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www.ildialogo.org SILVANO FAUSTI: UN GRANDE ANNUNCIATORE DELLA PAROLA,di Carlo Castellini

Lutti
SILVANO FAUSTI: UN GRANDE ANNUNCIATORE DELLA PAROLA

di Carlo Castellini

Il suo nome resta legato alla comunità di Villapizzone, alla periferia di Milano; il gruppo di amici che lo hanno aiutato e i suoi maestri spirituali e professori. La sua peculiare originalità di linguaggio, di idee che ha tradotto in esperienze significative di diffusione della Parola; significativo il volumetto “Per una lettura laica della Bibbia”, dei Dehoniani di Bologna ,dove con chiarezza propone alcuni consigli per chi vuole accostarsi alla Bibbia con atteggiamento di ricerca, senza risposte già preconfezionate. (CARLO CASTELLINI).
   Se n'è andato in punta di piedi, con lo stile di chi non vuole disturbare nessuno. Ne ha dato notizia Maria Giovanna Lorena all'interno del  Tg regionale della sera e confermata dal nipote Orlando Benetti; breve il commento che ha accompagnato la notizia.
  Padre SILVANO  aveva legato il suo nome ormai da quasi quarant'anni, alla comunità aperta di VILLAPIZZONE, una borgata alla periferia della metropoli milanese; dove un gruppo di gesuiti aveva raccolto in comunità alcune famiglie bisognose, persone emarginate altri alla ricerca di senso e di orientamento, ma una comunità con le porta aperte.
  Avevamo cercato di averlo tra noi qui a Brescia, ma non siamo riusciti; solo dopo abbiamo compreso il perchè. Un tumore al pancreas, ma non solo, lo aveva colpito da anni e si portava dentro questo nemico con cui ha dovuto convivere fino alla fine.
   SILVANO FAUSTI è stato un grande annunciatore della Parola. Non si era scelta la grande città per la diffusione della Buona Novella, ma la periferia (un po' come la Cafarnao, che Gesù aveva scelto come seconda sua città, avamposto della Galilea delle genti, per dirla con la Bibbia) e li aveva profuso i suoi talenti di parola, di studio, di conoscenza della Scrittura, di dialogo e di linguaggio, e di ascolto dei bisogni della gente, in mezzo alla quale ha camminato.
  Purtroppo di questi profeti discreti che vivono in mezzo a noi ci accorgiamo solo nel momento della loro scomparsa; come testimoniano le numerose recensioni ed i commenti che sono stati inviati a mo di stima e di ringraziamento . Con un gruppo di amici gesuiti aveva qui messo le fondamenta per una comunità originale per dare forma questo modernissimo servizio della Parola in cui si distinse particolarmente.
  Il nostro piccolo centro di ascolto del Villaggio Sereno (Claudia e Pierpaolo Castioni, Piero Alghisi, Elena Zola, Giorgio Ghizzardi, Monica Lucini, Ancilla Finazzi), aveva intuito che nei suoi scritti e commenti vi era qualcosa di peculiare e originale, che non si riduceva solo al puro studio della Scrittura, della conoscenza dei suoi mezzi linguistici, ma sconfinava nel mistero della figura di Gesù di Nazareth, intravista però nelle varie fisionomie umane che partivano dal cuore dell'uomo per giungere a penetrare il volto del mistero di Dio.
  Insieme con alcuni altri suoi confratelli gesuiti FILIPPO CLERICI, BEPPE LAVELLI, STEFANO BITTASI, che lo hanno anche consigliato nella stesura riassuntiva della sua esperienza comunitaria di Villapizzone. Ha subito il
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fascino e il contagio di grandi maestri di scienza e di spiritualità come quello di Carlo Maria Martini, Tomaso Beck, Francesco Rossi De Gasperis, che lo hanno iniziato alla profonda conoscenza della Scrittura. Ma anche altri di grande livello, influirono sulla sua formazione spirituale e biblica come G. Ronchi, M. Galli, F. Montagna e di Bonalume.
  Dalle notizie che ho ascoltato e dalle informazioni raccolte ho cercato di giungere ad una sintesi personale, mettendo alcuni paletti significativi della sua ricca avventura umana e cristiana.
  Basilari, per comprendere la formazione di Padre Silvano, riflettere sugli studi effettuati da giovane in filosofia e teologia, di cui è stato insegnante per vari anni. Mi ha colpito però la sua sensibilità e la sua attenzione alla natura del linguaggio ed alla sua fenomenologia che è tipica, a mio modesto parere, di chi ama dialogare e capire a fondo i meccanismi della comunicazione. Da qui deriva anche il suo amore per la parola umana, per la cultura, per comprendere l'enorme distanza che la separa dalla Parola di Gesù di Nazareth.
“Viviamo di parola, detta e scritta _ testimonia padre SILVANO FAUSTI – ascoltata e letta. Raccontare e scrivere è offrire la propria esperienza in dono all'altro. Se gli dico quanto sono buone le fragole di bosco,  è perchè desidero che ne mangi. Da decenni sto dimorando nel bosco della Parola”.
  Una considerazione che mi piaceva cogliere di lui e che era possibile individuare tramite le sue riflessioni esposte in “UNA COMUNITÀ LEGGE IL VANGELO DI MARCO”,  è che le riflessioni riguardano l'uomo, credene o meno che sia. E possono favorire il dialogo interreligioso. Un dialogo onesto non riguarda dio  ma l'uomo, la sua immagine, chy però sempre fa Dio a propria immagine. Dio nessuno l'ha mai visto. Per capirne qualcosa bisogna confrontarsi sull'uomo”.
  Padre Silvano si è confrontato con l'uomo senza sminuire Dio. Nitido il suo linguaggio, sostenuto il suo argomentare efficace il suo metodo di convincimento, che include, che accoglie, che invita, ma non esclude, irrinunciabile il suo riferimento alle Scritture.
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  “Protagonista dei racconti evangelici è Gesù. Ciò che fa e dice – dice ciò che fa – e fa ciò che dice – risulta scandaloso. Da qui la sua eliminazione da parte dei ben pensanti, religiosi e non. Egli vuol rivelare all'uomo la sua umanità, unico specchio di Dio. Nella sua carne di Figlio dell'Uomo, fratello di ogni carne, vediamo Dio. La storia dell'uomo e del mondo è storia di Dio, sua salvezza in noi e nostra in lui”.
  Infine la sua scienza e acume personale fatto dono agli altri: consiglia di accostare i testi sacri senza feticismo:”Il testo va letto e fatto oggetto di intelligenza (intelligere = intus legere), significa leggere dentro le righe  il non scritto. L'intelletto, se non fraintende, nel detto intende il non detto”.
  E da questa scienza spirituale e sensibilità filologica e biblica, derivano tante altre idee che aiutano i credenti ad arricchire il proprio linguaggio, ed a liberarsi dai tradizionali luoghi comuni, che inducono a falsa interpretazione dei testi sacri, a pigrizia mentale e ad impoverimenti di coomunicazione e dialogo.
  Non mi stupisco allora se per tanti anni ha continuato a seguire il suo cammino sui sentieri della Bibbia, a Villapizzone, al San Fedele e a Selva di Val Gardena. Ed allora anche la notizia diffusa di essere stato il confessore del nostro amato e compianto Carlo Maria Martini, non ci stupisce più di tanto, appunto per questa corrispondenza di amorosi sensi. Almeno nell'esperienza di Padre Silvano alcuni ritardi da parte della Chiesa, nei confronti della Parola, sono stati colmati.
  Termino con questo suo pensiero di riflessione sulla Parola “che coinvolge tutti e tutto in un unico destino, sia quanto c'è sulla terra, sia quanto sta in cielo”.(Milano, 22 febbraio 2008, Cattedra di San Pietro Apostolo).  (Carlo Castellini) 



Sabato 04 Luglio,2015 Ore: 19:30
 
 
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