALFREDO FIORINI DI TERRACINA FRATELLO E MEDICO MISSIONARIO IN MOZAMBICO STRONCATO NEL SUO SOGNO DI UMANA SOLIDARIETÀ RIVIVE NEL RACCONTO DI GIACOMO PALAGI, GIOVANNI MUNARI LO PRESENTA

A CURA DI CARLO CASTELLINI.

Com'è ormai bella abitudine collaudata, da alcuni anni, è giunto puntuale il fascicolo poco più che tascabile, agli amici e sostentori dell'istituto, come piccolo dono di Natale. Quest'anno al centro dell'attenzione, la vicenda umana e spirituale di ALFREDO FIORINI, sacerdote, medico, missionario e fratello laico per scelta.
Ce lo presenta Giovanni Munari, nella sua rapida esposizione, mentre gli espisodi salienti della sua testimonianza missionaria
di fratello laico, sono ricostruiti, in pagine dense e partecipate, da GIACOMO PALAGI, confratello e amico solidale del missionario di Terracina, per le tante battaglie combattute insieme e condivise nell'ex-colonia portoghese del Mozambico.
Non è la prima volta che nella storia di questo istituto, qualcuno bussi alla sua porta chiedendo di diventare si missionario, ma di esercitare anche la professione di medico a servizio dei meno abbienti e più bisognosi.
Era stato il caso di GIUSEPPE AMBROSOLI, che aveva chiesto ai superiori dell'istituto di essere accolto a queste precise condizioni. La risposta era stata positiva. E la sua testimonianza era stata ricordata con un altro volumetto natalizio “L'uomo di Dio che guarisce”, a firma di Aurelio Boscaini.
Alcuni anni dopo avrebbe preso il posto Padre EGIDIO TOCALLI, originario di Morbegno (Sondrio), che avrebbe preso in mano le redini dell'ospedale di Kalongo, in Uganda, dopo le travolgenti vicende del saccheggio e distruzione dell'ospedale africano.
Ma negli stessi anni si stava preparando LORENZO TOMASONI, originario di Brandico, in quel di Brescia, anche lui. Medico e missionario, che ha prestato il suo servizio e offerto la sua testimonianza di missionario, nel difficile ambiente dell'Etiopia.
Per ALFREDO FIORINI, sono passati 25 anni, dal suo martirio a Muiravale, del 24 agosto 1992 : “sono felice di presentare questo ricordo, da chi, allora, era stato suo superiore provinciale, che tanto si era dato da fare per aver quel giovane medico in Mozambico. La famiglia da cui proviene promette bene, e l'esperienza avuta nell'azione cattolica e nello scautismo, purificano le intenzioni e aumentano l'entusiasmo per il fare solidale e lo preparano all'incontro con “Mani Tese” e con i Comboniani.
“Nessun innamoramento con ragazze, ….”il mio primo amore fu per l'infelice nigrizia”, soleva ripetere a se stesso; per me non è stato il primo, ma spero sinceramente sia l'ultimo, il definitivo”.
A 28 anni è giovane maturo, e medico con una brillante laurea in Medicina, discussa nell'Università di Siena, con il massimo dei voti; entra nel Postulato di Firenze, ha già chiaro il suo impegno di mettere la sua arte e scienza medica a servizio degli altri.
Ha momdenti di riflessione ma anche di travaglio spirituale, ma poi la luce si fa strada nel suo animo, per una decisione in controtendenza: non sarà solo sacerdote missionario, e decide di dedicarsi interamente alla sua vocazione di medico, ma come fratello laico comboniano.
In Mozambico non gli riesce cosa acile inserirsi in un ospedale di stato, per ricevere un salario di 50 mila lire! Ma la guerra civile imperversa e le autorità non hanno voglia di fare funzionare le cose a dovere; viene boicottato, perché Alfredo non sta zitto. I fondi promessi non arrivano, mancanza ingiustificata di strumenti e aiuti; irresponsabilità da parte del personale sanitario; per di più salvaguardare gli interessi dei malati e le tante persone coinvolte, decide in coscienza di trasferirsi in una struttura molto più modesta; perchè Alfredo, come testimonia uno dei suoi formatori nello scolasticato di Nairobi, Padre Fernando Colombo, “non può tollerare persone autoritarie e dominatrici” e “a volte è radicale e molto critico”, tuttavia nel fare, è molto più evangelico e non si smentisce nella sua disponibilità generosa”.
Così Alfredo, prende servizio ad ALUA, un piccolo ospedaletto gestito dalla suore missionarie comboniane. Qui si sente di realizzare in pienezza la sua vocazione e diventa per tutti figura di riferimento”. Ma il suo sogno viene stroncato. Giacomo Palagi racconta che il 24 agosto 1992, a Muiravale, sulla strada detta della morte, nel cuore del Mozambico, “cadde un baobab”. La gente crede che quell'albero crolli solo quando a lasciarci è qualcuno che è particolare e caro a Dio”.
La morte di Alfredo all'occhio umano appare come una disgrazia. Laggiù la morte di un medico è una tragedia.
Queste le parole riassuntive di Giovanni Munari.
Giacomo Palagi, che mi risponde dal Mozambico, gli è stato vicino, come amico, confratello, e cofidente; gli episodi sono tanti e toccanti, a favore di una testimonianza solidale chiara e senza tentennamenti. E' inutile conoscere quante pallottole o quale revolver l'abbia crivellato di colpi. L'importante è che lui al momento giusto si è fatto trovare; il resto è secondario.
Ho letto anch'io le sue poesie, sono belle sentite e partecipate. Si è lasciato panetrare dall'Africa in tutte le molecole del suo corpo. Si é consegnato agli Africani per amore, ed i ribelli della Renamo (Resistenza Nazionale Mozambicana) in lotta con il Frelimo, lo hanno restituito alla famiglia crivellato di colpi. Tra le testimonianze di solidarietà che hanno espresso vicinanza ai familiari mi piace ricordare quella di Cornelio Prandina, originario di Torrebelvicino (Vicenza), e già missionario in Mozambico, e che ricorderemo a parte.
Ci rimane però una consolazione gratificante, a dimostrazione che il sip sacrificio non è stato inutile. Perchè il Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico) e la Renamo, ora tornano a parlarsi; e finalmente il 4 ottobre, San Francesco, il santo della Pace, nel giorno della sua festa, ci fa il regalo della Pace.
“Esco gridando e saltando di gioia, e mi incontro con tutti gli altri che sospendono l'incontro di pastorale. Anche loro saltano e gridano di gioia. Ci abbracciamo e lasciamo che le lacrime scendano abbondanti. Alcune setimane ancora e anche Alfredo sarebbe stato con noi a ballare e cantare accompagnato dalla sua chitarra”. (GIACOMO PALAGI).



Sabato 24 Febbraio,2018 Ore: 18:18
 
 
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