E’ stato chiamato nello studio di STORIE RAI TRE a testimoniare della sua esperienza di cristiano, che ora vuol comunicare alla gente della strada, e che affida ad un suo libretto, non troppo voluminoso, dal titolo originale. “Se non sono un poco eccentrici, alcuni preti non gradiscono venire qui…..”, commenta AUGIAS, all’ingresso in studio dell’umile prete, dalla voce sommessa, vestito quasi operaio, per nulla vistoso, modo affabile e modesto, un antidivo, il contrario di GIANNI BAGET BOZZO.

 Dopo i primi convenevoli che servono a introdurre l’argomento e a rompere il ghiaccio dell’ufficialità, il dialogo si incammina su un argomento, il cosiddetto PATRIMONIUM PAUPERUM, dove BIANCHI si distende un poco parlando della CHIESA DEI POVERI, la quale storicamente alleandosi con i potenti non è riuscita a mantenere questo patrimonio a favore delle classi più umili; e col tempo il patrimonio dei poveri è divenuto PATRIMONIUM CLERI, Patrimonio del clero. Ora anche il clero dispone di un proprio sportello. Da qui il discorso scivola sull’attuale raccolta dell’8 per mille, con qualche puntatina polemica, sulla destinazione di alcuni fondi, dei quali poco si conosce; ma soprattutto per il grande impiego di miliardi per pulire facciate di chiese, o costruirne delle nuove, curando cioè più un’operazione di facciata, che di conversione interiore.

La scelta di LUISITO BIANCHI, che è prete operaio, mi ricorda la figura alta magra di PAUL GAUTHIER, che noi allora giovani teologi avevamo conosciuto a Roma, in tempi conciliari, proprio davanti alle Catacombe di SAN CALLISTO.  Gauthier ci aveva fatto un’impressione enorme: è il fondatore dei Sacerdoti di Gesù Falegname. Allora eravamo alla ricerca di figure profetiche, e incontrare certe persone era per noi come toccare da vicino un cristianesimo vivente. Il contesto poi storico cristiano aggiungeva qualcosa di suo e di specifico.

Come fa la chiesa ad essere credibile se ha fatto suo il patrimonio dei poveri? Ecco una spiegazione della scelta radicale di LUISITO BIANCHI; lui è rimasto dentro la chiesa ma FUORI DAL TEMPIO; mi riecheggiano un poco le affermazioni di VALERIO GIGANTE E LUCA KOCCI, gli autori di OMELIE FUORI TEMPIO, dell’editore DI GIROLAMO.

Strano destino quello di alcuni nostri profeti nostrani, umili, umanissimi, praticamene sconosciuti e ignorati, dalle nostre gerarchie e comunità, chiuse nelle proprie liturgie piene d’incenso, ma chine sul proprio ombelico, e incapaci di uscire dal sacro recinto; per fortuna scoperte e stimate, dal lavoro paziente della equipe di RAI tre, che a modo suo, ricerca una verità “svestita, senza paramenti, senza dottrina e gerarchia, ma non per questo senza Dio”.

 Allo stesso modo ci sollecita il ricordo di un altro grande della fede, il sacerdote DON MARCO D’ELIA, bastonato ed emarginato dalle gerarchie, perché aveva criticato l’operato di politici locali e poi sospeso per 32 anni. Ma la sua comunità lo aveva accolto, e gli aveva voluto bene e per questo era rimasto, come ci aveva ricordato GILBERTO SQUIZZATO. Ora le gerarchie, lo hanno riabilitato, ma lui ora, dopo tutte le umiliazioni che ha subito, ha il Morbo di Parkinson.

Grazie LUISITO BIANCHI per il tuo stile originalissimo e per la tua mitezzache ci ricorda da molto vicino quella evangelica. (CARLO CASTELLINI).