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www.ildialogo.org LA STORIA È STORIA E NON SERVONO A NULLA LE PROVOCAZIONI E LE POLEMICHE CHE SOLO DIVIDONO  LE DUE ANIME DI UNA CITTÀ,di Claudio Cossu

Trieste
LA STORIA È STORIA E NON SERVONO A NULLA LE PROVOCAZIONI E LE POLEMICHE CHE SOLO DIVIDONO  LE DUE ANIME DI UNA CITTÀ

di Claudio Cossu

Si respira un'aria evanescente, quasi rarefatta, a Trieste, ancora oggi, nell'anno 2014. Aria che sa di antichi conflitti, vecchi dissapori e polemiche mai sopiti nè allontanati e che sovrastano nel cielo, tra le nuvole  della città giuliana, immobile nel tempo e sospesa tra il mare verde e l'altipiano aspro, tra le due anime, le due culture parallele del capoluogo triestino che non si sono mai congiunte, tra un malinteso sentimento di italianità, di cultura presunta superiore ed una cultura ritenuta minore, di estrazione contadina ed agreste, quella slava e balcanica, ma che veste la seconda anima, forse più genuina e spontanea della città di Joyce e Svevo, Saba e Kossovel. E intanto tutto è fermo, statico come il porto franco che Maria Teresa potenziò nel lontano XVIII secolo, scalo ormai in decadenza e privo di navi, di traffici o commerci. Ancora oggi, dopo ben 69 anni, la città si divide e discute, con animosità fuori del tempo e dello spazio, su chi abbia realmente liberato il capoluogo giuliano nel 1945. Ed il Presidente del Consiglio comunale, espressosi per la tesi della liberazione da parte delle divisioni del IX Corpus della IV Armata Jugoslava, dovrà affrontare una mozione di sfiducia, promossa dalla parte nazionalista e conservatrice del Consiglio stesso,  nei suoi confronti. E gli altri esponenti politici del Consiglio non sanno che fare, ondeggiano ed hanno timore di sbilanciarsi e di prendere una posizione storica, alla fine, più che politica, allo stato attuale. Temono, in aggiunta, le varie e schizofreniche reazioni dell'elettorato locale ai relativi pronunciamenti. Ma oggi, 2 novembre 2014, l'ANPI, provinciale e regionale, l'ANPPIA e l'Istituto friulano del Movimento di Liberazione, il Centro isontino di Ricerca e documentazione storica e sociale nonchè l'Istituto Saranz di Trieste, si sono espressi, finalmente senza dubbi o timori, per la tesi della liberazione di Trieste il 1 maggio 1945, da parte dell'Armata Jugoslava. Nonostante i tentativi del CLN locale nella giornata del 30 aprile 1945, indebolito da recenti incarcerazioni e slegato dal CLNAI. Il colonnello Mayer, comandante delle truppe naziste, si arrese definitivamente, infatti, dopo ulteriori tre giorni di strenui combattimenti, il 3 maggio 1945, a Opicina (fraz. di Trieste), consegnando ufficialmente la guarnigione tedesca, con tutto il materiale bellico, al comandante Bogdan Pecotic, della XX Brigata di assalto della IV Armata jugoslava ( vedasi la dichiarazione della Presidente ANPI Stanka Hrovatin, pubblicato su "Il Piccolo" dd.2.11.2014). E Trieste fu liberata dal nazi - fascismo, anche se occupata militarmente fino al 12 giugno 1945, unitamente alle truppe anglo - americane e neozelandesi, che continuarono l'occupazione sino al 26 ottobre 1954. Ma che valore può avere, dunque, la data del 12 giugno del 1945 per una città  resa ormai libera dalla barbarie e restituita alla democrazia?
Claudio Cossu - Trieste



Lunedì 03 Novembre,2014 Ore: 21:19
 
 
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