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www.ildialogo.org RESISTENZA E LIBERAZIONE SI, MA QUANDO GLI ITALIANI ERANO GLI INVASORI E OPPRESSORI?,a cura di CARLO CASTELLINI

RESISTENZA E LIBERAZIONE SI, MA QUANDO GLI ITALIANI ERANO GLI INVASORI E OPPRESSORI?

GLI SCHELETRI NASCOSTI NEGLI ARMADI DELLA STORIA, DI ANGELO DEL BOCA, DI FAUSTO MARINETTI


a cura di CARLO CASTELLINI

Venticinque aprile, giorno della Liberazione dai nostri pesanti invasori, che in maniera sprezzante ci chiamavano “bado(g)lianer”, con o senza la “g”. Il desiderio di ricordare e commemorare facendo vedere il meglio lo capisco. Ma non tanto da dimenticare, creando il falso mito degli Italiani “brava gente”.
Ce lo ricorda FAUSTO MARINETTI, nel suo libro uscito di fresco, i primi di marzo, con un titolo ormai familiare CARO FRANCESCO, RIFLESSIONI, TESTIMONIANZE, MESSAGGI che riprende, nel suo Messaggio 19°, “Illusione essere cristiani?” il saggio di ANGELO DEL BOCA, ITALIANI BRAVA GENTE, che documenta le efferatezze del colonialismo italiano.
Fausto Marinetti non parla a vanvera. Ha passato due mesi in Eritrea, scavando negli archivi, intervistando superstiti e testimoni.
“Un giorno, in autobus, io l'unica mosca bianca, tutti gli sguardi puntati su di me, provo nausea, vergogna e.....paura di una possibile vendetta. Non gli rappresento un popolo, che ha massacrato i loro padri?”
ANGELO DEL BOCA documenta, gli orrori del fascismo coloniale: “Guerra di Etiopia (1935-36). Il 2.10.1935 Mussolini dichiara guerra per vendicare la sconfitta di Adua:”Con l'Etiopia abbiamo pazientato quaranta anni! Ora basta!”. Dopo tredici anni di regime vuole vedere come i nuovi italiani affrontano una guerra vera per attuare le virtù fasciste: disprezzo per l'avversario, inclinazione allo sterminio, esaltazione della “bella morte”.
Al porto di Massaua giungono 498 navi: 500.000 uomini, 102.582 quadrupedi, 18.932 automezzi, 1.542 cannoni, 492 carri armati, 350 aerei, 513.276 fucili. 14.570 mitragliatrici. E segretamente, 270 tonnellate di gas, 1.000 tonnellate di bombe all'iprite, 60.000 granate ad arsine.
Quando gli etiopici sfondano sul fronte Nord, il duce telegrafa:”Autorizzo impiego gas come ultima ratio per sopraffare resistenza nemico”. Per la prima volta vengono gettate sulle masse in fuga, le micidiali bombe con 212 kg. d'iprite; toccando terra, spargono un liquido incolore, che, a contatto con la pelle, forma delle vesciche e causa un grande dolore.
Grazie alla censura, il regime occulta l'utilizzo dei gas, ma la stampa internazionale ne dà resoconto. Il 5.5.1936 BADOGLIO entra in Addis Abeba. Il duce annuncia la nascita dell'Impero.
Costo:4.35o morti, 9.000 feriti, 40 miliardi di lire. Non ostante le esecuzioni sommarie, l'incendio di migliaia di villaggi, l'Etiopia è indomabile. Avrebbe dovuto accogliere da un milione a dieci milioni di coloni italiani. Invece si insediano 3.300 famiglie su 114 ettari, fuggendo alle prime cannonate.
Per farla finita con la resistenza:”Tutti i ribelli fatti prigionieri, siano passati per le armi. Impieghi i gas, autorizzo a condurre sistematicamente la politica del terrore e dello sterminio”. Ad Addis Abeba migliaia di famiglie piangono i loro morti. Due studenti, durante una cerimonia, lanciano delle bombe a mano Breda: sette morti, una cinquantina di feriti tra cui GRAZIANI, con 350 schegge.
“La reazione all'attentato è in perfetto squadrismo fascista: girano armati di manganelli e sbarre di ferro, accoppando quanti indigeni si trovavano ancora in strada, dando fuoco ai tukul, colpendo chi sfuggiva al rogo con le bombe a mano. L'impunità era assoluta, l'unico rischio era quello di guadagnarsi una medaglia. Per ogni abissino in vista, in quei tre giorni, non ci fu via di scampo, in Addis-Abeba, città di africani, per un pezzo non si vide un africano”.
13.000 uomini perduti, tra nazionali e coloniali, 250 ufficiali. Tre volte le perdite della guerra mondiale. L'imperatore HAILE' SELASSIE', il 5.5.1941 rientra nella sua Capitale. I 200.000 italiani rimasti si aspettano la vendetta, ma il Negus si oppone:”Non ripagate il male con il male, non vi macchiate di atti di crudeltà. Come ha fatto fino all'ultimo istante il nostro avversario. Attenti a non guastare il buon nome dell'Etiopia”.
Non si può giudicare la storia col senno di poi. Ma oggi è tutto alla luce del sole, testimonia Fausto Marinetti - “dispacci, proclami, diari, fotografie, filmati. Ci siamo scavati la fossa con le nostre mani. Mentre nelle retrovie si costruivano gli strumenti della strage, contemporaneamente si pregava , si facevano opere di carità! Quindi tutti complici dei delitti di un popolo intero. Nelle scuole si racconta ai figli dei figli le prodezze di quei 500.000 soldati stupratori, sgozzatori? Il mito degli Italiani “brava gente”? “L'italiano va in guerra ma pensa solo a fare l'amore”: una leggenda di paciosi portati a fraternizzare con il nemico. Un colonialismo dal volto umano, che chiedeva solo “terre al sole” per un “popolo di contadini affamati di terra”. Aderendo alle leggi razziali abbiamo negato ai sessantamila figli, (quelli noti) dei nostri soldati di essere riconosciuti e accolti negli asili cattolici. Un oltraggio alla pura razza italiana! (FAUSTO MARINETTI).



Domenica 29 Aprile,2018 Ore: 09:52
 
 
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