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www.ildialogo.org NELSON MANDELA<br>UNA CANDELA NEL VENTO,di Daniela Zini

NELSON MANDELA
UNA CANDELA NEL VENTO

di Daniela Zini

Nelson Mandela

Nelson Mandela
Il padre di Nelson Mandela ebbe torto a dare a suo figlio il nome di Rolihlahla, che significa, in lingua xhosa, colui dal quale vengono i problemi. Se, in lingua xhosa, vi fosse un termine per indicare colui dal quale vengono le soluzioni, questo, di certo, si adatterebbe meglio all’uomo che è divenuto in tutto il mondo il simbolo della tolleranza, del perdono e dell’umiltà.
L’11 febbraio 1990, il detenuto 46664 era liberato.
I suoi carcerieri non credevano ai loro occhi.
Si domandavano come un uomo, che avesse trascorso ventisette anni della propria vita in una cella della prigione di Robben Island, potesse uscirne sorridente, nonostante le terribili condizioni di detenzione.
Si domandavano come un uomo, che era stato sottoposto ai peggiori trattamenti dal regime razzista di Pretoria, osasse porsi come unico obiettivo quello di edificare una nazione dove bianchi e neri lavorassero fianco a fianco e avessero le stesse opportunità, pur avendo i mezzi per fare giustizia degli oppressori del suo paese e del suo popolo.
Mandela si è vendicato a suo modo.
Un modo dolce, intelligente, nobile.
Un modo che consiste a spingere l’oppressore a porsi domande.
Mandela ha perdonato, ma perdonare non significa dimenticare.
Quello che ha fatto l’apartheid in Sudafrica non si dimentica.
Il suo spirito di tolleranza e di apertura verso l’Altro ha fatto accendere sul continente africano e sul mondo intero una fiamma di pace e di libertà, in un pianeta scosso dall’odio e da insanabili conflitti sanguinosi.
Cosciente del carattere prezioso e fragile dell’eredità politica e morale di Nelson Mandela, l’ONU ha fatto del 18 luglio, giorno del suo compleanno, la giornata mondiale per la promozione della pace e della tolleranza nel mondo.
È una decisione molto ispirata, perché aiuta questa candela nel vento, che si ostina a brillare nell’oscurità e nell’oscurantismo, a resistere alle tempeste che infuriano nei numerosi focolai di tensione nell’Africa Subsahariana, nel Medio Oriente, nel Golfo Persico e altrove.
Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon ne ha elogiato così la figura:
 “C’è una ragione per cui Mandela è una fonte d’ispirazione per milioni di persone, non è mai stato sostenuto dai soldi o dal potere. Come ci ricorda costantemente, è una persona normale. Ma ha raggiunto obiettivi straordinari”.


Venerd́ 23 Luglio,2010 Ore: 11:53
 
 
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