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www.ildialogo.org RITORNARE A GIORGIO LA PIRA!,di Mario Pavan

RITORNARE A GIORGIO LA PIRA!

di Mario Pavan

-Va riscoperto come credente , intellettuale e politico del servizio e della carità- Una personalità che ha tessuto i fili di una fraternità mondiale-
Ai nostri giorni sono rarissimi gli esempi di una politica aperta al servizio e alla carità.
Ma i germogli e i frutti buoni e sani del secolo scorso, crediamo vadano conosciuti innanzitutto, compresi e testimoniati specialmente da coloro che si definiscono cattolici, praticanti e fedeli osservanti. E specialmente pure dai tanti bravi giovani preprati e che spesso, invece, adesso come in passato, del resto, non trovano modo di essere capiti e valorizzati. Specie se sono liberi e forti! Un esempio di tanto bene sparso per tutti e per la società non solo italiana ce l’offre ancora, per fortuna e per grazia di Dio, Giorgio La Pira.
Avvocato, siciliano di nascita, ma “fiorentino” d’adozione, amico dei fratelli Rampolla ( famiglia di un cardinale “papabile”) dopo un periodo da lui stesso definito “estetizzante”, sulle idee di D’Annunzio , si converte ad un impegno attivo e alla fede vissuta. Amico di Amintore Fanfani, di Giuseppe Dossetti e di Giuseppe Lazzati, nomi ancora vivi nella storia dell nostra Repubblica e della Chiesa ( in modo particolare Dossetti, poi fattosi monaco e segretario del grande cardinale Giacomo Lercaro a Bologna nei tempi del Concilio Ecumenico Vaticano II ), Giorgio La Pira resta ancora oggi il “sindaco santo”.
Sindaco di Firenze ma anche padre costituzionalista dal 1946 al 1948, dopo essere sfuggito ai fascisti, deputato, figlio della povertà di San Francesco ( a Firenze viveva in una celletta del convento domenicano di San Marco) Giorgio La Pira dona ancora a tanti giovani l’esempio di cosa voglia dire davvero “fare politica” in nome del bene comune, sulla scia della concezione di San Tommaso d’Aquino.
A Firenze fonda la San Vincenzo dei gruppi culturali e laureati , la messa dei poveri, incrementa coraggiosamente l’idea della giustizia con la scelta di piani urbanistici dove trovano spazio adeguato le case per i ceti popolari e, nel contempo, è sempre pronto alle chiamate per il partito che lo vuole impegnato e attivo. La Democrazia Cristiana, che egli critica e ama in maniera lucida e sempre senza compromessi.
In anni duri di guerra fredda, dal 1960 al 1973 si spende in colloqui e missioni di pace a Mosca, ad Hanoi , la terra dei vietcong che combattono per la libertà e riuscirà a promuovere a Roma la conferenza di pace proprio per la guerra in Viet Nam , persa dagli USA. Incontra capi di stato africani ,europei, americani , asiatici tra cui : Nasser, Kennedy, Kruscev, Ho Chi Min, Abba Eban, Ciu En Lai, Senghor, De Gaulle senza mai avere nessun timore nel proporre la via della pace, sull’insegnamento di papi come Giovanni XXIII e Paolo VI, amici personali e a cui è tanto legato e ai quali risponde sempre con generosità.
Giorgio La Pira diventa attuale oggi in un mondo “sempre più piccolo” e che necessita di una città dell’uomo cosmopolita dai grandi valori della libertà e della giustizia che trovano risposta solo nel Vangelo, “Parola che non passa” direbbe il grande don Primo Mazzolari.
Il laico del Concilio Ecumenico Vaticano II Giorgio La Pira stringe rapporti con Fez, città marocchina dell’Islam. Proprio in questa città, una delle città imperiali di questo Paese dell’Africa bianca, ora dalle grandi aspettative e speranze, si trova una una via Firenze.
E il sindaco di Firenze, qualche anno fa,ora attuale capo di governo, Matteo Renzi, aveva svolto proprio i suoi studi su questo suo grande predecessore. Nel suo studio si trovava infatti una bella immagine di Giorgio La Pira.
Una speranza… pasquale? Ce lo auguriamo anche se i La Pira sono ridotti al lumicino.
Mario Pavan,Vicenza.



Lunedì 30 Marzo,2015 Ore: 20:39
 
 
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