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www.ildialogo.org “FAR CONOSCERE LA RESISTENZA” DI PIERO CALAMANDREI,A CURA DI CARLO CASTELLINI

“FAR CONOSCERE LA RESISTENZA” DI PIERO CALAMANDREI

A CURA DI CARLO CASTELLINI

Ho letto vari libri di storia, per i quali ho sostenuto esami. Ma incontrare certe cronache e riflessioni, come quella di questa mattina appunto sulla Resistenza, a me ricordata da un bell'opuscolo dedicato a ragazzi e curato dal CENTRO BRESCIANO DELL'ANTIFASCISMO E DELLA RESISTENZA, mi ha commosso, e devo ammettere anche la mia ignoranza. L'opuscolo di cui vi dicevo, raccoglie una ricca serie di testimonianze, di lettere, di scritti, di poesie, di commenti di Films di fotografie di quel periodo e lo firma, con la moglie LINA TRIDENTI, il grande ex-internato nei campi di concentramento LINO MONCHIERI,
deceduto popchi anni or sono. Ne ho sfogliato alcune pagine ma poi mi sono soffermato sulla dedica che indirizza ai ragazzi, il nostro grande cotituzionalista PIERO CALAMANDREI, di cui vorrei riportare per intero
il testo, perchè ancora di grande tensione e grande efficacia. E fa specie, nella grande congerie di libri nuovi che vengono annualmente stampati dagli editori, per le scuole elementari, medie e superiori, certi brani e certe memorie come queste, siano praticamente scomparse dai nosri orizzonti e dalla memoria storica. Ha ragione PAOLA MASTROCOLA, ma non sololei,(ce ne accorgiamo anche noi) siamo diventati tutti più
autoreferenziali, ed abbiamo perso identità, perchè non abbiamo più memoria. (CARLO CASTELLINI).

Far conoscere la resistenza.

“Gli Italiani ancora non lo sanno: anche coloro che ne fecero parte non sanno a pieno quanta ne fu l'estensione e la grandezza. Ma specialmente i giovani e i ragazzi, che vengono su ora, ignorano tutto della resistenza.
A scuola imparano chi fu MUZIO SCEVOLA E ORAZIO COCLITE, ma non sanno chi furono I SETTE FRATELLI CERVI. Non sanno chi fu quel giovinetto della LUNIGIANA, che crocifisso su una porta perchè non voleva rivelare i nomi dei partigiani, rispose ai fascisti che lo uccidevano:”Li conoscerete quando verranno a vendicarmi”, senz'altro aggiungere.
Non sanno chi fu quel contadino che, vedendo dal suo campoi tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo:”Sono io che li ho nascosti (e non era vero): fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi”.
Non sanno come si chiama colui che in prigionia temendo di non resistere alle torture si taglio' con una lametta le corde vocali per non parlare. Non sanno come si chiamava quel ragazzo che condotto alla
fucilazione si rivolse ad uno dei soldati tedeschi che stavano per ucciderlo e lo bacio' con un sorriso fratermo dicendogli:”Muoio per te; viva la Germania libera!”
Tutto questo gli Italiani non lo sanno; e a scuola non lo imparano...
Gli uomini della Resistenza devono aiutare i giovani a diventare nuova classe politica, consapevole del passato recente e custode dei valori morali e civili per i quali la Resistenza fu.
La Resistenza non è un partito; non deve esserlo. Ma è incontro, colloquio, contatto occasione di intesa e di rispetto.
Questo il compito degli uomini della Resistenza: aprire il dialogo della ragione ed educare, se siamo ancora in tempo, in tutti i partiti, i giovani perchè portino nella vita politica e nella società civile quella serietà, quell'impegno religioso di sincerità e di dignità umana che furono i caratteri distintivi della RESISTENZA. (PIERO CALAMANDREI).


Giovedě 26 Aprile,2012 Ore: 16:07
 
 
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