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www.ildialogo.org PADRE ERNESTO BALDUCCI CELEBRATO A GROSSETO.,di Vittoria Guglielmi

PADRE ERNESTO BALDUCCI CELEBRATO A GROSSETO.

di Vittoria Guglielmi

CONTINUA A TOCCARE IL CUORE E LA COSCIENZA DI CHI LO ASCOLTA. STRAORDINARIA LA SUA ATTUALITA’.


Di seguito riproduciamo l'articolo dell'amica Vittoria Guglielmi di Grosseto (che ringraziamo), sulla celebrazione di padre Ernesto Balducci che è stata organizzata nell'auditorium di una chiesa cittadina. L'articolo è uscito sull'ultimo numero di Toscana Oggi. La novità è che l'evento è stato organizzato da un gruppo di amici, tenendo fuori i soliti politici che sarebbero venuti a mettersi in mostra (molti non conoscono neanche questo grande Uomo) senza ufficialità istituzionali. Inoltre il sacerdote della chiesa della SS.Addolorata, dove si è svolto l'incontro, ha messo subito a disposizione la sala. "Abbiamo avuto la gioia - ci ha scritto Vittoria Guglielmi - di avere come relatore don Pierluigi Di Piazza, fondatore del centro Balducci in Friuli".

Nell’Auditorium gremito della chiesa della SS. Addolorata a Grosseto, lo scorso 22 aprile, duecento persone hanno partecipato alla rievocazione della straordinaria figura di padre Ernesto Balducci, nativo di Santa Fiora, scomparso il 25 aprile 1992.

A vent’anni dalla sua morte, questo grande Uomo ha richiamato, come ai tempi della Badia Fiesolana, una vera e propria folla che ha assistito rapita al dibattito. Molte persone lo hanno potuto conoscere proprio in questa occasione. L’iniziativa è stata organizzata dal medico grossetano Giovanni Bellumori - che è stato un suo allievo - insieme a un gruppo di amici, fuori da ogni ufficialità, come forse avrebbe voluto lo stesso padre Ernesto.

Nella sua introduzione, Giovanni Bellumori ha sottolineato l’attualità dell’eredità umana e spirituale lasciataci da Balducci, la cui grande peculiarità è stata quella di essere riuscito a mettere in discussione le” premesse stabilite”, dimostrando una grande serietà e attenzione a quelli che furono gli avvenimenti salienti di quegli anni. “MI riferisco a quello che poteva essere la politica, i partiti, le ideologie i sindacati, la Chiesa stessa, istituzioni verso le quali egli fu molto critico. Pur appartenendo alla Chiesa cattolica, l’ha vissuta senza appartenervi essendosi sempre liberato dai vincoli ideologici dell’uomo edito, della cultura vecchia e ha cercato di tenere desta la coscienza dei credenti e dei non credenti, proprio perchè una caratteristica importante di Balducci è stata quella di aver elaborato un linguaggio che arrivasse a tutti”. Padre Ernesto, di fatti, è stato in grado di rapportarsi agli altri in maniera laica mettendo in pratica il Vangelo; sono stati moltissimi i laici ad averlo accolto, quasi di più degli stessi cattolici. Egli è stato un grande appassionato dei diritti umani ed è arrivato il momento in cui noi dobbiamo prendere in considerazione questo gigante del pensiero non solo cristiano, ma umano, che ha scritto anche un importante testo di filosofia dedicato alla storia del pensiero umano, adatto alle scuole, dove si delinea l’idea dell’Uomo Planetario, testo purtroppo non ancora del tutto conosciuto.

Il relatore dell’incontro è stato don Pierluigi Di Piazza. Dopo gli studi nel seminario di Udine, don Pierluigi ha conseguito nel 1973 la licenza in teologia all’università San Tommaso d’Aquino in Roma, dove si è laureato nel 1994. Prete dal 1975, Di Piazza si è impegnato per la diffusione e la prassi della non violenza, della pace e della solidarietà animando a Zugliano, in Friuli, un centro di accoglienza per stranieri, dedicato a Ernesto Balducci nello stesso anno della sua morte, e diventato nel tempo anche luogo di promozione culturale con convegni a cui contribuiscono intellettuali e testimoni di diverse parti del mondo. Giornalista e scrittore, don Luigi ha ricevuto, tra l’altro, la laurea ad honorem dall’Università degli studi di Udine come imprenditore di solidarietà e di iniziative culturali. Oggi egli incarna e mette in pratica il messaggio di fede e di amore verso i diseredati, i diversi, i profughi, oltre che verso la madre terra, di padre Ernesto con umiltà, coraggio e coerenza. Il suo intervento è stato più volte interrotto dagli applausi scroscianti di un pubblico attento e coinvolto.

Don Pierluigi ha evidenziato che non si tratta tanto di parlare di memoria, ma di vivere la memoria di Balducci ed essere noi stessi testimonianza viva della sua fede, delle sue intuizioni, del suo spendersi instancabile alla formazione delle coscienze. Il relatore ha commentato, con commozione, le immagini della Rai e altri filmati su Balducci, ben sintetizzati nel video preparato dall’arch. Patrick Marini, affermando la straordinaria attualità dei suoi messaggi.

“ Il primo che si configura dentro di me, ha detto Di Piazza, è quello del passaggio da una fede chiusa dentro i dogmatismi, i ritualismi ( gestita da una “chiesa” del Potere, di un potere economico- politico- militare, che chiede dalla Chiesa un appoggio per essere appoggiata) a una fede della Fede incarnata dentro la storia che si misura con i drammi e le speranze della storia umana. Una Chiesa con le porte aperte a tutti, raccontando le origini e la funzione attuale del suo Centro di Zugliano, dove oggi hanno ospitalità 50 persone, tra cui otto mamme con i loro figli dell’Honduras, paese attraversato da cieca violenza e brutalità, nel silenzio generale.

Don Luigi ha ricordato una frase straordinaria di padre Ernesto “Quando un giorno doveste organizzare un dibattito e collocare vicine persone diverse, diciamo un cristiano, un marxista, un agnostico o altro, non cercatemi più perché io non sono nient’altro che un uomo”. Affermare questo significa avere percepito che la fede si misura davvero dentro la storia e peraltro Gesù di Nazareth dice “ero affamato, ero assetato, ero in carcere, ero ammalato, ero forestiero…e voi mi avete incontrato.”

Quindi, questo messaggio di liberazione da ogni forma di clericalismo, di separatezza, di segregazione dell’umanità è adesso un messaggio grande perché oggi spinte anche di fenomeni religiosi, qui e in tante parti del mondo tenderebbero a collocarsi come parallelamente alla storia, come entusiasmi non spirituali, ma spiritualisti che non incidono più nei processi di liberazione dalla storia.

Un altro messaggio attuale di padre Ernesto è l’incontro con l’altro, con il diverso, certamente l’immigrato che è presente a milioni in Italia, ma anche con tutti coloro che sono segnati dalla vita, segnati da una particolare diversità. L’altro da non condannare, da inferiorizzare, da non omologare, da rispettare nella sua dignità e con la cui diversità entrare in rapporto.

Comunicando tra diversità si ha un arricchimento reciproco, una società multietnica, multiculturale, plurireligiosa è una Società Planetaria, quella che Balducci configurava. “Io teorizzo, ha detto Balducci in uno dei filmati proiettati nell’occasione, il superamento delle religioni, non la distruzione, perché per la prima volta nella storia umana le religioni monoteistiche sono convocate a un confronto estremo, quella che Woytila chiamava la sfida trascendente della pace invitandole a un confronto non con Dio, ma con l’uomo minacciato di estinzione”.

Oggi urge andare al di là delle parole e passare ai fatti. Da dove possiamo cominciare? “Ritengo, ha risposto don Di Piazza, che sia necessario ogni giorno alimentare lo spirito, la profondità, la sensibilità, i grandi ideali e non sentirsi per questo idealisti ingenui, utopisti nel senso negativo della parola perché utopia in senso positivo è una parola calda, coinvolgente, di prospettiva che indica un luogo non ancora abitato, ma verso cui andare per abitarlo. Una concretezza nelle situazioni che porta poi a vivere la coerenza personale, la responsabilità personale che poi è vissuta e va chiaramente trasferita all’interno delle istituzioni, al territorio, ognuno con la propria sensibilità. Rispetto alla gravissima crisi della politica ha messo in evidenza la necessità della coerenza come funzione fondamentale della comunità cristiana, ricordando le dimensioni spaventose della corruzione che investe il paese. Citando l’amico Roberto Scarpinato, si è chiesto come sia possibile che il più grande paese cattolico sia anche così corrotto,

aggiungendo parole forti e penetranti sull’impossibilità per chi delinque come la mafia di pregare Dio, se non con totale falsità e ipocrisia. Non c’è un Dio per tutte le occasioni

Don Pierluigi Di Piazza ha inserito i temi qui appena accennati, in una interessante sintesi della vita di Padre Balducci raccontato molti aneddoti e episodi della sua vita, della sua infanzia e del suo amore per la sua montagna, l’Amiata profetizzandone le possibili deturpazioni “….Che hanno fatto gli amiatini? Hanno venduto la loro madre? Si direbbe, a percorrere l’anello di asfalto che congiunge a corona i paesi dell’Amiata e le strade che dall’anello si dipartono a raggera verso la vetta…” (da Il sogno di una cosa 1993)

Tra gli interventi del pubblico entusiasmato dalla scuola di fede di questo grande uomo e da don Pierluigi che l’ha messa in pratica nel suo centro friulano aperto non solo ai rifugiati, ai diversi, ma anche alle correnti di pensiero di tante culture e religioni. A tutti i figli di Dio. Il prossimo 24 maggio il Dalai Lama tornerà a farvi visita e nel teatro tenda di Udine, insieme a don Di Piazza, si terrà un grande meeting multireligioso.

Intento degli organizzatori è quello di proseguire nell’attività dedicata a Balducci affinchè tutto non si riduca a una commemorazione fine a se stessa, ma si diffonda il suo pensiero in un momento storico-sociale in cui è indispensabile riscoprire il valore del coraggio e del bene comune, pena la nostra stessa sopravvivenza.

Vittoria Guglielmi

Ph Chis Panseri

l’intero discorso è disponibile su video, info http://lasentinelladellamaremma.wordpress.com/



Giovedì 03 Maggio,2012 Ore: 16:38
 
 
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