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www.ildialogo.org ONORE A MATTEO STERI,di Sebastiano Saglimbeni

ONORE A MATTEO STERI

di Sebastiano Saglimbeni

“Oggi molte cose si vogliono respingere perché vecchie ed altre esaltare perché nuove: ma il vecchio e il nuovo riguardano solo le cose che sono morte o moriranno. Nella perenne giovinezza del pensiero creativo l’umanità non conosce vecchiaia”. Un tratto, questo, del ricco pensiero scritto di Concetto Marchesi, che Matteo Steri si fregiava di citare.
Con l’inizio di quest’anno 2015, la comunità di Cardano al Campo, in provincia di Varese, onorerà il nome di Matteo Steri che nel settembre dell’anno scorso ci ha lasciati con il suo ingegno straordinario, capace, durante tutto l’arco della sua esistenza, di egregie azioni in nome della conoscenza. Matteo, un siciliano, nato a Roccalumera, sulla riviera ionica del Messinese, è stato un avvocato civilista, un giudice onorario, un raro bibliofilo. A Cardano al Campo, con continuità a Sciglio, frazione di Roccalumera, ha fondato una ricchissima ed invidiabile biblioteca. In nome del libro di varia scrittura, come è stato scritto su alcuni giornali, e della memoria della cosa scritta, ha recuperato centinaia e centinaia di opere, comprese quelle a firma dell’umanista e politico Concetto Marchesi, ad iniziare dalla fine dell’ Ottocento sino al 1957, data della morte. Matteo, l’ interlocutore di tanti, con pura attenzione nei confronti dei deboli, ci ha privato della sua presenza combattiva e del suo impegno quotidiano all ’ “Archivio Concetto Marchesi”, di cui è stato fondatore , con funzioni editoriali. Restano difatti dei piccoli gioielli quei centinaia di titoli, con tiratura limitata e fuori commercio. Tra questi: Bibliografia marchesiana del 2006, le Georgiche virgiliane, con testo a fronte e con illustrazioni di Ernesto Treccani, il fondatore di “Corrente”, il saggio Francesco Lo Sardo, all’origine, una tesi di laurea di Daniela Brignone. E, due anni prima della dipartita di Matteo, altri titoli, di formato tascabile, a tiratura limitatissima, ancora fuori commercio, con la sigla “ Biblioteca di Sciglio”. Tra questi, Leopoldina, il nome di una dei cinque figli di Victor Hugo che l’ha cantata, dopo la morte tragica, in una lirica struggente, Fiori delle della natura, una scelta dei sei libri del De rerum natura di Lucrezio, ed altro, di singolare, di nuovo e di pregevole ricerca, come la vicenda di Edoardo Cavallaro, un partigiano di Roccalumera, che i nazisti impiccarono con altri resistenti a Trieste. Non si contano gli eventi che Matteo ha promosso a Gallarate e a Roccalumera. Le sue case di Cardano al Campo e di Roccalumera hanno ospitato figure del nostro Paese, come, ad esempio, il latinista Mario Geymonat, Giorgio Valgimigli, figlio del grecista Manara, il regista Gianfranco De Bosio e il filologo Luciano Canfora. Mario Geymonat e Giorgio Valgimigli se ne sono andati alcuni anni fa. Matteo li ha raggiunti.
Si diceva prima della comunità di Cardano al Campo. Questa ha intitolato al Nostro 19 borse di studio che saranno assegnate a studenti delle scuole medie, superiori ed universitarie. Matteo - va ricordato - fu pure primo cittadino di Cardano al Campo, dove ha vissuto e dove vivono la moglie Domenica Romolo, la figlia Rossella e il figlio Giuseppe, che continua l’attività del padre a Gallarate. L’attuale sindaco della comunità Cardano al Campo, Angelo Bellora, ha fatto bene, anzi, benissimo, ad intitolare le borse di studio di quest’anno a Matteo. Gli studenti di valore e, come tali, premiati, sentiranno il nome di Matteo, un esempio di dignità e di conoscenza.

UN ALTRO ADDIO PER CARMELO DURO

di Sebastiano Saglimbeni
A distanza di alcuni mesi dalla scomparsa del filosofo Santi Lo Giudice e a distanza di pochissimi giorni dalla scomparsa dell’ex giudice onorario e bibliofilo Matteo Steri dobbiamo esprimere un altro addio riguardante quella dell’amico cronista e scrittore Carmelo Duro. Questo tenace cittadino di Sant’Alessio Siculo, una comunità della riviera ionica, aveva di recente scritto e pubblicato in proprio la vita di Antonio Musumeci, un parroco trucidato dai Tedeschi mentre si ritiravano dalla Sicilia occupata nel 1943 dagli Alleati. I centinaia e centinaia di cronache, a sua firma, vanno considerate delle fonti che potranno giovare a chi vorrà domani sapere del percorso sociale e politico di alcune comunità della riviera ionica e della Valle d’Agrò. Del caro Carmelo non abbiamo letto solo note di cronaca sul quotidiano “Gazzetta del Sud”, ma alcuni libri di storia locale e di varia cultura. Tra questi, i due romanzi, una sorpresa, una sorta di risposta, Lampare spente e Equazione a due incognite, edite a Catania.
Queste due opere, soprattutto, esprimono un genere narrativo libero e proprio. Nella prima opera, il cronista ha raccontato il dramma di una consorte siciliana sola ed offesa, nell’altra ha raccontato l’assillo di un uomo diverso. Non va dimenticata del Nostro la costante attenzione nei confronti di coloro, i giovani, che iniziavano ad esprimersi con il segno, la nota e la parola. A questo lavoratore ho potuto, alcuni anni fa, rilasciare un tratto di scrittura nella mia opera dal titolo Des Amis. Egli ora, come mio amico, vi figura assieme a persone amiche come Ernesto Treccani, Paolo Volponi, Francesco Renda, Mario Geymonat e assieme ai miei umili compagni di scuola e di strada della mia Limina. Quando Carmelo mi lesse e si lesse provò una gioia e si considerò un voluto bene, un non inutile su questo pianeta terra. I tre della riviera ionica, Santi Lo Giudice, Matteo Steri e Carmelo Duro, si conoscevano, si parlavano con in comune la febbre della scrittura come identità e come resistenza al vacuo, al sopruso.
Carmelo mi aveva chiamato per telefono mercoledì, primo ottobre, per dirmi che pomeriggio sarebbe andato a Sciglio, frazione di Roccalumera, per onorare le esequie di Matteo Steri. L’ha raggiunto.
Un altro addio per te, combattivo Carmelo Duro! Questo resta da proferire da chi ancora vive con la certezza di ricevere l’addio di chi resterà sulla terra.



Sabato 17 Gennaio,2015 Ore: 16:17
 
 
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