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www.ildialogo.org DALL'AZIENDA FAMILIARE DEL MIELE, ALLA CASA E MISSIONE DI COMBONI DANIELE.,di Carlo Castellini

DALL'AZIENDA FAMILIARE DEL MIELE, ALLA CASA E MISSIONE DI COMBONI DANIELE.

di Carlo Castellini

CON EFFICACE NARRAZIONE AURELIO BOSCAINI, RICOSTRUISCE L'AVVENTURA UMANA E SPIRITUALE DI GIUSEPPE AMBROSOLI, “L'UOMO DI DIO CHE GUARISCE”. QUESTO IL TITOLO DEL L'OPUSCOLETTO TASCABILE DELLA FONDAZIONE NIGRIZIA DI QUESTO NUOVO ANNO.
DI CARLO CASTELLINI.
Puntuale, come una raccomandata di posta prioritaria, da alcuni anni a questa parte, giunge, agli amici e sostenitori, il dono – regalo dei missionari di DANIELE COMBONI(1831-1881), di cui testimoniano stile e valori, per la conversione dell'AFRICA al Vangelo di Gesù di Nazareth.
Mi chiamo GIUSEPPE AMBROSOLI, sono di RONAGO, Provincia di Como”, così attacca ELIO BOSCAINI, già direttore di NIGRIZIA, dopo la stagione “bollente” di padre Alex Zanotelli. “Mi sono appena laureato in MEDICINA, e il mio desiderio è di mettere a disposizione la mia professione a vantaggio delle missioni. Chiedo, se nel vostro istituto è possibile che un medico possa diventare sacerdote, e se uno, dopo essere entrato, è certo di andare in missione a esercitarvi la doppia professione di sacerdote e di medico”.
“I comboniani sono fatti proprio per la missione, è quindi assolutamente normale partire” garantito”, gli risponde padre Senoner. “Se è così replica Giuseppe farò richiesta di entrare. Ma prima andrò a Londra per un corso di Medicina tropicale”. Comincia così l'avventura umana e spirituale del “dottor Brogioli”, come lo avrebbero chiamato gli africani Acioli dell'Uganda.
La famiglia AMBROSOLI originaria di Ronago è ben impiantata e conosciuta. Da Gtiovanni Battista e Pamira Valli, nascono otto figli e Giuseppe vede luce il 25 luglio 1923. Il padre di Lui aveva avuto una bella intuizione, quella di mettere in fondo al giardino di casa alcune arnie per avere del buon miele per sé e la famiglia. Le cose vanno bene perchè il miele ricavato è buono per qualità e tanto per quantità. E il padre ha saputo fare della sua azienda una famiglia in cui si lavora tutti insieme con cordialità e solidarietà, specie con i suoi collaboratori, i figli dei suoi contadini.
Intanto il tempo passa, gli eventi precipitano; anche perchè BENITO MUSSOLINI, ormai inviso e indigesto alla maggior parte degli Italiani, viene
destituito nel luglio del 1943, e tre settimane dopo viene posta la firma dello armistizio di Cassibile tra gli Italiani e anglo-americani. É l'8 settembre: anche Como viene occupata dai nazisti.
Giuseppe, come il suo vescovo, fornisce il suo aiuto accompagnando lui stesso oltre il confine della vicina Svizzera, Ebrei e altri perseguitati dal fascismo. Anche il giovane medico viene arruolato nell'esercito della RSI, (repubblica sociale italiana), e inviato all'ospedale militare di Baggio, in quel di Milano.
Un mese dopo parte per la Germania, con destinazione al campo di addestramento di Heuberg-Stetten nel Wurtemberg, presso Stoccarda. Qui fa sserma e vita militare. Anche se testimonia lui stesso di non aver mai colito persone come bersaglio. Dopo la sua ordinazione a presbitero, ricevuta dalle mani dell'allora card. GIOVANNI BATTISTA MONTINI, si imbarca sulla nave a Venezia e salpa verso il villaggio di KALONGO IN UGANDA, dove i comboniani si sono insediati nel 1910.
L'UGANDA è “la perla dell'Africa”, come ebbe a definirla HENRY MORTON STANLEY. Il territorio è grande circa tre quarti dell'Italia, l'altezza media sul livello del mare è di circa mille metri; il clima è in prevalenza mite, perchè il territorio e compreso in mezzo ai tropici: secco e caldo al nord, più umido e fresco al sud dove abbondano foreste paludi. La temperatura media oscilla tra i 15 e i 27 gradi centigradi. L'anno si divide così in stagione delle piogge e stagione arida e secca. La maggior parte della gente vive di agricoltura, che è la principale risorsa economica del Paese. Miglio, sorgo, mais, manioca, banane, sono i prodotti consumati all'interno; ma vi sono anche prodotti di esportazione come tè, caffè, cotone. Infine la gente, che per la sua simpatia e bontà attira anche la gente da fuori. Anche i missionari sono stati ben accetti da questa simpatia ugandese.
Dentro questo quadro si trova KALONGO, che giace su un altipiano di circa mille metri. L'infermiera ELETTA MASIERO, nel 1943 organizza qui un modesto dispensario da lei stessa gestito. Qualche anno più tardi ANGELO AVI, Fratello laico, si aggrega come aiuto. L'ambulatorio viene trasferito, in un nuovo grande dispensario cui si aggiunge il reparto della MATERNITÀ. Nel frattempo si diffonde la fama dell'ospedalino di Kalongo, che attira malati da ogni paese del territorio: LIRA, KITGUM E GULU. Ma le grandi affluenze fanno maturare ben presto l'idea di un ospedale più grande e capace. PADRE ALFREDO MALANDRA mette tutte le sue energie alla realizzazione di questo progetto. Questo grande animatore e sognatore pensava già da tempo ad una SCUOLA PER OSTETRICHE. Ma ci voleva un nuovo medico per tutto questo progetto. Tutti pensarono subito a GIUSEPPE AMBROSOLI. Non ci poteva essere scelta migliore. (3)
Ma deve andare all'ospedale di Mulago a KAMPALA (capitale dell'Uganda), frequentare un corso ed ottenere un certificato di legge che lo abiliti ad esercitare e dirigere il CORSO PER LE OSTETRICHE. Fortunatamente le buone notizie si diffondoo anche in Europa e dalla Scozia viene in aiuto Miss JANE MAC SHANE, che si offre spontanea volontaria, come pure PIETRO TOZZI con FREDERIC CRAWFORD: con queste nuove forze ed energie la scuola può aprire i battenti.
Ma per coodinare tutte se il dottor AMBROSOLI aveva bisogno di un braccio destro sia per coordinare che per DONINI organizzare servizi sanitari ed organizzazione logistica dei vai reparti. Ed ' un arrivo non casuale quello di DON PALMIRO DONINI, laureatosi a Parma nel 1944, specializzato in odontoiatria all'Università di Bologna, viene catturato da una sollecitazione di GIOVANNI BATTISTA CESANA, vescovo di Gulu in Uganda; parte anche lui per Kalongo, per entrare a far parte della squadra a servizio del dott. Giuseppe Ambrosoli.
PALMIRO DONINI, di carattere schivo e riservato, diventa il braccio destro del chirurgo Ambrosoli e anello di continuità di tutte le attività mediche sanitarie; tra i malati più esposti ed emarginati Ambrosoli si accorge dei lebbrosi cui dedica le sue cure. Anzi, a questo punto, sgancia il dott. Palmiro Donini da alcuni impegni perchè possa dedicarsi completamente a coloro che sono colpiti dal MORBO di HANSEN. In questo campo PALMIRO DONINI diventerà un'eccellenza e tanti malati di lebbra ne ricaveranno molti benefici.
Ma un grande tornado politico sociale e amministrativo sta per abbattersi sull'Uganda con l'arrico di AMIN DADA (1969), un capolavoro negativo di ignoranza e violenza perpetrate contro i suoi fratelli ugandesi. Sono giornI di razzie e di terrore. Anche l'ospedale di Kalongo viene preso di mira, e i due grandi medici AMBROSOLI E DONINI sono costretti alla resa, e devono pensare al loro fituro gravemente compromesso. Vengono presi contatti con dottori e medici dell'Università di Bologna perchè l'opera iniziata non venga compromessa. Tanti aiuti sono giunti e giungono dalla famiglia e dai fratelli AMBROSOLI.
In questo periodo brilla il rapporto con le donne africane di AMBROSOLI, specie nell'aspetto chirurgico e ginecologico con infermiere e studentesse che ne rendono positiva testimonianza. Come nel caso di due coniugi marito e moglie, protestanti GIULIANO RIZZARDINI E CONSORTE, Ma ormai i ribelli fanno man bassa di tutto devastando, uccidendo, incendiando; fino a che giungono anche all'ospedale di KALONGO. Quando all'ospedale garrivano di sorpesa 16 camion e un battaglione di soldati. E' l'inizio della fine. L'ordine è stato dato: si deve evacuare tutto e presto per partire subito. Si forma così una colonna di 34 camion e autovetture, con 1500 tra soldati e civili. Tutto ciò che viene lasciato viene aggredito dalle fiamme. Queste immagini diventano l'icona di un completo fallimento, dopo tante fatiche profuse. Ma nessuno potrà distruggere tutto quanto è stato costruito nel corpo e nel cuore della gente.
Anche per IL DOTTOR GIUSEPPE AMBROSOLI, si avvertono i primi segni di stanchezza e cedimento. Il suo corpo ormai sofferente e minato non regge più e cede il 27 marzo del 1987: “è morto senza la presenza di nessuno di noi medici: lui che era stato il medico di tutti”, dirà più tardi uno dei suoi collaboratori.
Il suo corpo verrà deposto in una modestissima bara, e su di essa saranno ben esposti lo stetoscopio e le insegne sacerdotali: i simboli della sua vita missionaria e di medico degli altri. Aveva espresso il desiderio di essere sepolto
in Africa in mezzo alla sua gente.
Tale desiderio verrà rispettato e troverà accoglienza sette anni dopo la sua morte, il 9 aprile 1994, quando le sue spoglie verranno trasferite da LIRA A KALONGO. Nel 1989 i missionari di Daniele Comboni sono tornati a KALONGO per riaprire l'ospedale che avevano trovato.......intatto.
Tutte le persone di KALONGO, avevano difeso con tutte le loro forze quello che davvero consideravano il “loro ospedale”. L'opera di Giuseppe Ambrosoli e di Palmiro Donini ha potuto continuare e riprendere grazie all'impegno e dedizione missionari e competenza medica di PADRE EGIDIO TOCALLI, che apre un nuovo capitolo di questa avvincente storia umana e spirituale.
(AURELIO BOSCAINI, a cura di Carlo Castellini).



Lunedì 09 Gennaio,2017 Ore: 20:01
 
 
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