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www.ildialogo.org IN RICORDO DI UN AMICO SCOMPARSO: GIORGIO MARELLI,di Carlo Castellini

IN RICORDO DI UN AMICO SCOMPARSO: GIORGIO MARELLI

di Carlo Castellini

Caro GIORGIO,
ti dedico questo breve ricordo, fatto di poche parole, perchè, se ben ricordo, non ti piaceva la vuota retorica , ma apprezzavi quelli che sanno andare al cuore delle cose. Ho gradito molto la telefonata di Emiliano che mi avvisava della tua scomparsa. Ed ero rimasto dispiaciuto dell'aggravamento della tua malattia. Ma avevo avvertito che tu mi avevi scelto come amico, (un tipo selettivo come te!), per questo ho voluto essere presente al tuo viaggio verso al casa comune del Padre.
Ho sempre apprezzato la tua simpatia umana e sensibilità: da quando eri entrato nella sala dei docenti a San Paolo, e ti eri presentato con un acuto dei “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo se ricordo bene: e ci eravamo guardati e salutati e incominciammo subito a parlare di Eugenio Montale. Ma io avevo avvertito in questo acuto la tristezza del distacco dalla scena, che ti piaceva e che avevi amato, e ti aveva fato vivere momenti indimenticabili, di emozioni e di gloria.e incominciavi l'apertura di un nuovo capitolo, della tua storia personale e professionale, che tu hai saputo vivere e interpretare bene, da uomo, da artista e da professionista serio, ma anche da uomo brillante e sanguigno.
Ti sei fatto apprezzare per la tua simpatia umana, per la qualità della tua interpretazione, per la sonorità e il timbro della tua voce con la quale parlavi al tuo pubblico, di ammiratori e di ascoltatori; ma soprattutto perchè non eri schiavo di virtuosismi canori, ma eri capace di scavare nei sentimenti del cuore, come ebbe a scrivere di te Eugenio Montale, sul Corriere della Sera, al tempo dei tuoi giovanili successi.
Ma ti ho apprezzato soprattutto per questo, caro Giorgio, perchè una volta calato il sipario del grande teatro e della grande lirica, di cui sei stato un raffinatissimo interprete, non ti sei eclissato o autoemarginato , a contemplarti nei tuoi ricordi, ma hai reagito accettando il palcoscenico più limitato della vita, della realtà quotidiana, dell'incontro di ogni giorno con gli adolescenti in crescita che ti ponevano mille domande. Questo a mio modesto parere, è stato il vero banco di prova dopo i successi ottenuti a La Fenice e al Metropolitan.
Ma anche qui non hai deluso, non hai fatto flop come alcuni altri. Ti sei rimboccato le maniche, con coraggio e lungimiranza, ed hai fatto gustare a intere generazioni di adolescenti la bellezza delle musiche classiche, di quelle popolari e folcloristiche, che i tuoi alunni hanno eseguito più volte in pubblico, davanti a docenti, amici, genitori, che ti hanno ripagato con la loro stima e riconoscenza, accompagnata da applausi a scena aperta e da mazzi di fiori. Hai fatto rinascere una scuola pubblica che sembrava boccheggiare. La bellezza della tua musica, possiamo dire oggi, li ha salvati e gratificati.
Ci siamo scambiati idee e d esperienze ed in alcuni casi mi hai coperto le spalle, con intuito amico e un po' paterno, ma non paternalista. Infatti in alcuni atteggiamenti mi ricordavi la figura di mio padre: nel tratto schietto e talvolta indignato, ma di grande efficacia nell'ambiente. Ci sono tante altre piccole cose che vorrei ricordarti. Come la tua lettura reiterata dei Vangeli dopo che la vista si era indebolita e la malattia ti avevo costretto alla quasi immobilità . In essi avevi trovato motivo di fede, di accoglienza e di consolazione.
Ma per me basta così. Le cose essenziali che credo di avere compreso, te le ho già confidate e in certo senso, anticipate a voce nella sostanza, alla tua paziente e coraggiosa moglie ed al tuo saggio e raffinato Emiliano.
E ti prego, Giorgio, ogni tanto da lassù apri il sipario e mandaci qualche acuto di quelli che solo tu sapevi fare,quando eri ancora quaggiu', perchè ci aiuti a ridere di più e a vivere meglio.
Tuo amico Carlo Castellini



Mercoledì 26 Febbraio,2014 Ore: 21:36
 
 
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