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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org DAG HAMMARSKJOLD,di CARLO CASTELLINI

DAG HAMMARSKJOLD

di CARLO CASTELLINI

  DAG HAMMARSKJOLD NEL 1953 E' ELETTO SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU, HA DEDICATO LA SUA VITA ALLA COSTRUZIONE DELLA PACE TRA I POPOLI. MUORE IN UN INCIDENTE AEREO DURANTE UN SUO INTERVENTO DI MEDIAZIONE  IN AFRICA. “MUORE PER LA CAUSA PER QUALE ERA VISSUTO” (J.F. KENNEDY)
  Figlio di un noto  giustista svedese, DAG HAMMARSKJOLD nasce nel 1905 a JOCOPING. Esperto di questioni bancarie e finanziarie è ministro di Stato dal 1951 al 1953, anno in cui viene eletto segretario generale dell'ONU, l'organizzazione mondiale aperta a tutti gli Statreare un i, finalizzatata al manenimento della pace e della sicurezza internazionale.
  Da quel momento affronta i difficilissimi problemi legati alla decolonizzazione contribuendo alle decisioni politiche  tra cui la nazionalizzazione del CANALE DI SUEZ, le complesse relazioni politiche del MEDIO ORIENTE, all'indomani della creazione dello STATO D'ISRAELEA, l'armistizio della COREA, nvasione dell'UNGHERIA da parte dell'UNIONE SOVIETICA.
  HAMMARSKJOLD svolge le funzioni di SEGRETARIO DELLE NAZIONI UNITE, negli anni in cui si fanno avanti i movimenti di indipedenza in tutti quei territori che eano sotto la fominazione europea e in cui il dopo colonialismo è costretto a confontarsi con la realtà di un mondo diviso in due blocchi contrastanti, l'USA E L'UNIONE SOVIETICA.
  Agli inizi degli Anni Sessanta, una delle situazioni più intricate, da un punto di vista post-coloniale, è quella congolese. Il CONGO, dal dopoguerra in poi, aveva subito un enorme sviluppo economico dovuto principalmente ai suoi GIACIMENTI MINERARI,  ma a ciò non aveva corrisposto  nessun cambiamento politico-sociale; infatti quel  territorio restava ancora sotto la dominazione  belga
  Il 18 maggio del 1960, il Congo diviene uno Stat indipendente dopo un periodo di conflitti tra Belgi e Congolesi, portati avanti anche da un movimento pe l'indipendenza diretto da PATRICE BA. Questi diventa il Presidente del Consiglio del nuobo stato resosi autonomo. Mentre le truppe belghe siritiravano dal Paese, il Congo però diviene terreo di scontro tra i due blocchi, quello americano e quello sovietico.
  In questa situazione  il KATANGA , una regione ricchissima del Congo, il 14 luglio del 1960 si dichiara indipendente sotto la guida di TSHOMBE. HAMMARSKJOLD voleva costringere il Katanga a rinunciare alla separazione dal del 1961,  Congo, cercando di impedire lo scoppio di una sanguinosa guerra civile perchè riteneva che l'esercito nazionale congolese stesse per invadere il Katanga stesso. La notte tra il 17 e il 18 settembre
  Per questo HAMMARSKJOLD, nel tentativo di mettere fine  a tali scontri, invia un  contingente militare dell'ONU. Tale scelta fu criticata da più esponenti politici. Lumumba e l'URSSritennero che facendo così si sostituivano semplicemente l forze militari belghe con quelle dell'ONU per creare un diverso, ma egualmente inammissibile, colonialismo. In altre parole il Congo sarebbe dipeso dalle truppe dell'ONU e non più da quelle belghe ma comunque  non sarebbe diventato  uno Stato a tutti gli effetti indipendente.
Mentre si reca in CONGO, per svolgere la sua attività di mediazione, , il Segretario dell'ONU,  muore vittima di un incidente aereo la notte tra il 17 e il 18 settembre del 1961, in volo da LEOPOLDVILLE a NDOLA, capitale del Katanga. Malgrado sia stata subito formata una commissione  internazionale per stabilire la verità di quel tragico evento, le cause rimangono ancora  oscure.  Il presidene degli Stati Uniti  J.F. KENNEDY, appresa la notizia dell'incidente ,
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disse:”DAG  HAMMARSKJOLD è morto per la causa pe la quale ea vissuto. Le Nazioni Unite Il suo sacrificio viene apprezzato dal mondo intero devono a lui  se sono divenute un'organizzazione alla vita di lavoro l migliore se costituiscono oggi una speranza più grande per l'umanità.BEL PER LA PACE. Che si sono consacrati alla causa della pace. Nello stesso anno della sua morte gli fu conferito postumo, il NOBEL PER LA PACE.
L I N E A  D EL L A  V  I  T  A.

  FAME è il mio paese natio nell a terra delle passioni. FAME di comunione umana, FAME  di rettitudine.: una comunione costruita sulla rettitudine. E una rettitudine realizata in comunione.ella
Soltanto la vita soddisfa le richeiste della vita. E questa fame si sazia solo nell'essere la vita foggiata in modo che la mia individualità si realizza come ponte verso gli altri., pietra nella casa celeste la rettitudine. Non aver paura di se stessi bensì vivere fino all'esaurimento la propria individualità, per intero ma per il bene. Non seguire gli altri per comperarne la comunione, non erigere a legge la convenzione  invece di vivere la rettitudine.
  Farsi libeeri e responsabili. Solo un essere vivente è stato creato così, e se egli tradisce,  il essere suo, mancherà in eterno. (….....).
E' povera la vita? Non è piuttosto la tua mano a essere troppo corta? Le lenti dei tuoi occhi troppo opache? Sei tu che devi crescere.
  A noi non è dato di scegliere l cornice del nostro destino Ma le diamo il contenuto. Chi vuol l'avventura ne farà anche esperienza, nella misura del proprio coraggio. Chi vuole il sacrificio, sarà sacrificato, nella misura della propria purezza. (….....).
  Non lasciar mai nascondere al successo il suo vuoto, al contributo recato la sua nullità, alvita di lavoro la sua desolazione, Così serbi lo sprone a giungere più oltre, quella pena dell'anima che ci spinge al di sopra di noi stessi. Verso dove? Questo non lo so. Non chiedo di saperlo.

  Il piccolo monello compie un paio di salti di traverso su una gamba senza cadere. E si riempied'ammirazione per la propria bravura., doppiamente fote da to che vi sono spettatori. Diventiamo mai adulti?(........). Oh tutta l'autodisciplina  dell'anima, la bellezza dell'anima, l'elevato apprezzamento della vita che possiamo permetterci noi che ce la passiamo bene e abbiamo ormai raggiunto una certa prosperità! A buon mercato, certo non  molto meglio che  vedere nel successo una ricompensa del merito! (….......).
  “Trattare gli altri sempre come fini  e non mai come mezzi”. E me stesso come fine  solo nella mia natura di mezzo.: spostare il confine ra soggetto e oggetto nella mia persona fino al punto in cui il soggetto, anche se in me, è al di là e al di sopra di me, e tutt'interp il mio essere, risulta così uno strumento per quello che, in me, è più di quanto io sia.......(..........).
  E' in questo momento che pago per quanto ho avuto.  Il passato va in archivio col  debito riportato al presente. Né sul futuro io ho alcun diritto. Forse che la bellezza non si crea ogni qual volta l'uomo è posto a confronto con la vita e ripaga il proprio debito col far convergere sul momento del vivere tutta la forza che la vita gli ha dato come un dono obbligante? La bellezza per chi salda il proprio debito. Ed anche per altri, forse.
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  In questo campo – come in altri- essere realisti è il contrario del profanare. La verità da sopportare,  è la realtà senza l'attenuazione conciliante del tempo. Per chi viene scrificato, nell'atto  del sacrificio,, conta solo una cosa: la fedeltà – solo com'è tra nemici e scettici-, la fedeltà non ostante l'umiliazione che ormai è divenuta la conseguenza e insieme il presupposto della fedeltà, una fedeltà senz'altro appoggio, nella speranza di riabilitazione, che quello rintracciabile in una fede che la ealtà sembra confutare tanto radicalmente.
  Avrebbe forse senso, sarebbe sublime il sacrificio se la vittima vedesse sé stessa nella luce filtrante del martirio?  Quanto vi abbiamo aggiunto noi, per la vittima non c'era. Per ascoltare il suo comandamento, dobbiamo disfarcene, completamente. (….......). utto nel presentte, nulla per il presente. Nulla per un futuro che riguardi il tuo nome o la tua quiete. (….........).
  Difficoltà che hai puntato tutto per spezzare, si risolvono d'un tratto, senza di te. E sei tentato di farti avanti, sia che ciò favorisca la cosa oppure no, senza neppure Badare se possa nuocere.
  Vuoi forse compromettere anche ciò a cui ti potrebbe dare diritto il tuo interrvento? Solo se il tuo sforzo è stato guidato da una dedizione al dovere in  cui tu abbia dimenticato interamente te stesso, potrai serbare la fede nel suo valore.
  Ma se è stato così, il tuo sforzo verso la meta ti avrà insegnato a rallegrarti quando altri la aggiungono............(............................). (DAG  HAMMARSKJOLD).
  La mia impressione:
 Soprattutto queste ultime parole ma anche le precedenti,seguite dai puntini tra le parentesi tonde, più che riflessioni di natura politica, sembrano pensieri laici trascritti dopo lunga meditazione, su un diario spirituale, che lui traduce in pensieri politici per dare senso alla sua attività di mediatore politico di pace. Colpisce per questo la bellezza e la profondità del suo pensiero, che dà forza e significato al suo agiri governanti a capo delle nazioni in guerra tra loro.e improntato a donazione di se stesso, a generosa condivisione ma anche a costruzione di pace e dialogo tra



Giovedì 28 Gennaio,2016 Ore: 19:50
 
 
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