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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Un ricordo di Oscar Luigi Scalfaro,di Vincenzo Mazza

Un ricordo di Oscar Luigi Scalfaro

di Vincenzo Mazza

 Con Oscar Luigi Scalfaro se n’è andato un pezzo della nostra storia. Al di là della sua vita pubblica sotto i riflettori, forse non tutti conoscono la sua grande apertura mentale e i rapporti che l’uomo Scalfaro sapeva mantenere. Abbiamo chiesto al pastore della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, Vincenzo Mazza, che con lui si incontrava regolarmente, come questo rapporto di amicizia sia nato e si sia consolidato nel tempo. Qui di seguito la sua narrazione.
Un cordiale saluto
Dora Bognandi
____________________
Dora Bognandi
Segretario nazionale
Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa (AIDLR)
Lungotevere Michelangelo, 7
00192 ROMA RM (ITALY)
Tel. +39 0679840112 – 348 6701063
Fax +39 0636095952
E-mail: info@aidlr.it

Scalfaro era più che un amico

La mia amicizia con il Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro

Ho avuto il privilegio di conoscere personalmente il Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro e instaurare con lui un rapporto di amicizia vera e duratura. Il tutto ebbe inizio a gennaio del 1998, grazie a una lettera che gli scrissi.  
La sera del 31 dicembre 1997 sono rimasto a casa insieme a mia moglie per vivere insieme un momento di riflessione e serenità. C’eravamo seduti comodi sul divano, quando, dopo il TG delle ore 20, fu trasmesso, a rete unificata, il messaggio tradizionale del nostro Presidente della Repubblica Sen. Oscar Luigi Scalfaro e rimasi catturato dalle sue parole. Il suo messaggio mi piacque molto, apprezzai anche i saluti rivolti alle minoranze religiose presenti nel nostro Paese. Subito dopo decisi di scrivergli di getto una lettera di ringraziamento. Quella sera mi sono un tantino vergognato perché, in qualità di ministro di culto e responsabile nazionale della mia chiesa, non lo avevo fatto prima. Per evitare che la mia semplice lettera arrivasse insieme a una montagna di carta a fine anno, la spedii due settimane dopo.
Nella mia lettera lo ringraziavo per il suo servizio fedele alla nostra Nazione nonostante l’età avanzata, per l’impegno in favore dell’unità del Paese, per i grandi valori da lui difesi e per la sua solidarietà in favore dei più deboli. Lo ringraziavo anche per il suo senso della democrazia, che significa impegno, rispetto, tolleranza. Gli scrissi che probabilmente non avrei mai avuto il piacere di conoscerlo personalmente, ma gli assicuravo la mia stima e il mio sostegno morale come figlio di Dio. La Parola di Dio mi invita ad accettare e a rispettare le Autorità del mio Paese da Lui volute e benedette, perciò lo salutai chiedendo su di lui le più ricche benedizioni, saggezza per il compito da lui ricoperto e tanta salute.
Appena ricevuta la mia lettera, il Presidente in persona telefona alla mia segretaria chiedendo di me ma, visto che mi trovavo all’estero, volle sapere la data del mio ritorno per invitarmi al Quirinale, voleva conoscermi e ringraziarmi per la bella lettera ricevuta. Così il 28 gennaio, due settimane dopo, sono andato a trovarlo. Fu un incontro molto cordiale, veramente piacevole, durato poco meno di un’ora. E, dopo aver parlato di noi, delle nostre famiglie e del nostro passato, prima che mi congedassi, mi disse: “Pastore Mazza, adesso basta con le nostre chiacchiere, nella sua borsa lei sicuramente  porta la Bibbia, per favore mi legga qualcosa della Parola di Dio”. Dopo la lettura delle Sacre Scritture mi chiese anche di pregare, cosa che feci molto volentieri. Eravamo solo noi due; è stato un momento solenne, bellissimo. Dopo quella prima visita, sono andato tante altre volte a trovarlo prima al Quirinale, dopo il suo settennato al Senato, e per ultimo a casa sua. Tra noi due si era instaurato un rapporto d’amicizia vera e duratura. E tutte le volte che ci siamo incontrati, abbiamo sempre letto la Sacra Bibbia e pregato insieme. Mi ricordo che ogni qualvolta lo visitavo, dopo aver parlato delle tante cose che ci riguardavano, mi diceva, sempre: “Pastore Mazza, lei non è venuto a trovarmi solo per sentire le mie chiacchiere, per favore leggiamo insieme la Sacra Bibbia”. Ci lasciavamo sempre con una preghiera di benedizione.
Un anno dopo il nostro primo incontro, in seguito a un invito da parte della mia Chiesa, venne a Forlì per visitare la nostra casa di riposo “Casa mia”, finiti i lavori di ampliamento e ristrutturazione. Fu una vera e propria festa d’inaugurazione. Qualche anno dopo, la mia famiglia ebbe l’onore di ospitare il presidente Scalfaro in occasione della celebrazione religiosa del matrimonio del mio primo figlio.
Nel conoscere il presidente Scalfaro, ho scoperto un uomo eccezionale, da una parte autorevole, determinato, con una forte personalità, ma nello stesso tempo umile, socievole, con un forte senso del dovere, un forte senso dello Stato. Oscar Luigi Scalfaro era un uomo che non si lasciava né vendere, né comprare. Aveva una memoria di ferro, una dialettica invidiabile, una cultura politica senza precedenti. Era un uomo di Dio integro e devoto alla sua Chiesa, un vero testimone del Signore. Era un politico sobrio e responsabile, capace, con una lunga carriera straordinaria alle spalle, un politico che non capitolava. Il presidente Scalfaro ha saputo gestire un settennato molto difficile nella storia del nostro Paese. 
Per me era come un padre, un amico, un fratello in Cristo. E, nonostante la nostra appartenenza a confessioni religiose diverse: lui cattolico fervente, io pastore evangelico avventista convinto, questo non ci hai mai precluso  il piacere d’incontrarci e discutere assieme. Ognuno di noi conservava la propria identità religiosa, ma mi impressionava molto la sua grande apertura mentale. Mi mancherà molto!
Il presidente Scalfaro era un padre della Costituente e fino all’ultimo si è consumato le scarpe nel percorrere il nostro Paese per difendere i principi e i valori della Costituzione. Egli era molto geloso della “sua Costituzione”, garanzia della nostra democrazia. I suoi slogan, quando parlava della Costituzione, erano:  ”Lo Stato è la casa di tutti” – “Davanti alla legge, tutti gli uomini sono uguali” – “Lo Stato e la Chiesa sono sovrani e indipendenti” – “Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge”.
L’ultimo saluto che mi ha indirizzato, scritto di suo pugno, è stato: “Mio caro pastore, grazie delle Sue parole e del Suo augurio che ha la voce e la luce di Dio. Le mando un grande abbraccio dai miei 93 anni, mentre mi commuovo perché Lei con entusiasmo mi ripete  che il Signore ha bisogno di me…”.
 
Con la sua scomparsa si è spenta una stella polare, si è addormentato nel Signore un grande uomo della storia del nostro Paese. Grazie, Presidente, per il Suo grande esempio di fedeltà!

Nel libro dell’Apocalisse leggiamo: “Beati i morti che da ora in poi muoiano nel Signore. sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono” (cap. 14: 13).

Vincenzo Mazza
Pastore e Presidente emerito della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
v.mazza@avventisti.it



Luned́ 30 Gennaio,2012 Ore: 15:29
 
 
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