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www.ildialogo.org ILMIO RICORDO DI GIANCARLO ZIZOLA, CRISTIANO,GIORNALISTA E SCRITTORE.,di CARLO CASTELLINI

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ILMIO RICORDO DI GIANCARLO ZIZOLA, CRISTIANO,GIORNALISTA E SCRITTORE.

di CARLO CASTELLINI

Aveva promesso di rispondere alle domande di un'intervista che avevo chiesto di potergli fare all'inizio del mese di giugno. Mi aveva risposto dicendo che avrebbe accettato, ma solo dopo la fine del mese. E si era firmato per la prima volta Prof. Giancarlo Zizola. Non sapevo che fosse anche docente.
Le domande sono rimaste intatte, come fossero rimaste sorprese e in silenzio alla notizia della sua morte. Ora cercherò di cambiare l'impostazione tematica, proprio perchè tante riguardano il pontificato di Giovanni Paolo II di cui Andrea Riccardi, ha pubblicato una voluminosa biografia, per i tipi della Paoline.
La notizia della sua improvvisa scomparsa mi colse all'improvviso e mi lasciò sorpreso, perchè mi veniva a mancare un punto di riferimento, per me prezioso, sia per i temi che affrontava e per la sensibilità ed empatia che comunicava nei suoi contenuti mai banali e sempre collegati con la realtà di oggi.
Tengo sulla mia cattedra alcuni dei suoi libri a me cari:”L'utopia di papa Giovanni”, della Cittadella editrice di Assisi, e “Don Giovanni Rossi”, della stessa editrice. Mi piaceva quest'uomo per la sua modestia e umile interiorità. Quasi sofferta. Gli avevo chiesto, alcuni anni or sono notizie di un suo libro che non riuscivo a trovare; e lui non si era fatto pregare e mi aveva fornito le opportune indicazioni.
Mi ero fatto di lui un'idea (poi confermata dalla realtà delle sue testimonianze orali, articoli scritti e riflessioni affidate ai suoi saggi), di un giornalista, non parolaio, che sapeva collegare il particolare ad un quadro di riferimento più ampio, per comprendere il presente senza rinnegare il passato, cercando di capire e far capire Chiesa di oggi, senza rinnegare la Chiesa di ieri, e cercando di intravederne i movimenti del futuro. Non era solo un vaticanista sottomesso e celebrativo, alla moda di Fabio Zavattaro o di Giuseppe De Carli, ma un vero informatore religioso che lotta “per mettere la chiesa in una condizione di verità e di trasparenza dinnanzi all'opinione pubblica”. “Non solo informatore di cristianità, ma informatore perchè e come cristiano. Giancarlo Zizola non era buonista e accomodante, era critico, vedeva i problemi della Chiesa, e vi entrava dentro come deve fare la parola, come una spada a due tagli” (Raniero La Valle).
Concordo con questo giudizio sintetico di Raniero La Valle, che avevo incontrato a Brescia, presso i padri Saveriani di via Piamarta, 9, dove era giunto colà, invitato da un gruppo culturale di giovani, che lo aveva chiamato da Roma, per testimoniare sul Concilio e dintorni. Non si era fatto attendere ed aveva offerto analisi chiare, riflessioni profonde e testimonianze cristalline, della sua fede cristiana, della sua militanza politica e del suo giudizio libero e indipendente, di cristiano anomalo, su figure, episodi della realtà ecclesiale del suo tempo.
Così di Giancarlo Zizola mi piace ricordare le cronache non tecniche e distaccate, ma rivelatrici di un cronista attento, ma anche del credente, che ama e che soffre con la sua chiesa; e che pur tuttavia si sente costretto a dire la verità, che altri tacevano; e che quindi, suo malgrado, diventa cronista scomodo, talvolta non compreso, altre volte emarginato. Per cui come dice Ernesto Miragoli, dal suo sito www.webalice.it, Giancarlo Zizola, ci mancherà sicuramente perchè a modo suo era un testimone vero, un cronista attento, che misurato nelle parole, diventò misurato anche nei gesti e atteggiamenti, che lo fecero apprezzare sia dai dromedari del conservatorismo, che dai puledri del progressismo, che vennero ad onorarlo ai suoi funerali.
In questo senso ho fatte mie alcune riflessioni di Raniero La Valle, che ho condiviso, e che ha affidato al penultimo numero della rivista Rocca, con cui ebbe contatto continuo e proficuo, fino ad affidargli la stesura della biografia documentata del suo fondatore Don Giovanni Rossi. Infine mi piace ricordare la sua amicizia umana e professionale con Jacques Nobecourt, altro raffinato vaticanista francese, di cui raccolse le ultime confidenze, personali e professionali. Ma su questa amicizia, rivelatrice di altre sintonie umane e spirituali, vale la pena ritornare, per scoprire altre ricchezze nascoste dell'anima di Giancarlo. (Carlo Castellini).



Mercoledì 26 Ottobre,2011 Ore: 21:35
 
 
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