- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (335) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org MICHAIL GORBACEV,di CARLO CASTELLINI

MICHAIL GORBACEV

di CARLO CASTELLINI

MICHAIL GORBACEV, NATO A STAVROPOL (RUSSIA) NEL 1931, PREMIO NOBEL PER LA PACE 1990: IL PRESIDENTE DELL'UNIONE SOVIETICA  DI ALLORA EBBE UN RUOLO DECISIVO NEI RADICALI CAMBIAMENTI DELLE RELAZIONI TRA EST E OVEST.


Appena un anno prima che l'Unione Sovietica si disgregasse, il Nobel per la Pace del 1990 era stato consegnato al suo Presidente MICHAIL  GORBACEV, come riconoscimento del suo decisivo ruolo riguardo i radicali cambiamenti nelle relazioni tra EST e OVEST. La Commissione per il Premio Nobel, aveva quindi voluto prendere atto della lunga e paziente strada verso la collaborazione e la negoziazione che ha caratterizzato le scelte politiche di GORBACEV. In quanto presidente dell'Unione Sovietica egli ha avuto una funzione determinante nel contribuire a mettere a freno una politica tra i due blocchi, quello americano e quello  sovietico, contraddistinta, sin dalla fine della seconda guerra mondiale,  da un atteggiamento di sfiducia e di minaccia reciproca. Che trovava la sua espressione più concreta nella politica degli armamenti. GORBACEV nasce nel 1931 in un piccolo villaggio poco lontano da STAVROPOL, a nord dei Monti Caucasici, appena 14 anni dopo quella Rivoluzione russa che cambiò il destino del mondo, abbattendo il potere feudale degli zar. Trascorre i suoi primi anni di vita in una regione russa al confine  con territori sovietici, abitati da due etnie completamente diverse e spesso in lotta tra loro: gli armeni (cristiani) e gli azeri (musulmani). Ha solo 10 anni quando la GERMANIA nazista attacca l'Unione Sovietica, dando inizio a una guerra che solo all'Unione Sovietica costa 20 milioni di morti. L'infanzia di GORBACEV è caratterizzata dalle scelte politiche dell'epoca, vale a dire dalla collettivizzazione delle terre, che precedentemente appartenevano all'aristocrazia e che dopo la rivoluzione erano state date a comunità di contadini che le coltivavano per ordine dello stato. Suo padre lavora ad una stazione di trattori in una di queste comunità. Dopo la guerra riprende i suoi studi e frequenta  l'università di Mosca, dove studia Legge. Fa parte, sin da giovanissimo, del Movimento dei giovani comunisti fino a diventare un leader all'interno del Partito comunista. Nel 1985 diviene il presidente dell'Unione Sovietica e avvia una politica di “perestrojka”, cioè di ristrutturazione, ovvero di radicale cambiamento politico, economico e sociale. La trasformazione che avvia GORBACEV è determinante: dà maggiore democrazia a ogni repubblica che compone l'Unione Sovietica, diminuisce il potere accentratore del Partito Comunista e avvia meccanismi di privatizzazione in una realtà in cui ogni settore economico è statale. I grandi cambiamenti nei rapporti tra Est e Ovest sono quindi stati sottolineati dalla stessa Commissione per i Premi Nobel; se nel 1975 e nel 1983 erano stati dati rispettivamente ad ANDREI SACHAROV,  un fisico sovietico dissidente, e al polacco LEWCH WALESA, in quel tempo sindacalista, due oppositori dell'Unione Sovietica, all'inizio degli anni novanta, il premio stesso viene dato al presidente di quell'impero in agonia contro cui avevano combattuto SACHAROV E WALESA. L'Unione Sovietica nemica storica dei valori umanitari occidentali, viene considerata dalla Commissione per i Premi Nobel, nel corso di pochi anni, una realtà in cui la democrazia sta cercando di farsi avanti e di cui GORBACEV è il suo paladino.

PERESTROJKA.....PERESTROJKA........PERESTROJKA.

  In Occidente e in particolare negli Stati Uniti, vi sono diverse interpretazioni della “perestrojka”. Secondo un punto di vista, è stata resa necessaria dalla situazione disastrosa  dell'economia sovietica. E dimostra il disincanto  nei confronti del socialismo, una crisi per i suoi ideali e le sue finalità. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità di questa interpretazione, quali che siano i motivi che la ispirano. Naturalmente la perestrojka è stata stimolata soprattutto dalla nostra insoddisfazione  
per il modo in cui le cose stanno andando da diversi anni nel nostro Paese. Ma in misura ancora più ampia è stata suggerita dalla consapevolezza che le potenzialità del socialismo erano state utilizzate solo in parte. Ce ne rendiamo conto con particolare chiarezza proprio ora nei l settantesimo anniversario  della nostra Rivoluzione. Abbiamo solide fondamenta materiali, una
(2) ricca esperienza e un'ampia visione del mondo che ci consentono di perfezionare incessantemente la nostra società, per poter ricavare di più, in termini di quantità e qualità, da ogni nostra attività. Desidero precisare subito che la perestrojka si è rivelata più difficile di quanto immaginassimo all'inizio. Abbiamo dovuto riconsiderare molte cose. Tuttavia, ad ogni passo avanti,  ci convinciamo sempre più di avere imboccato la strada giusta. E di fare le cose nel modo in cui devono essere fatte.  Alcuni dicono che le mete ambiziose fissate dalla politica della perestrojka nel nostro Paese, hanno ispirato le proposte di pace da noi avanzate di recente in campo internazionale. Si tratta di una semplificazione eccessiva. È noto che da tempo l'Unione Sovietica lavora per la pace e la cooperazione e ha avanzato molte proposte che, se fossero state accolte, avrebbero normalizzato la situazione internazionale. È vero: abbiamo bisogno di condizioni internazionali di normalità per il nostro progresso all'interno. Ma vogliamo un mondo senza guerre, senza corse agli armamenti, senza armi nucleari e senza violenza; non soltanto perchè queste sarebbero le condizioni ottimali per il nostro sviluppo interno, ma perché è un'esigenza mondiale oggettiva che scaturisce dalla realtà del presente. Il nostro pensiero tuttavia si spinge oltre. Il mondo vive in un'atmosfera condizionata non soltanto dalla minaccia nucleare, ma anche dai grandi problemi sociali irrisolti, dalle nuove tensioni causate dai progressi scientifici e tecnologici e dall'inasprimento dei problemi globali.  Oggi l'umanità ha di fronte problemi senza precedenti e in futuro verrà a trovarsi in pericolo se non si perverrà a soluzioni congiunte. Tutti i paesi sono oggi interdipendenti come non era mai accaduto, e l'arsenale delle armi, soprattutto dei missili nucleari, rende più probabile il rischio di una guerra mondiale, sia pure involontaria e dovuta al caso in seguito ad un guasto tecnico o alla fallibilità umana. E allora ne soffrirebbero tutti gli esseri viventi sulla Terra. Tutti sembrano concordare sul fatto che  in una guerra del genere non vi sarebbero né vincitori né vinti. Non vi sarebbero superstiti. É una minaccia mortale per tutti-  (…....)
É vero, il mondo non è più quello di un tempo e i suoi problemi nuovi non si possono affrontare sulla base di un pensiero mutuato dai secoli precedenti. Possiamo ancora aggrapparci alla convinzione  che la guerra è una continuazione della politica messa in atto con altri mezzi? (…..)
 
 
  La pollitica deve basarsi sulle realtà. E la realtà più temibile del mondo di oggi è rappresentata dagli immensi arsenali di armi convenzionali e nucleari degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica. Questo fa gravare sui nostri due Paesi una particolare responsabilità nei confronti del mondo intero. E poiché ne siamo consapevoli, noi cerchiamo sinceramente di migliorare le relazioni sovietico-americane per raggiungere almeno quel minimo di comprensione reciproca necessaria per risolvere i problemi cruciali per il futuro del mondo. Noi affermiamo apertamente che ripudiamo le aspirazioni egemoniche e le rivendicazioni globali degli Stati Uniti. Non ci piacciono certi aspetti della politica e del modo di vivere degli americani. Tuttavia rispettiamo il diritto del popolo degli Stati Uniti, come di ogni altro popolo, di vivere secondo le sue leggi, le sue tradizioni e i suoi gusti. Conosciamo e non dimentichiamo il ruolo fondamentale degli Stati Uniti nel mondo moderno, apprezziamo il contributo che hanno dato e che danno alla civiltà mondiale, teniamo conto dei loro interessi legittimi e comprendiamo che senza la loro cooperazione  è impossibile eliminare il pericolo di una catastrofe nucleare e garantire una pace durevole. Non abbiamo cattive intenzioni nei confronti del popolo americano e siamo disposti a cooperare in tutti i campi. Tuttavia vogliamo collaborare su una base di eguaglianza, di comprensione e di reciprocità. A volte ci sentiamo non soltanto delusi ma anche assaliti da gravi presentimenti quando negli Stati uniti il nostro Paese  considerato un aggressore, un “impero del male”. Si diffondono inesattezze e falsità, si dimostrano diffidenza e ostilità verso il nostro popolo, si impongono limitazioni di ogni genere e si assumono atteggiamenti poco civili. Si tratta di una miopia inammissibile. (…....)
  Non riteniamo che il nostro approccio sia l'unico giusto. Non abbiamo ricette universali da proporre, ma siamo disposti a cooperare sinceramente e onestamente con gli  Stati Uniti e con altri  i problemi, anche nella ricerca delle soluzioni per tutti i problemi anche i più difficili. (MICHAIL GORBACEV, a cura di Carlo Castellini).




Sabato 23 Gennaio,2016 Ore: 17:54
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Testimoni del nostro tempo

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info