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www.ildialogo.org SHOAH: GIORNATA DELLA MEMORIA EUROPEA. L’Europa dei Lumi contro la notte della ragione. Un'intervista a Georges Bensoussan, storico e responsabile editoriale del Mémorial de la Shoah di Parigi,  di Alberto Mattioli - con note,a c. di Federico La Sala

 EUROPA E SHOAH. PER IL "RISCHIARAMENTO" (AUFKLARUNG") NECESSARIO ....
SHOAH: GIORNATA DELLA MEMORIA EUROPEA. L’Europa dei Lumi contro la notte della ragione. Un'intervista a Georges Bensoussan, storico e responsabile editoriale del Mémorial de la Shoah di Parigi,  di Alberto Mattioli - con note

Di questa tragedia si parla troppo perché se ne parla male, in maniera compassionevole per le vittime. Invece si tratta di una grande questione politica e antropologica che rappresenta una cesura, una rottura nella civiltà occidentale


a c. di Federico La Sala

 

EUROPA. PER IL "RISCHIARAMENTO" (AUFKLARUNG") NECESSARIO. Note sul tema:

 "Meditate che questo è stato" (Primo Levi)
SHOAH - STERMINIO DEL POPOLO EBRAICO. 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA - LEGGE 20 luglio 2000, n. 211, DELLA REPUBBLICA ITALIANA

FASCISMO E LEGGI PER LA DIFESA DELLA RAZZA (1938).

IL CATTOLICESIMO CON LA CROCE UNCINATA

 FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA. (fls)

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 Non si può insegnare la Shoah ai bambini

 Nell’anniversario della liberazione di Auschwitz, domenica 27 gennaio si commemorano le vittime dell’Olocausto. Parla lo storico Bensoussan

Di questa tragedia si parla troppo perché se ne parla male, in maniera compassionevole per le vittime

 Invece si tratta di una grande questione politica e antropologica che rappresenta una cesura, una rottura nella civiltà occidentale

di Alberto Mattioli (La Stampa, 22.01.2013) *

 

  • Storico e responsabile editoriale del Mémorial de la Shoah di Parigi, Georges Bensoussan è l’autore di una sintetica ma assai ben fatta Storia della Shoah che La Giuntina ha appena tradotto e pubblicato in Italia (pp. 168, € 12).

 

Professore, il 27 è la Giornata della Memoria.

«È importante celebrarla. Ma bisogna avere ben chiaro che in realtà l’Unione Europea l’ha istituita per celebrare la rifondazione dell’Europa. L’unità europea è stata costruita sull’antinazismo e il simbolo del nazismo, ciò che lo differenzia dall’altro grande totalitarismo, il comunismo, è appunto la Shoah. È la Giornata della Memoria europea, non ebrea. È l’Europa dei lumi contro la notte della ragione».

Sulla memoria, la Francia ha ancora del lavoro da fare?

«L’idea della complicità di Vichy, dunque dello Stato francese, è recente. Nel ’73 fu uno storico americano, Robert Paxton, a pubblicare i primi studi sull’argomento. Ormai la tradizionale visione binaria Resistenza-collaborazionismo non regge più. In mezzo c’è una vasta zona grigia. All’inizio della persecuzione, la maggioranza dei francesi, e le élite in particolare, non protestarono affatto. Anche se è difficile valutare l’evoluzione dell’opinione pubblica in un regime dittatoriale, la svolta avvenne nel 1942 quando iniziarono le rafles, le retate. La caccia all’ebreo indignò molti francesi. Ma, in generale, è sbagliato avere una visione monocolore. La Francia non è stata solo Vichy e non è stata solo la Resistenza. E per fortuna circa tre quarti degli ebrei francesi si sono salvati».

Perché?

«Intanto perché la Francia è grande e fatta anche di foreste e di montagne. E poi non dimentichiamoci che la Francia del Sud, la cosiddetta zona libera, fu occupata solo per venti mesi. Infine, parte di questa zona fu occupata dagli italiani. I documenti tedeschi sono pieni di lamentele contro gli italiani che proteggono gli ebrei e addirittura li sottraggono alle retate della polizia francese».

Lei ha polemizzato con Nicolas Sarkozy che aveva proposto che ogni bimbo francese ricostruisse la storia di un bimbo ebreo deportato.

«Semplicemente, da storico ho fatto presente che l’idea era benintenzionata ma assurda. Non si può insegnare la Shoah ai bambini, non si può mostrare loro Treblinka. Perché è una memoria troppo pesante, troppo dura da portare e finisce per colpevolizzarli. Si può, anzi si deve, insegnare loro cosa c’è intorno alla Shoah, cosa sono il razzismo o l’intolleranza. Alle elementari puoi parlare di Anna Frank. Delle camere a gas, no».

Sulla memoria, c’è qualcosa che si potrebbe fare e non si fa?

«Forse avere ben presente che, dal punto di vista storico, la memoria è una trappola. La memoria non è la storia, è una religione. E non serve a ricordare, ma a dimenticare, perché è fatalmente selettiva. Per questo lo storico è disincantato e deve esserlo. Mi spiego con un esempio che non c’entra con la Shoah. Nel 1985 furono ricordati con grande riprovazione i 300 anni della revoca dell’editto di Nantes, quello che aveva concesso agli ugonotti la libertà di culto. Tre anni dopo, lessi il Code noir, cioè l’insieme delle leggi che regolavano la schiavitù nelle colonie francesi. Bene. Sa in che anno Luigi XIV l’aveva promulgato? Nel 1685. Solo che il suo terzo centenario non l’aveva ricordato nessuno».

Insomma, della Shoah si parla troppo?

«Se ne parla troppo perché se ne parla male. Cioè se ne parla in maniera compassionevole per le vittime, mentre la Shoah è un’enorme questione politica e antropologica. Politica, perché pone il problema di come un popolo civilizzato abbia scientemente deciso di eliminarne un altro. Antropologica, perché rappresenta una cesura, una rottura nella civiltà occidentale. Lo capirono per primi certi intellettuali cattolici del dopoguerra, come Maritain, Claudel o Julien Green. Poi il tema è stato ripreso dagli Anni 70 con uno studio della Shoah che si è giovato di nuovi strumenti, per esempio la psicanalisi».

Ma a livello mediatico, lei dice, è troppo presente.

«C’è una saturazione della memoria. Il discorso sulla Shoah, sui giornali, nei film, in televisione, è talmente invadente e basato soltanto sul pathos da diventare banalizzante. La nostra è una società compassionevole, dove lo status di vittima è quello più ambito. Dunque ognuno vuole avere la sua Shoah. E Auschwitz viene continuamente evocato per situazioni completamente diverse. Fino al paradosso di paragonare sulla questione palestinese i nazisti di ieri agli israeliani di oggi, che è una bestialità».

Ultima domanda e anche personale. La Shoah non è un soggetto troppo duro per dedicarle la vita intera?

«È sicuramente un soggetto sconvolgente. Ci si salva con un humour nero che per i non addetti ai lavori potrebbe risultare scandaloso, politicamente molto poco corretto. È lo stesso che hanno i medici o chi è tutto il giorno e tutti i giorni alle prese con la sofferenza. Però vivere quotidianamente a contatto con la Shoah ti rende anche molto acuto sulla realtà di oggi. Ti si drizzano le antenne, stai più attento a quel che senti. E capisci che le parole sono sempre la prima tappa della tragedia».

*

In libreria

Molti, come sempre, i titoli che gli editori mandano in libreria in occasione del Giorno della Memoria. Tra gli altri segnaliamo:

Hans Keilson, Commedia in minore , Mondadori (p.136, € 10); Bruno Apitz, Nudo tra i lupi , Longanesi (pp. 461, € 18,60); Sam Pivnik, L’ultimo sopravvissuto. Una storia vera (Newton Compton, pp.326, € 9,90); Janusz Korczak, Diario del ghetto (Castelvecchi, pp. 118, € 14); Francesco Roat, I giocattoli di Auschwitz (Lindau, pp. 294, € 19,50); Lia Levi, Lungo il cammino delle stelle e Maria Konopnicha, Mendel di Danzica (entrambi Sipintegrazioni); Lena Muchina, Il diario di Lena (pp. 372, € 16,50); Léon Poliakov, Storia dell’antisemitismo (Bur, pp. 350, € 14,50); Fabio Amodeo e Mario José Cereghino, La lista di Eichmann (Feltrinelli, pp. 201, € 16); Göran Rosenberg, Una breve sosta nel viaggio da Auschwitz (Ponte alle Grazie, pp. 354, € 15,80); Sami Modiano, Per questo ho vissuto. La mia vita ad Auschwitz-Birkenau e altri esili (Rizzoli, pp. 280, € 18). Infine torna in versione fumetto, realizzato da Vincent Bailly e Kris e con prefazione di Walter Veltroni, il romanzo di Joseph Joffo Un sacchetto di biglie ( Rizzoli Lizard, pp. 128, € 15).



Martedì 22 Gennaio,2013 Ore: 13:07
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 22/1/2013 15.35
Titolo:RIPENSARE L'EUROPA ....
RIPENSARE L’EUROPA.

PER IL "RISCHIARAMENTO\" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO.

ANCORA NON SAPPIAMO DISTINGUERE L’UNO DI PLATONE DALL’UNO DI KANT, E

L’IMPERATIVO CATEGORICO DI KANT DALL’IMPERATIVO DI HEIDEGGER E DI EICHMANN !!!

PER LA PACE E PER IL DIALOGO, QUELLO VERO, PER "NEGARE A HITLER LA VITTORIA POSTUMA" (Emil L. Fackenheim, "Tiqqun. Riparare il mondo")


FLS
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 24/1/2013 12.33
Titolo:Saggi, diari, romanzi e memoir ...
Saggi, diari, romanzi e memoir la biblioteca del Giorno della memoria
- Dalla ricostruzione di Bensoussan alla fiction, ecco i titoli in uscita

di S. Nir. (la Repubblica, 24.01.2013)

Tra il 1939 e il ’45 il Terzo Reich, con la complicità di molti, ha sterminato sei milioni di ebrei europei nel silenzio pressoché totale del mondo. Volevano decidere chi doveva o non doveva abitare il pianeta segnando un capitolo, unico a tutt’oggi, teso a modificare la configurazione stessa dell’umanità.

Georges Bensoussan, uno dei maggiori storici contemporanei, direttore de la Revue d’histoire de la Shoah, ha scritto un’imperdibile Storia della Shoah (Giuntina, pagg. 165, euro 12): in poche pagine riesce a illuminare il processo che nel pieno della modernità ha fatto precipitare la Germania e l’Europa tutta nella volontà del genocidio.

L’americano Varian Fry scrisse Consegna su richiesta. Marsiglia 1940-1941. Artisti, dissidenti ed ebrei in fuga dai nazisti che esce ora per Sellerio (pagg. 311, euro 16) nel 1945. È la storia vera e coraggiosa di come egli stesso nel 1940, in missione segreta, raggiunse la Francia, in piena occupazione tedesca, con un elenco di rifugiati politici, intellettuali, ebrei ricercati dalla Gestapo che doveva aiutare a fuggire. Lo vedremo far uscire dalla Francia personaggi come Max Ernst, Golo e Heinrich Mann, Marc Chagall.

Primo Levi fu arrestato nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1943 durante un rastrellamento contro i partigiani. Levi ha parlato poco di quei giorni in montagna, anzi li ha definiti «il periodo più opaco» della sua vita. Perché? Frediano Sessi ricostruisce quelle settimane ne Il lungo viaggio di Primo Levi. La scelta della resistenza, il tradimento, l’arresto. Una storia taciuta pubblicato da Piemme.

Tra le uscite per il Giorno della memoria (27 gennaio) vale la pena di segnalare anche Il Male dentro di Thomas Khune (Altana) un’indagine sulle dinamiche che hanno spinto donne e uomini tedeschi a giustificare e a volere lo sterminio degli “altri”. E ancora, La Shoah dei bambini. La persecuzione dell’infanzia ebraica in Italia di Bruno Maida (Einaudi), il racconto storiografico della distruzione che li colpì, e insieme alla ricostruzione del mondo di allora attraverso i loro occhi. Un’operazione che affronta anche lo storico israeliano che rilegge la sua deportazione ad Auschwitz a 12 anni in Metropoli della morte (Guanda). Ne Il diario di Lena di Lena Mouchina (Mondadori), invece, l’autrice racconta il suo diario pochi giorni prima dell’occupazione nazista di Leningrado.

Da ricordare Il nostro appuntamento. Una storia vera dell’israealiana Ellis Lehman e sua figlia Shulamith Bitran (Piemme), l’impossibile promessa d’amore di due giovani olandesi divisi dalla persecuzione nazista. Anche La sposa di Auschwitz (Newton Compton) di Millie Weber e Eve Keller racconta un amore sotto il nazismo. Riesce Nudo tra i lupi scritto nel 1950 nella Ddr da Bruno Apitz (Longanesi). Ponte alle Grazie ha tradotto Una breve sosta nel viaggio da Auschwitz di Göran Rosenberg, bestseller in Svezia. Infine è uscito Quando finirà la sofferenza. Lettere e poesie da Theresienstadt (Lindau): 60 poesie scritte da Ilse Weber, ritrovate dal marito nel campo, e ora presentate dal figlio.

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