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www.ildialogo.org 27 gennaio – 2015 - Giornata della Memoria,di Peppe Manni

27 gennaio – 2015 - Giornata della Memoria

di Peppe Manni

(Gazzetta di Modena28 gennaio 2015)

Considerate...se questo è un uomo” piangeva Primo Levi nella sua poesia scritta dopo il campo di concentramento tedesco nel 1945.

La Giornata della memoria fu istituita nel 2000 per ricordare i morti di Auschwtz. Perché “tutti, specialmente i giovani ricordassero”.
Quest'anno ricorre il centenario della prima guerra mondiale: sta emergendo una verità tragica che per anni era stata celata sotto una cortina di falso patriottismo di cui si è nutrita l'Italia.
Quest'anno proveremo a disvelare la faccia crudele e sanguinaria della nostra guerra “vinta” contro gli austriaci.
Quasi settecento mila giovani morti ammazzati, 600 mila feriti e mutilati. Un milione morti di malattia. Un'intera generazione di giovani operai, contadini, intellettuali falciati. Mandati all'assalto dalle trincee come carne da cannone, da politici, generali e ufficiali delinquenti e macellai. Sofferenze atroci, fucilazioni di chi non riusciva ad uscire per l'attacco. In tutta Europa, quasi 20 milioni di morti tra militari e civili
“Considerate se questo era un uomo”, strappato dalla famiglia e dai lavori dei campi, mandato in trincea a patire fame, freddo e malattie, spinto a sparare e infilzare con la baionetta poveri ragazzi della sua età, con una divisa diversa. Senza sapere il perché. Per una patria che non conoscevano e per un re lontano e incapace.
“Pensate se questa era una patria” che mandava al massacro un generazione di giovani la meglio gioventù dell'Italia. Leggete pure i nomi nelle cripte del sacrari. Togliete le lapide e cercate in un mucchietto di ossa l'immenso dolore che ogni nome cela.
“Considerate se questa era una religione”: poveri preti italiani e austriaci cattolici, in nome dello stesso papa e dello stesso dio, benedivano cannoni e moschetti, confessavano e dicevano messa prima di spedire i fantaccini a sgozzarsi. L'unica croce che li univa era lo strumento di tortura che aveva ucciso anche Cristo.
“Considerate se si può chiamare civile un 'Europa dalle vantate radici cristiane” che appena 20 anni dopo ha scatenato un'altra catastrofe con ottanta milioni di morti. Qualche sprovveduto storico ha osato affermare che nelle trincee, dove si sono incontrati giovani di tutte le regioni, è nata l'unità d'Italia. Sarebbe come affermare che nei campi di concentramento tedesco è nata l'Europa Unita.
“Ricordiamo amici, se questo era un uomo” il giovane aviatore inglese pimpante e azzimato che su un aereo di notte sganciava bombe su Dresda bruciando con i suoi ordigni incendiari duecentomila donne e bambini. O sulle nostre città e paesi senza ammazzare un solo tedesco ma solo innocenti cittadini disperati.
Considerate se questa è una donna”. Ancora oggi torturata, affamata, stuprata strappata dai suoi figli, povera chioccia mutilata, alla difesa dei suoi pulcini.
“Meditate che questo è stato”. E si sta di nuovo compiendo senza intravvedere uno stralcio di cielo in un mondo oggi doppiamente in pericolo con le mine vaganti di modernissimo strumenti di morte e genocidio (bombe atomiche, chimiche e biologiche, sotto l'incombente disastro ecologico...)
Sembra che non abbiamo imparato niente, dalla nostra recentissima storia che per essere appunto vicinissima doveva esserci doppiamente maestra.
Peppe Manni



Venerdì 30 Gennaio,2015 Ore: 16:03
 
 
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